HomeSalutePiani cottura a induzione, nemici del pacemaker?

Piani cottura a induzione, nemici del pacemaker?

I piani cottura a induzione stanno soppiantando i fuochi a gas e quelli in vetroceramica, ma pongono dubbi sulla loro pericolosità per le persone portatrici di pacemaker, sensibili ai campi magnetici vaganti e alle correnti di dispersione prodotti da questi elettrodomestici.

Piani cottura a induzione, pro e contro

Nei piani cottura a induzione il calore per la cottura degli alimenti viene prodotto da una bobina alimentata dall’energia elettrica che genera un campo magnetico utile a riscaldare direttamente soltanto la pentola.

Il meccanismo descritto genera alcuni vantaggi nell’uso di questi elettrodomestici:

– risparmio energetico. Il rendimento termico è del 90%, contro il 40-45% del fornello a gas che cede gran parte del calore all’ambiente, e della percentuale analoga tipica dei piani radianti,

– sicurezza d’uso. In confronto ai fuochi tradizionali sono azzerati i rischi relativi alla fiamma e alla dispersione di gas. Inoltre, i piani a induzione si scaldano soltanto nella parte sottostante la pentola, per il calore da questa trasmesso. Ovviamente, la pentola cede a sua volta calore alla superficie su cui poggia,

– pulizia. Mentre nei tradizionali fuochi a gas la pulizia è complicata da bruciatori, spartifiamma e griglie, i piani cottura a induzione presentano una superficie piana e liscia, facilissima da pulire.

Gli svantaggi dell’induzione

Tanti pro devono venire considerati anche alla luce dei contro. In generale, i più comuni svantaggi correlati ai piani cottura a induzione riguardano

– prezzo di acquisto. Sebbene ridottosi con la diffusione di questi apparecchi, il prezzo rimane più elevato dei fuochi a gas. Passare all’induzione, inoltre, comporta l’acquisto di pentole idonee, in materiale ferromagnetico,

– rumore. Sia il ronzio prodotto durante il funzionamento, sia il rumore della ventola che rimane in funzione dopo lo spegnimento potrebbero risultare fastidiosi,

– consumo energetico. Nonostante i forti rincari del gas, l’energia elettrica rimane più costosa e, a parità di kw, la spesa per cucinare a induzione è più alta di circa un terzo. Peraltro, il funzionamento dell’intero piano cottura a potenza elevata potrebbe richiedere un contratto di fornitura superiore agli ordinari 3 kw tipici delle utenze domestiche.

Quali rischi per i portatori di pacemaker?

Per le persone portatrici di pacemaker, invece, lo svantaggio primario è il dubbio che i piani cottura a induzione pongano rischi di malfunzionamento dell’impianto cardiaco.

L’eventualità è stata studiata (poco), senza raggiungere evidenze univoche.

I produttori di questi elettrodomestici si mettono al riparo inserendo un’avvertenza nel libretto delle istruzioni. Riferisce per esempio Miele:

Avvertenza per persone con pacemaker: tenere presente che nelle immediate vicinanze dell’apparecchio in funzione si genera un campo elettromagnetico. La possibilità che il funzionamento del pacemaker ne risenta è molto remota. In caso di dubbi rivolgersi al produttore del pacemaker o al proprio medico’.

Nessun dubbio, invece, per altri dispositivi:

‘Il campo elettromagnetico del piano acceso può influenzare il funzionamento degli oggetti soggetti a magnetizzazione. Non tenere nelle immediate vicinanze del piano cottura carte di credito, dispositivi di memoria, calcolatrici’.

Il caso del pacemaker unipolare sul lato sinistro

Un’evidenza netta di rischio nell’uso di piani a induzione da parte di portatori di pacemaker viene invece riferita da uno studio del 2003 (Irnich W, Bernstein AD.) pubblicato su Europace, organo ufficiale della European Society of Cardiology e della European Heart Rhythm Association, pubblicato dalla Oxford University Press. (1)

Secondo i ricercatori, ‘i pazienti sono a rischio se l’impianto è unipolare e sul lato sinistro, se si trovano il più vicino possibile al piano di cottura a induzione e se la pentola non è concentrica con la bobina di induzione. 

I sistemi di stimolazione unipolare possono rilevare l’interferenza generata dalle correnti di dispersione se il paziente tocca la pentola per un lungo periodo di tempo. La risposta più probabile all’interferenza è il passaggio a una modalità di interferenza asincrona. I pazienti portatori di pacemaker unipolari sono a rischio solo se non sono pacemaker-dipendenti’.

Quali precauzioni

Alle persone con generatori di impulsi a rilevamento unipolare che vogliano cucinare con un piano cottura a induzione i ricercatori forniscono i seguenti consigli:

– mantenere una distanza di 35 cm, la lunghezza dell’avambraccio, rispetto al piano cottura e non sporgersi in avanti,

– posizionare le pentole in modo concentrico rispetto alle bobine di induzione,

non toccare a lungo le pentole sul piano cottura né utilizzare utensili metallici.

Qualora non si abbia ancora acquistato un piano cottura a induzione, aggiungiamo noi, conviene ponderare bene l’opportunità di farlo.

Marta Strinati

Note

(1) Irnich W, Bernstein AD. Do induction cooktops interfere with cardiac pacemakers? Europace. 2006 May;8(5):377-84. doi: 10.1093/europace/eul014. Epub 2006 Mar 23. PMID: 16635999. https://academic.oup.com/europace/article/8/5/377/460579 

Marta Strinati

Giornalista professionista dal gennaio 1995, ha lavorato per quotidiani (Il Messaggero, Paese Sera, La Stampa) e periodici (NumeroUno, Il Salvagente). Autrice di inchieste giornalistiche sul food, ha pubblicato il volume "Leggere le etichette per sapere cosa mangiamo".

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