Caffè utile nella lotta contro la demenza
Caffè contro la demenza. La tesi, già nota in letteratura, che bere caffè contribuisca a diminuire il rischio di declino cognitivo, è stata confermata da uno studio pubblicato su The Journals of Gerontology, durante il quale sono stati osservati gli effetti del consumo quotidiano di bevande contenenti caffeina nel decadimento della funzione cognitiva nelle anziane.
Esaminando per 10 anni la relazione tra le condizioni cognitive e i consumi di caffè su 6.467 donne, di cui 388 con diagnosi di probabili demenze, i ricercatori della University of Wisconsin-Milwaukee hanno rilevato che un consumo di caffè superiore alla media (261 mg/die) è associato a una ridotta incidenza di deterioramento delle funzioni, in confronto a un consumo inferiore (meno di 64 mg/die). Tutto ciò, a parità di altri fattori concausali: età, razza, istruzione, indice di massa corporea (BMI), malattie cardiovascolari, diabete, abitudine al fumo e all’alcol.
L’azione benefica del caffè contro la demenza sarebbe data dal ruolo di antagonista non selettivo del recettore dell’adenosina svolto dalla sostanza, già in presenza di un consumo di due-quattro tazze giornaliere. Attualmente, in Europa si bevono circa 725 milioni di tazzine di caffè, pari a 2,5 mln di tonnellate di polvere, 4 chili per abitante.