Altra buona notizia, per la nostra economia, è che aumenta il peso delle vendite extra-Ue che contano per il 45% dell’export. Sono elementi incoraggianti ma non di peso decisivo per compensare il deficit di dimensione che grava sul futuro del settore.
Il problema è avere tanti piccoli imprenditori esposti ai maggiori costi e rischi della globalizzazione. Il limite dimensionale del canale export italiano rischia, peraltro, di saldarsi con il problema creditizio e pesare su un comparto ove le condizioni di domanda sono migliori, ma tali occasioni di crescita per un export di qualità non possono essere perdute per un problema di credito.
Vanno visti con favore gli interventi che potrebbero rivelarsi di carattere decisivo a sostegno della economia, del credito e del circuito dei pagamenti, del capitale circolante e delle operazioni di export finance.
Contributo determinante
Da export, internazionalizzazione e credito può venire un contributo decisivo per la ripresa della economia nazionale. Nonostante una fase globale di decelerazione degli scambi, infatti, le esportazioni dall’Italia, a luglio 2012, aumentano su base annua di sei punti. Senza il contributo decisivi dell’interscambio, il peso della recessione sull’economia nazionale sarebbe ben più grave: il calo del Pil avrebbe superato i cinque punti a metà di quest’anno.