HomeSicurezzaMele, uva, pere. Troppi residui di pesticidi negli alimenti. Rapporto di Legambiente

Mele, uva, pere. Troppi residui di pesticidi negli alimenti. Rapporto di Legambiente

Quasi un alimento su due contiene residui di pesticidi. Frutta e verdura anzitutto, oltre agli alimenti trasformati. Il rapporto annuale ‘Stop pesticidi‘ di Legambiente, realizzato quest’anno assieme ad Alce nero, pioniere del cibo biologico in Italia. (1)

Residui di pesticidi nei cibi in Italia

I dati raccolti nel 2019 dagli organi preposti al controllo ufficiale dei residui di prodotti ‘fitosanitari’ negli alimenti, a esito di analisi su (soli) 5.835 campioni, mostrano che:

– il 52% degli alimenti è privo di residui chimici,

– il 46,8% dei cibi contiene una o più molecole entro i limiti stabiliti,

– l’1,2% dei campioni è irregolare, vale a dire fuorilegge, per residui eccessivi e/o agrotossici vietati.

Effetto cocktail in oltre 1 cibo su 4

L’effetto cocktail è causa di grave preoccupazione. Oltre un cibo su quattro, il 27,6% dei quasi 6mila campioni analizzati, rivela la presenza di una pluralità di pesticidi, erbicidi, antifungini. I consumatori di alimenti ‘convenzionali’ – cioè non biologici – sono perciò esposti a un rischio di tossicità multipla (2,3,4).

‘Il problema vero è il multiresiduo, che la legislazione europea considera conforme se ogni singolo livello di residuo non supera il limite massimo consentito, benché sia noto da anni che le interazioni di più e diversi principi attivi tra loro possano provocare effetti additivi o addirittura sinergici a scapito dell’organismo umano‘ (Legambiente, rapporto No Pesticidi 2020).

Frutta, residui di pesticidi in 3 su 4 campioni

Il primo vettore di agrotossici nella dieta è la frutta non biologica. Quasi tre frutti su quattro contengono residui di pesticidi. Le analisi mostrano che:

– il 70,2%, sebbene considerato ‘in regola’, presenta residui di uno o più agrotossici,

– l’1,3% è irregolare, per tipo o quantità dei residui. Spiccano le mele, con l’1,8% di campioni irregolari,

– solo il 28,5% della frutta è priva di residui.

5 frutti esprimono la maggiore quantità di agrochimica, molto spesso in formula cocktail (cioè multiresiduo, un mix di diverse molecole):

– uva 89,2%, di cui il 77,8% in mix,

– pere 85,9%, di cui il 73,6% in cocktail. Alcuni campioni di pere presentano fino a 11 residui contemporaneamente,

– pesche (83,5%), di cui il 67,9% con residui multipli,

– fragole (78,7%), per il 62,7% con miscele di pesticidi,

– mele (75,9%), per oltre la metà (54%) multiresiduo.

cocktail venefici sono inoltre frequenti nel pompelmo rosso e nelle bacche di goji, che a loro volta contengono fino a 10 residui.

Verdura e veleni

Due risultati estremi emergono dalle analisi sulla verdura. L’uno favorevole, vale a dire una buona quantità di alimenti privi di residui (64,1%). L’altro preoccupante, nella verdura si rileva il maggior numero di irregolarità (l’1,6%). Le violazioni sono concentrate in peperoni (8,1% di irregolarità), ortaggi da fusto (es. asparagi, sedani, finocchi, 6,3% irregolari) e legumi (4,1%).

Le maggiori quantità di fitofarmaci sono state rilevate in:

– pomodori (55,8%),

– peperoni (58,1%),

– carote (55,3%).

Alimenti trasformati

Tra gli alimenti trasformati, invece, i residui di pesticidi, anche in mix, sono più frequenti su vino (57,3%) e prodotti a base di cereali integrali (55,7%).

Il risultato complessivo, per l’intera categoria degli alimenti trasformati, è più favorevole:

-61,5% senza residui,

-20,9% multiresiduo,

-15,7% con un solo residuo

-0,2% irregolari.

Residui di pesticidi, quali irregolarità

L’irregolarità è legata al superamento dei limiti massimi di residui consentiti (54,4% dei casi), alla presenza di sostanze non ammesse (17,6%), ovvero al ricorrere di entrambe le violazioni (19,1%).

