HomeSicurezzaSicurezza dei lavoratori in era Covid-19, le linee guida OSHA (USA)

Sicurezza dei lavoratori in era Covid-19, le linee guida OSHA (USA)

OSHA (Occupational Safety and Health Administration) – l’ente istituito nel 1971 in USA, presso il Department of Labor, per migliorare la sicurezza dei lavoratori – ha pubblicato le linee guida per affrontare l’era Covid-19. (1) Un documento strutturato ma di agile lettura, ove è possibile trovare alcuni dettagli che invece mancano alle misure di contenimento definite dalle parti sociali in Italia (2,3). Utili spunti e criticità a seguire.

OSHA Guidance on Preparing Workplaces for COVID-19

Le linee guida OSHA forniscono indicazioni concrete su come procedere all’analisi del rischio di contagio da SARS-CoV-2 nei diversi contesti lavorativi. Proprio sulla base dell’analisi del rischio – tenuto anche conto delle buone prassi di igiene industriale e gli atti di prevenzione delle infezioni tradizionali già elaborate da OSHA – i datori di lavoro devono organizzare procedure efficaci. Pianificare quindi la riorganizzazione del lavoro, l’impiego sistematico dei dispositivi di protezione individuale (DPI o PPE, Personal Protective Equipment), controlli tecnici e amministrativi.

Covid-19, i concetti-chiave

È indispensabile, anzitutto, condividere i concetti chiave legati a SARS-CoV-2 che, si sottolinea, è un virus altamente contagioso. L’unico, tra i 103 coronavirus sequenziati in questi anni, di cui è accertata la trasmissione anche da parte di persone asintomatiche o paucisintomatiche.

Le modalità di trasmissione meritano l’adozione di particolari cautele. Il contatto diretto è la via primaria che in USA si intende prevenire, si noti bene, mediante definizione di una distanza di sicurezza interpersonale doppia rispetto a quella stabilita in Italia (6 feet, quasi 2 metri, anziché 1). (4)

Attenzione specifica va dedicata, aggiungiamo noi, alla persistenza di SARS-CoV-2 sulle superfici. Un recente studio della Universidade Federal de Minas Gerais (Brasile) ha rivelato la presenza del virus nel 16,8% dei 101 campioni prelevati in luoghi pubblici (stazioni di bus, piazze e strade, spazi vicino a ospedali). (5) In aggiunta ad altre ricerche sperimentali già pubblicate (6,7,8). Le quali meritano altresì considerazione nell’aggiornamento dei piani HACCP, per garantire la sicurezza alimentare. (9)

Piano di prevenzione

Ogni datore di lavoro deve informare e formare tutti gli addetti agli elementi di cui sopra e al rispetto delle procedure adottate in azienda per ridurre il rischio di esposizione a SARS-CoV-2 dei lavoratori (e visitatori, inclusi fornitori di merci e servizi, es. manutenzione, pulizia, trasporto, sorveglianza).

Bisogna perciò sviluppare un preparedness plan che comprenda sia misure di prevenzione, sia azioni correttive da adottare in condizioni di pericolo (sintomi e positività al virus, contatti a rischio con malati o sospetti). E dunque:

– analisi dei livelli di rischio associati ai vari siti e ambienti di lavoro (di cui è prevista classificazione preliminare, v. ultimo paragrafo a seguire) e alle mansioni lavorative svolte dai singoli,

– preparazione e risposta alle malattie infettive, mediante l’adozione di azioni protettive contro COVID-19, sulla base dei rischi specifici individuati,

– intercettazione tempestiva dei soggetti a rischio di infezione (viaggiatori, operatori sanitari non protetti a contatto con malati o sospetti),

– condivisione dei fattori di rischio non professionali (a casa e in ambito sociale),

– considerazione dei fattori di rischio individuali dei lavoratori (età avanzata, comorbidità, con precipuo riguardo a condizioni di immunocompromissione, gravidanza, etc.),

– riorganizzazione. Distanziamento sociale, turni di lavoro scaglionati, rimodulazione dei livelli produttivi, smart working, svolgimento delle operazioni essenziali con una forza lavoro ridotta, addestramento dei lavoratori verso diverse fasi della produzione per mantenere continuità anche in caso di riduzione del personale,

– aggiornamento e integrazione del piano in relazione a novità organizzative o fattori esterni, (10)

Precauzioni igieniche

Il piano di prevenzione basato sull’analisi del rischio è integrato da una serie di precauzioni igieniche di base:

– lavaggi frequenti e accurati delle mani, (7)

– igiene respiratoria (anche mediante fornitura di fazzoletti in carta a clienti/pubblico e predisposizione di contenitori chiusi per il loro smaltimento),

– utilizzo dei respiratori N95, noti anche come FFP3) o mascherine e altri DPI, in relazione ai siti e alle attività svolte,

– limitare i movimenti del personale all’interno dei locali,

– sviluppare, implementare e comunicare strumenti di flessibilità sul lavoro,

– scoraggiare la condivisione di telefoni, scrivanie, uffici. Disincentivare l’avvicendamento di persone sugli stessi strumenti e attrezzature,

– mantenere regolari pratiche di pulizia di superfici, attrezzature, ambienti di lavoro,

– utilizzare disinfettanti attivi contro i patogeni virali emergenti.

