Caffè espresso italiano, vietato improvvisare
Calibrare la macinatura, pressare la polvere nel filtro correttamente, non superare i tempi di estrazione. Un caffè espresso italiano preparato a regola d’arte discende da precise regole. Molto incide la qualità delle macchine da caffè espresso, professionali o a uso domestico, e le miscele selezionate. Ma altrettanto decisiva per la riuscita è l’abilità del barista.
La perfezione si raggiunge facendo passare il getto di acqua calda sotto pressione (almeno 9 atmosfere) attraverso 7 grammi di caffè macinato da poco e nel giusto calibro, sottile e ben pressato. Per definizione, una tazzina deve contenere 25 ml, massimo 30. E donare tutte le note aromatiche accompagnate all’assaggio da una piacevole sensazione vellutata, prodotta dalla crema, che secondo il disciplinare dell’Istituto Espresso Italiano deve essere ‘consistente e di finissima tessitura, di color nocciola tendente al testa di moro, resa viva da riflessi fulvi’.
Si tratta di un ottimo espresso quando alla degustazione risulta corposo e vellutato, giustamente amaro e mai astringente. E se l’aroma, intenso, è ricco di percezioni di fiori, frutta, cioccolato e pane tostato. Poche prescrizioni da attuare alla lettera per un successo garantito.