L’export italiano ha ancora un’ampia potenzialità da esprimere. Le regioni del Sud e le isole, dalle quali provengono numerose eccellenze dell’agroalimentare Made in Italy, risultano poco allineate al sostanzioso flusso verso l’estero. Lo scenario emerge dai dati sull’export pubblicati dall’Istat il 12 marzo 2014.
In termini di macroaree, il Nord-Est segna un +2,4% e il Nord-Ovest un +0,6%, mentre le isole flettono del 15% e il Sud del 4,1%. Le "tigri" dell’export si confermano in crescita: del 3,8% il Piemonte, seguito da Veneto (2,8) ed Emilia-Romagna (2,6). E le Marche scattano con un incremento del 12,3%.
A doppia cifra è anche il bilancio del Meridione, ma in negativo. L’anno scorso le esportazioni hanno subito una contrazione del 15,5% in Sardegna, del 14,8% in Sicilia, del 10,4% in Puglia. Numeri già in fase di inversione. Negli ultimi tre mesi del 2013, in confronto al trimestre precedente, la ripresa dell’export è stata più marcata nelle aree meridionali e insulari, con un +4,1%. Una tendenza da trasformare in balzo, mettendo al centro il corretto posizionamento sui mercati esteri.