Risorse umane

La gestione delle risorse umane dovrebbe seguire i seguenti criteri:

– ricorrere a modalità/orari di lavoro flessibili (telelavoro, turni scaglionati), per aumentare la distanza fisica tra dipendenti,

– favorire il congedo temporaneo non punitivo dei lavoratori non essenziali,

– sviluppare politiche e procedure per l’identificazione rapida e l’isolamento delle persone malate. Incoraggiare perciò i dipendenti a monitorare in via autonoma segni e sintomi di COVID-19 e segnalare eventuali sintomi o notizie di malattia,

– incoraggiare i lavoratori a rimanere a casa se positivi o malati,

– garantire politiche flessibili che consentano ai dipendenti di rimanere a casa per prendersi cura di familiari, bambini e congiunti malati.

Verifiche

Le verifiche di efficacia del preparedness plan devono considerare i vari aspetti logistici e organizzativi.

– infrastrutture. Bisogna verificare che i luoghi di lavoro e le attrezzature siano di per sé idonei a ridurre i rischi di contagio. Senza senza fare affidamento sul comportamento dei lavoratori.

▶️ Installazione di filtri dell’aria ad alta efficienza, e aumento della velocità di ventilazione nell’ambiente di lavoro. Aspetti tuttora ignorati in Italia, sebbene sia già accertata la trasmissione del virus anche attraverso gli impianti di aerazione. (9) Barriere fisiche per le protezioni da starnuti e sportelli protetti per i servizi clienti vanno altresì verificati,

– organizzazione e formazione. I contatti tra lavoratori e clienti dovrebbero avere luogo mediante riunioni virtuali anziché fisiche, favorendo il telelavoro e la rarefazione delle presenze nei locali. Prevedere il mantenimento costante della distanza tra le persone, interrompere i viaggi/trasferte non essenziali, sviluppare piani di comunicazione di emergenza, fornire ai lavoratori istruzione/formazione aggiornata su fattori di rischio e precauzioni indispensabili, formazione su come indossare/togliere correttamente i DPI,

– pratiche di lavoro sicure e uso corretto dei dispositivi di protezione individuale (guanti, occhiali, schermi per il viso, maschere per il viso e protezione respiratoria). Idoneità dei DPI selezionati rispetto ai pericoli individuati, loro sanificazione e sostituzione periodica, custodia e smaltimento.

Classificazione del rischio

L’esposizione professionale a SARS  CoV-2 è soggetta a una classificazione del rischio (molto alto, alto, medio o basso). Il livello di rischio dipende dal settore produttivo e dall’inevitabilità della vicinanza tra le persone, <2 metri, in ambienti chiusi.

I lavori a rischio molto elevato sono quelli riferiti a personale sanitario (medici, infermieri, dentisti, paramedici, tecnici) chiamato a gestire emergenze, broncoscopie, odontoiatria, esami o raccolta di campioni invasivi su pazienti COVID noti o sospetti.

Alto rischio di esposizione si identifica nei lavori con esposizione a fonti note o sospette di Covid-19. Personale sanitario e di supporto che debba entrare nelle stanze dei pazienti, positivi o sospetti di positività al nuovo coronavirus.

▶️ Il rischio medio di esposizione si individua nelle attività che postulano un contatto (entro 2 metri) frequente e/o stretto con persone ‘a rischio Covid’. Vale a dire la quasi totalità dei lavori a contatto con il pubblico.

In questi casi, oltre alle barriere fisiche, le limitazioni di accesso e la rarefazione delle presenze, si raccomanda di fornire, quali DPI, la combinazione di guanti/abito/maschera per il viso e/o occhiali.

Il basso rischio di esposizione si riscontra nei luoghi che prevedono contatto interpersonale minimo. L’attenzione in questo caso, ad avviso di OSHA, va focalizzata sulla formazione e il monitoraggio delle condizioni di salute del personale. (10)

Criticità del sistema produttivo USA

L’impegno di OSHA, che si distingue tra l’altro per l’intensa attività di standardizzazione, non trova purtroppo corrispondenza nella politica federale e degli Stati USA. I dati su infortuni, malattie e morti sul lavoro sono invero ancora significativi, in termini generali. (11) E il Bureau of Labor Statistics ha già annunciato la ‘difficoltà’ – o nolontà – di elaborare dati sull’incidenza di Covid-19 al riguardo. (11)

Il Messico rappresenta poi forse la più grave falla nel sistema produttivo USA. Le Corporation basate negli Stati Uniti – a seguito dell’entrata in vigore del NAFTA (North American Free Trade Agreement), l’1.1.94 – hanno ampiamente delocalizzato in Messico la produzione industriale. Auto e aerei, armi ed elettrodomestici, e tanto altro.

