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Veneto. Le Mamme No PFAS pubblicano la lista degli alimenti contaminati

Le Mamme NO PFAS e Greenpeace hanno reso pubblica la nutrita lista degli alimenti contaminati dai pericolosi PFAS, in Veneto. (1)

Migliaia di analisi – condotte dall’ARPA e dall’ISS (Istituto Superiore di Sanità) nel 2016/2017 – erano state occultate dalla Regione Veneto, perciò condannata al TAR. (2)

Si attendono ora gli interventi del ministro della Transizione Ecologica, per garantire un’efficace quanto complessa bonifica ambientale, e della magistratura penale. #VanghePulite, anzi Norimberga.

La pràivasi del siór Zaia

Greenpeace aveva richiesto alla Regione Veneto l’accesso alle informazioni relative all’impatto sulla filiera alimentare dell’ecocidio provocato dall’industria chimica Miteni in 40 anni di sversamento di PFAS e altre sostanze chimiche tossiche. Nelle falde acquifere che servono a nutrire oltre 400 mila esseri umani, gli animali da reddito, l’irrigazione dei campi e la trasformazione degli alimenti.

Il siór Zaia aveva però accampato il teorema della pràivasi (privacy) degli agricoltori, per negare la richiesta di accesso al ‘Piano di campionamento degli alimenti per la ricerca di sostanze perfluoroalchiliche’ realizzato dall’ISS su delega della Regione Veneto, nel 2016-2017. In spregio ai diritti d’informazione ambientale affermati in UE, Italia inclusa. (3)

Informazioni ambientali, il diritto di accesso

Le informazioni ambientali a cui i cittadini hanno diritto di accedere si estendono a:

– ‘lo stato della salute e della sicurezza umana, compresa la contaminazione della catena alimentare, le condizioni della vita umana’,

– ‘le misure, anche amministrative, quali le politiche, le disposizioni legislative, i piani, i programmi, gli accordi ambientali e ogni altro atto, anche di natura amministrativa, nonché le attività che incidono o possono incidere sugli elementi e sui fattori dell’ambiente’ (d.lgs. 195/05, articolo 2.1.a, punti 6 e 3).

TAR Veneto, la condanna al siór Zaia

L’autorità pubblica ‘rende disponibile (…) l’informazione ambientale detenuta a chiunque ne faccia richiesta, senza che questi debba dichiarare il proprio
interesse’. Ottemperandovi ‘quanto prima possibile e, comunque, entro 30 giorni dalla data del ricevimento della richiesta’. 60 giorni, nei soli casi di particolare entità e complessità (d.lgs. 195/05, articolo 3).

Il TAR Veneto ha così condannato il sìor Luca Zaia a dare riscontro alla richiesta di accesso agli atti, entro i 60 giorni dalla pubblicazione della sentenza 25.3.21. (2) Esibire cioè non soltanto i dati aggregati sulle contaminazioni, ma anche i dettagli sul numero di campioni, la geolocalizzazione dei punti e/o aziende agricole e imprese di trasformazione alimentare ove essi sono stati prelevati, i livelli di contaminazione.

Mamme NO PFAS, Greenpeace. I dati del disastro e le omissioni della Regione Veneto

Mamme NO PFAS e Greenpeace hanno pubblicato un documento congiunto, il 20.9.21 (4,5,6). Per fare il punto sul disastro e denunciare le gravi omissioni della Regione Veneto nella gestione di una crisi che riguarda la sicurezza alimentare, l’ambiente e la salute pubblica.

Il rapporto ISS di ‘Valutazione dell’esposizione alimentare e caratterizzazione del rischio’ (2019), si annota preliminarmente, riferisce all’esecuzione di analisi su 1.248 alimenti (614 di origine vegetale e 634 di origine animale).

La Regione Veneto ha però fornito un numero inferiore di dati, rilevano le due associazioni. A seguire le prime note, con aggiunta in viola di ulteriori riflessioni dello scrivente.

1) Alimenti contaminati da PFAS

La contaminazione degli alimenti ha raggiunto livelli molto elevati. I dati parziali disponibili indicano i seguenti picchi:

  • 37.100 ng/kg di PFAS nelle uova, 400-36.800 le carni (dal muscolo bovino fegato suino), 18.600 il pesce (carpe),
  • 3.500 ng/kg le albicocche, 2.900 l’uva da vino, 2.700 le ciliegie, 2.600 le pere,
  • 2.600 ng/kg i fagiolini, 1.900 il mais, 1.300 la lattuga, 800 piselli e pomodori.

Le ULSS incaricate dei prelievi (ULSS 8 Berica, ULSS 6 Euganea e ULSS 9 Scaligera) hanno omesso però di raccogliere i campioni delle matrici alimentari di maggior rilevanza produttiva. Perché sono state omesse le analisi su spinaci, radicchio, kiwi, meloni, angurie, grano, soia, mele, altri vegetali a foglia larga? Chi ha dato l’ordine di escludere tali produzioni dalle analisi?

