Il valore delle esportazioni italiane di vino è arrivato a quota 4,7 miliardi di euro, con un incremento del 10% nel primo trimestre 2013 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Sono i dati diffusi al 68° Congresso nazionale Assoenologi (organizzazione che raggruppa oltre 4000 tecnici vitivinicoli), riportati dal nostro media partner DM. Tra gli elementi emersi nell’incontro c’è la necessità di trovare nuovo equilibrio tra tradizione e innovazione attraverso la qualità. Una tendenza ancora più evidente se si prende in considerazione un arco temporale più lungo: negli ultimi 4 anni il valore del vino italiano esportato è cresciuto del 25%, passando da 1,75 a 2,20 euro medio a bottiglia.
L’attuale fase economica promuove le fusioni o spinge i produttori a integrarsi in varie forme di cooperazione. Le aziende più fragili, incapaci di proporre strategie per l’export, rischiano di non poter competere. Potenzialmente, significa perdere ricchezza e diversità dell’offerta, che deve essere compensata da standard di produzione (e da prezzi riconosciuti ai produttori) più alti, almeno nei mercati esteri. In questa transizione del mondo del vino, insomma, le esportazioni giocano un ruolo chiave.