HomeSicurezzaNuovi OGM, il blitz dei deputati italiani con la scusa della guerra

Nuovi OGM, il blitz dei deputati italiani con la scusa della guerra

Con la scusa della guerra in Ucraina, un gruppo di deputati italiani invita il governo ad aprire alla coltivazione dei nuovi OGM. Lo denuncia la Coalizione Italia Libera da OGM – di cui la nostra Égalité onlus fa parte – che evidenzia l’illegalità della maldestra iniziativa.

Nuovi OGM, il blitz

L’11.5.22 la Camera dei deputati ha approvato alcune mozioni che chiedono al governo di adottare misure urgenti con il pretesto di fronteggiare gli impatti della guerra in Ucraina sulla nostra economia.

Fra queste, la richiesta è di intervenire sul settore agricolo e ‘adottare iniziative per sviluppare, promuovere e incentivare …. nuove tecnologie applicabili in agricoltura per il miglioramento genetico basate, ad esempio, su cisgenesi e genome editing, … e, dunque, a promuovere iniziative normative che consentano il pieno sviluppo delle tecnologie di evoluzione assistita (TEA), anche con il coinvolgimento degli istituti di ricerca nazionali e delle istituzioni universitarie’.

Proposta illegale

La richiesta dei deputati è palesemente illegale.

Dare seguito a queste richieste andrebbe in senso contrario alla legislazione italiana in vigore dal 2000, ma anche di quella europea.

La direttiva UE 2001/18 – grazie alla sentenza della Corte di Giustizia europea del luglio 2018 – ricomprende gli organismi ottenuti tramite le nuove tecniche di creazione varietale (definite con le sigle NBT, NGT o TEA), considerandoli OGM a tutti gli effetti e obbligandoli a valutazione preventiva del rischio, tracciabilità ed etichettatura‘, spiega la Coalizione Italia Libera da OGM.

Un business per pochi

Il mancato rispetto della decisione della Corte di Giustizia europea, e l’aggiramento della direttiva europea attualmente in vigore, rischierebbe di produrre danni economici giganteschi all’agricoltura italiana, e in particolar modo al settore del biologico. Danni che sono difficilmente quantificabili e irreversibili.

Il tutto per garantire il vantaggio di poche imprese sementiere italiane e, soprattutto, delle multinazionali che dominano il mercato mondiale, già in possesso della quasi totalità dei brevetti necessari allo sviluppo dei nuovi OGM.

L’attacco di Syngenta

La proposta dei deputati arriva a ridosso dell’attacco frontale all’agricoltura biologica da parte dell’amministratore delegato di Syngenta, una delle quattro più grandi multinazionali agrochimiche e sementiere sul Pianeta, secondo cui ‘Di fronte alla minaccia di una crisi alimentare globale, è necessario rinunciare all’agricoltura biologica‘.

Una dichiarazione priva di fondamento e pericolosa per un modello di produzione e consumo in forte crescita, che ha portato l’Italia ad essere oggi un Paese leader di settore nell’UE e nel mondo‘, sottolinea la Coalizione.

Più biologico, mai OGM

Il biologico vale 7,5 miliardi in Italia e le aziende bio coltivano il 17% della superficie agricola utilizzata nel nostro Paese. ‘Con un target europeo che invita a raggiungere il 25% entro il 2030, partiamo da una posizione di vantaggio che sarebbe sconsiderato perdere in favore degli OGM, da qualunque tecnica essi vengano ottenuti.

L’enorme maggioranza dei consumatori – nonostante le crisi che continuano ad accavallarsi nel nostro Paese – rifiuta di avere nel piatto prodotti OGM, pretende un’etichettatura chiara e trasparente che permetta di poter conoscere, e quindi scegliere, con certezza ciò che mangia‘.

La soluzione è l’agroecologia

Le associazioni della Coalizione Italia libera da OGM mettono in guardia governo e Parlamento dal dare seguito alle richieste contenute negli atti proposti alla Camera, per evitare la distruzione di un’agricoltura libera da OGM che garantisce prodotti di qualità superiore e maggiore tutela degli ecosistemi.

Al contrario di quanto proposto alla Camera, l’Italia dovrebbe altresì migliorare la posizione dei contadini di piccola scala nella filiera, proteggendo le produzioni tipiche e favorendo lo sviluppo dell’agroecologia: con questa scelta rischia invece di spingerli fuori mercato, sdoganando produzioni geneticamente modificate, caratterizzate dall’uniformità e che non avranno l’impatto miracoloso che da sempre – contro ogni evidenza – viene loro attribuito.

Marta Strinati e Dario Dongo

Note

(1) Le mozioni presentate vedono come primi firmatari gli onorevoli Cillis, Viviani, Incerti, Spena, Gadda, Ripani, Fornaro, Gagnarli e sono state sottoscritte dagli onorevoli Meloni, Lollobrigida, Caretta, Ciaburro, Albano, Bellucci, Bignami, Bucalo, Butti, Caiata, Cirielli, De Toma, Deidda, Delmastro Delle Vedove, Donzelli, Ferro, Foti, Frassinetti, Galantino, Gemmato, Lucaselli, Mantovani, Maschio, Mollicone, Montaruli, Osnato, Prisco, Rampelli, Rizzetto, Rotelli, Giovanni Russo, Rachele Silvestri, Silvestroni, Trancassini, Varchi, Vinci, Zucconi.

Immagine di copertina da François Maret, le myblog https://bit.ly/3FWIw0X

Marta Strinati

Giornalista professionista dal gennaio 1995, ha lavorato per quotidiani (Il Messaggero, Paese Sera, La Stampa) e periodici (NumeroUno, Il Salvagente). Autrice di inchieste giornalistiche sul food, ha pubblicato il volume "Leggere le etichette per sapere cosa mangiamo".

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