Il governo di Londra si è impegnato a ritirare dal mercato britannico i “wine kit”, confezioni di preparati che permettono a chi li acquista di farsi in casa in poche settimane quello che viene definito dalle indicazioni in etichetta come “vino italiano”, con tanto di riferimento a qualità di prestigio assoluto come Barolo e Valpolicella. I wine kit si presentano come un classico caso di frode, in cui si sfruttano impropriamente denominazioni legate a precisi disciplinari e aree di produzione, protette a livello UE. L’europarlamentare italiano Giancarlo Scottà ha anche presentato un’interrogazione all’Esecutivo comunitario, chiedendo al commissario UE all’agricoltura Dacian Ciolos di fare chiarezza sulla vicenda, e ricordando come le etichette in questione vadano tutelate anche attraverso il divieto di commercializzazione dei prodotti che rappresentino una loro palese contraffazione. Resta da capire come intervenire sulle vendite online. Il Fatto alimentare ha dedicato un approfondimento alla frode che coinvolge non solo la Gran Bretagna, ma anche altri paesi come la Svezia e il Canada.