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Ipotesi di cartello

Le autorità cinesi aprono un’indagine per pratiche di cartello nel mercato del latte per l’infanzia e Nestlé e Danone annunciano la riduzione dei prezzi. I consumi di latte per l’infanzia in Cina sono in tumultuosa espansione, in un mercato che, per diversi motivi raccontati anche sulle pagine di GIFT, è dominato dai marchi stranieri. In estrema sintesi, dallo scandalo del latte alla melamina del 2008 in poi, i consumatori in Cina si sono sempre più orientati verso produzioni straniere.
Le società locali di proprietà della francese Danone e della svizzera Nestlè – insieme alle sedi delle americane Mead Johnson e Abbott – sono state oggetto di indagine diretta. Anche se non è ancora noto il risultato dell’inchiesta, Wyeth Nutrition (acquistata l’anno scorso da Nestlè) e Dumex (controllata Danone) hanno annunciato ribassi dei prezzi sul latte per l’infanzia a partire dal 2014. La Repubblica popolare mira a rafforzare la produzione locale con un piano di razionalizzazione dell’offerta. Esemplare è il caso della China Mengniu Dairy, in passato accusata di vendere latte contaminato, che oggi si va consolidando sempre di più come leader nazionale del settore, inglobando società più piccole e stringendo alleanze con aziende europee per incrementare gli standard di sicurezza e qualità. 

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