2) Carenze analitiche

Le analisi hanno omesso di identificare e misurare la presenza di singole molecole tossiche diverse da PFOA e PFOS. Sebbene la letteratura scientifica riferisca la tossicità di numerosi altri composti, nell’ampia famiglia PFAS.

EFSA, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, ha a sua volta considerato le molecole PFNA e PFHxS, in aggiunta alle due di cui sopra, per definire una dose settimanale tollerabile complessiva (Tolerable weekly intake,TWI) di 4,4 ng/kg di peso corporeo. (7)

3) Omessa gestione del rischio

La Regione Veneto – primo responsabile della gestione del rischio verificatosi nei propri territori, nelle figure del suo presidente Luca Zaia e della direttrice Prevenzione, Sicurezza Alimentare, Veterinaria Francesca Russo – risulta aver omesso di:

– notificare nel sistema europeo di allerta (Rapid Alert System on Food and Feed, RASFF), attraverso il punto di contatto ministeriale, i gravi rischi identificati, (8)

– intraprendere le azioni correttive a tutela della sicurezza alimentare. Anzitutto il richiamo pubblico di tutti gli alimenti potenzialmente a rischio e la sospensione delle attività coinvolte fino a loro messa in sicurezza, (9)

– analizzare altre matrici alimentari, incluse quelle prodotte nella c.d. zona arancione (cioè ai margini della zona rossa, epicentro del disastro ambientale),

– adottare le misure necessarie alla salvaguardia della salute pubblica rispetto ai rischi individuati. Dichiarare perciò lo stato di emergenza, in modo da garantire il ristoro immediato dei danni, in attesa del processo nei confronti dei primi responsabili del disastro ambientale,

– valutare, anche con il supporto di ISS, i maggiori rischi di esposizione dietetica a PFAS per la popolazione locale già soggetta a esposizione ambientale cronica. (10)

4) Omissione di follow-up della crisi

La diffusione e gravità straordinarie della crisi di sicurezza alimentare, in 22 dei 26 Comuni ove i campioni sono stati prelevati, avrebbe dovuto indurre ad ampliare l’indagine su una zona più ampia. E soprattutto, a proseguire le analisi che invece risultano interrotte nel 2017, come se tutto fosse andato bene anziché malissimo.

A ciò si aggiunge l’assenza di azioni risolutive volte ad azzerare l’inquinamento e a ridurre, almeno progressivamente, la contaminazione delle acque non destinate a uso potabile’. (4)

Chi inquina paga?

Il processo Miteni – per i delitti di avvelenamento delle acque, disastro doloso, inquinamento ambientale e bancarotta fraudolenta – ha preso il via l’1.7.21, presso la Corte d’Assise di Vicenza. A otto anni di distanza da quando i fatti sono stati accertati, a maggio 2013, quando il ministero dell’Ambiente trasmise alla Regione Veneto una relazione sul disastro ambientale, elaborata dal CNR.

Gli imputati sono 15, tra cui i manager giapponesi di Mitsubishi Corporation e i lussemburghesi di International Chemical Investors (che controlla Miteni dal 2009). Il disastro è probabilmente iniziato ai tempi in cui l’industria chimica venne avviata, col nome Rimar, dal gruppo Marzotto. Ed è proseguito sotto la gestione Mitsubishi-Enichem, dal 1998 al 2009, prima ancora dell’ingresso degli investitori del Lussemburgo.

Una riforma dei reati ambientali è però indispensabile, al duplice scopo di escluderne la prescrizione ed estendere a essi ogni misura già stabilita in Italia per i reati associativi di tipo mafioso. Solo così si potrà garantire la premessa del principio ‘chi inquina paga’ – cristallizzato nel diritto europeo (12) – che proprio in Veneto assume rilievo anche per via dei consumi di prodotti agrochimici in misura 12 volte superiore alla media UE. (13)

Bonifica ambientale, #VanghePulite

Il ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani è forse l’unico oggi a poter garantire la ricerca, sviluppo e attuazione di un adeguato programma di bonifica ambientale. Tenuto conto di gravità ed estensione dell’inquinamento da sostanze chimiche tossiche che sono note come forever chemicals, proprio a causa della loro persistenza nell’ambiente e resistenza al degrado.

Le competenti Procure della Repubblica devono altresì sottoporre a indagini il governatore della Regione Veneto e i suoi accoliti, per avere deliberatamente omesso le doverose misure di gestione e comunicazione del rischio di salute pubblica. Così contribuendo all’esposizione a gravi pericoli di centinaia di migliaia di persone, anche al di fuori della Regione per quanto attiene alla circolazione di alimenti contaminati.

Norimberga

Il sostegno bulgaro alla politica del siór Zaia non può assolverlo da responsabilità gravissime. Per non avere protetto i suoi cittadini – e in minor misura i consumatori residenti altrove dei cibi contaminati – da pericoli di vita e malattie incurabili. Tumori, patologie endocrine, neurologiche e cardiovascolari, diabete sono i rischi più gravi, il crollo della fertilità maschile quello più diffuso.