La politica NIMBY (Not in my back yard) che da sempre ispira la globalizzazione dello sfruttamento di comunità ed ecosistemi viene ora così azionata per costringere i lavoratori messicani delle fabbriche di proprietà o a servizio dell’economia USA a non interrompere le attività. Quand’anche le condizioni di lavoro non consentano di garantirne la sicurezza (12,13).

Dario Dongo, Sarah Lanzilli, Amaranta Traversa, Claudio Biglia

Note

(1) OSHA (Occupational Safety and Health Administration). Guidance on Preparing Workplaces for COVID-19. Documento OSHA 3990-03 2020, https://www.osha.gov/Publications/OSHA3990.pdf

(2) Dario Dongo. Coronavirus, misure di contenimento negli ambienti di lavoro. Protocollo 14.3.20. GIFT (Great Italian Food Trade). 14.3.20, https://www.greatitalianfoodtrade.it/sicurezza/coronavirus-misure-di-contenimento-negli-ambienti-di-lavoro-protocollo-14-3-20

(3) Amaranta Traversa, Sarah Lanzilli, Claudio Biglia, Dario Dongo. Covid-19 e sicurezza sul lavoro, Protocollo 24.4.20. L’ABC. GIFT (Great Italian Food Trade). 1.5.20, https://www.greatitalianfoodtrade.it/sicurezza/covid-19-e-sicurezza-sul-lavoro-protocollo-24-4-20-l-abc

(4) Dario Dongo. Distanze di sicurezza, la chiave per arginare Covid-19. Égalité. 31.3.20, https://www.egalite.org/distanze-di-sicurezza-la-chiave-per-arginare-covid-19/

(5) Jonatas Santos Abrahao, Livia Sacchetto Pengo et al. Detection of SARS-CoV-2 RNA on public surfaces in a densely populated urban area of Brazil. MedRxiv (pre-published study, before peer-review). doi: https://doi.org/10.1101/2020.05.07.20094631

(6) Dario Dongo, Martina Novelli. Il coronavirus persiste a lungo sulle superfici, ecco come inattivarlo. Égalité. 15.3.20, https://www.egalite.org/il-coronavirus-persiste-a-lungo-sulle-superfici-bisogna-sanificare-anche-gli-smartphone/

(7) Martina Novelli, Dario Dongo. Covid-19, disinfettanti idro-alcolici per le mani. Come sanificare superfici, bagni, tessuti. Égalité. 23.4.20, https://www.egalite.org/covid-19-disinfettanti-idro-alcolici-per-le-mani-come-sanificare-superfici-bagni-tessuti/

(8) Dario Dongo, Andrea Gazzetta, Fabrizio De Stefani. Covid-19 e sicurezza alimentare, azioni preventive e correttive. GIFT (Great Italian Food Trade). 6.5.20, https://www.greatitalianfoodtrade.it/sicurezza/covid-19-e-sicurezza-alimentare-azioni-preventive-e-correttive

(9) Dario Dongo, Martina Novelli. Mascherine per tutti? Gli studi scientifici a favore. Égalité. 7.4.20, https://www.egalite.org/coronavirus-mascherine-per-tutti-gli-studi-scientifici-a-favore/

(10) Informazioni aggiornate su www.osha.gov, www.cdc.govwww.cdc.gov/niosh

(11) US Bureau of Labor Statistics (BLS). Census of Fatal Occupational Injuries (CFOI) – Current and Revised Data, https://www.bls.gov/iif/oshcfoi1.htm#2018

(12) US Bureau of Labor Statistics (BLS). Effects of COVID-19 Pandemic on Workplace Injuries and Illnesses, Compensation, and Occupational Requirements Statistics. 30.4.20, https://www.bls.gov/bls/effects-of-covid-19-on-workplace-injuries-and-illnesses-compensation-and-occupational-requirements.htm

(12) Viri Ríos. Coronavirus Has Mexico’s Workers Pinned Between U.S. Business Interests and Their President’s Obsessive Austerity. The Intercept. 1.5.20

(13) Natalie Kitroeff. As Workers Fall Ill, U.S. Presses Mexico to Keep American-Owned Plants Open. The New York Times. 30.4.20

Medico veterinario, specialista in ispezione degli alimenti di origine animale. Partecipa a diversi progetti di ricerca in sicurezza e microbiologia alimentare. Coautrice di numerose monografie in tema di sicurezza alimentare e oltre trenta pubblicazioni scientifiche.

Medico veterinario, specializzato in ispezione degli alimenti di origine animale. Dal 1982 è veterinario pubblico, dal 1990 insegna presso le Università di Torino e di Teramo. Autore di oltre settanta pubblicazioni scientifiche e coautore di vari testi su microbiologia, radiocontaminazione degli alimenti, vigilanza, diritto sanitario e alimentare, commercio in aree pubbliche e di comunicazione in emergenza sanitaria.

Veterinario dirigente ASL CITTA’ di TORINO, specialista in Ispezione degli alimenti di origine animale, cultore della legislazione alimentare, ha pubblicato su riviste internazionali e si occupa, tra l’altro, di food delivery e di igiene della ristorazione collettiva.

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