La consigliera regionale di Europa Verde, Cristina Guarda, osserva come ‘in questi anni in Veneto si è perso tempo prezioso’.

Da imprenditrice agricola nella cosiddetta zona rossa, ho evidenziato la necessità di azioni e a supporto del settore agricolo, proponendo una risposta coordinata da parte degli assessorati regionali che si occupano di agricoltura e sanità, poiché sulla questione Pfas avrebbero dovuto agire di concerto o almeno coordinandosi.’

PFAS, la lezione tedesca

Europa Verde, per voce di Cristina Guarda, richiama la lezione tedesca nella gestione di crisi ambientali legate a contaminazioni da PFAS. A partire dal 2013 si sono verificati due incidenti in Baden-Württemberg, su 884 ettari di territori.

Il Land e il governo federale però, anziché nascondere i veleni sotto il tappeto, hanno subito attivato le misure idonee a tutelare la popolazione. Nuove derivazioni d’acqua ma anche nuovi piani per l’agricoltura, con la promozione di determinate produzioni rispetto ad altre, e bonifica dei terreni come della falda.

Dario Dongo

Immagine di copertina tratta da PFAS.land

Note

(1) Dario Dongo. Sostanze chimiche tossiche in imballaggi e stoviglie usa e getta. Inchiesta sui PFAS in UE. GIFT (Great Italian Food Trade). 29.5.21, https://www.greatitalianfoodtrade.it/imballaggi-e-moca/sostanze-chimiche-tossiche-in-imballaggi-e-stoviglie-usa-e-getta-inchiesta-sui-pfas-in-ue

(2) Marco Milioni. Contaminazione da Pfas sulla catena alimentare, la Regione Veneto dovrà desecretare i dati: al Tar Greenpeace manda palazzo Balbi KOhttps://supporto01.blogspot.com/2021/04/contaminazione-da-pfas-sulla-catena.html?m=1

(3) D.lgs. 195/05 e successive modifiche. Attuazione della direttiva 2003/4/CE sull’accesso del pubblico all’informazione ambientale. Testo aggiornato al 15.9.10 su Normattiva https://bit.ly/2XFTIh4

(4) Mamme No Pfas, Greenpeace. PFAS negli alimenti dell’area rossa del Veneto. Comunicato stampa 20.9.21, https://bit.ly/3nV9zD1

(5) Marco Milioni. Pfas e alimenti: c’è contaminazione in 22 comuni su 26. Vicenza Today. 20.9.21, https://www.vicenzatoday.it/attualita/alimenti-contaminati-pfas-carte-segrete-ambientalisti-20-settembre-2021.html

(6) Luca Bortoli. Veneto. Pfas, adesso è ufficiale: contaminati gli alimenti, e «nulla è stato fatto». Avvenire. 21.9.21, https://www.avvenire.it/attualita/pagine/pfas-allarme-su-carne-verdura-e-frutta

(7) EFSA, CONTAM panel (2020). Risk to human health related to the presence of perfluoroalkyl substances in food. EFSA Journal 2020;18(9):6223. https://doi.org/10.2903/j.efsa.2020.6223

(8) La ricerca di notifiche italiane aventi per oggetto PFAS, nel periodo da 31.12.15 al 21.9.21, ha esito nullo sul database RASFF (https://bit.ly/3AxNzkW)

(9) Reg. CE 178/02, c.d. General Food Law, articolo 19. Per approfondimenti si veda l’ebookSicurezza alimentare. Regole cogenti e norme volontarie’ LINK https://www.greatitalianfoodtrade.it/libri/sicurezza-alimentare-regole-cogenti-e-norme-volontarie-il-nuovo-libro-di-dario-dongo

(10) A fronte di un limite di intossicazione massimo da PFOA definito in 8 ng/l di sangue, ISS ha rilevato una media di 13,8 ng/l e di 40 ng/l (con picchi di 159 ng/l), rispettivamente, su 259 residenti e 122 agricoltori e allevatori nella zona rossa vicentina. Non si ha notizia di altri biomonitoraggi (es. biopsie sui tessuti di persone vive e non)

(11) Giuseppe Pietrobelli. Pfas, al via il processo a Vicenza, otto anni dopo la scoperta dell’inquinamento della falda. Il Fatto Quotidiano. 1.7.21, https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/07/01/pfas-al-via-il-processo-a-vicenza-dopo-otto-anni-dalla-scoperta-dellinquinamento-della-falda/6247733/

(12) Direttiva 2004/35/CE, sulla responsabilità ambientale in materia di prevenzione e e riparazione del danno ambientale. Testo consolidato al 26.6.19 su Europa Lex, https://bit.ly/3CB0Eux

(13) Dario Dongo. Pesticidi, il pericolo di Peter Pan. Égalité. 5.10.19, https://www.egalite.org/pesticidi-il-pericolo-di-peter-pan/

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