Le sostanze in dosi eccessive rilevate con maggiore frequenza nei campioni irregolari sono

– l’organofosforico Chlorpyrifos, nell’11% dei casi, (5)

– il neonicotinoide Acetamiprid, nell’8% dei casi.

I veleni più presenti

La varietà di veleni impiegati in agricoltura e residuati nei cibi è ampia. Le analisi rilevano la presenza di oltre 165 sostanze. L’uva da tavola e i pomodori ne contengono la maggior varietà, rispettivamente 51 e 65 miscele differenti. È improbabile trovarne traccia sui quaderni di campagna ma del resto, come abbiamo denunciato, gli agrotossici sono contrabbandati anche da Amazon.

Gli agrotossici più diffusi sono 13, in prevalenza fungicidi e insetticidi. In ordine decrescente Boscalid, Dimethomorph, Fludioxonil, Acetamiprid, Pyraclostrobin, Tebuconazole, Azoxystrobin, Metalaxyl, Methoxyfenozide, Chlorpyrifos, Imidacloprid, Pirimiphos-methyl e Metrafenone.

Il glifosato mantiene posizione. Oltre ad avvelenare le acque italiane – spesso oltre i limiti consentiti, come rilevato da ISPRA nel rapporto Pesticidi nelle Acque – il glifosate è stato trovato in vari campioni di cibi (nel 6% dei cereali trasformati e nel 4% dei cereali).

Pesticidi e politica, parole a vanvera

La Commissione europea, nella Strategia Farm to Fork, ha dichiarato di voler ottenere la drastica riduzione – entro il 2030 – dell’impiego di pesticidi ed erbicidi in agricoltura (-50%), antibiotici in zootecnia e acquacoltura (-50%), fertilizzanti (-20%). Con l’ulteriore obiettivo di estendere le colture bio fino al 25% della SAU (Superficie Agricola Utilizzata).

Parole a vanvera smentite dai fatti. Come si è già denunciato, la (non-)riforma della PAC (Politica Agricola Comune) ha preservato la gran parte dei contributi pubblici a favore dell’agricoltura industriale tutt’altro che green.

Italia, l’urgenza di un nuovo PAN

Legambiente – come già Égalité, anche in rappresentanza del gruppo #NoPesticidi – ribadisce l’urgenza di un nuovo PAN (Piano di Azione Nazionale) per una sensibile riduzione dell’impiego di pesticidi e altri agrotossici.

La direttiva 128/2009/CE ha infatti prescritto agli Stati membri di adottare i Piani di Azione Nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari. Ma l’Italia, dopo aver recepito la prescrizione europea con 5 anni di ritardo (nel 2014), non ha proceduto al suo doveroso aggiornamento.

‘Come evidenziato dai risultati dei dati raccolti all’interno del presente dossier, siamo ben lontani dagli obiettivi prefissati e chiediamo, quindi, che il nuovo PAN venga adottato in tempi brevi e sia in grado di intervenire in maniera decisiva sulla riduzione del rischio ambientale e sanitario correlato all’impiego di queste sostanze’, sottolinea Legambiente.

Marta Strinati e Dario Dongo 

Note

(1) Legambiente (2020). Rapporto ‘No Pesticidi’, https://www.legambiente.it/wp-content/uploads/2020/12/STOP-PESTICIDI-2020.pdf

(2) Alberto Mantovani. Cocktail tossici? Valutazione del rischio delle esposizioni multiple a interferenti endocrini. GIFT (Great Italian Food Trade). 28.9.20, https://www.greatitalianfoodtrade.it/sicurezza/cocktail-tossici-valutazione-del-rischio-delle-esposizioni-multiple-a-interferenti-endocrini

(3) Marta Strinati. I cocktail di pesticidi causano tossicità, anche alle dosi ammesse in UE. Nuovo studio. GIFT (Great Italian Food Trade). 24.10.20, https://www.greatitalianfoodtrade.it/sicurezza/i-cocktail-di-pesticidi-causano-tossicità-anche-alle-dosi-ammesse-in-ue-nuovo-studio

(4) Dario Dongo, Andrea Adelmo Della Penna. Glifosato, interferenza endocrina e tumori. Nuove evidenze. GIFT (Great Italian Food Trade). 20.11.20, https://www.greatitalianfoodtrade.it/sicurezza/glifosato-interferenza-endocrina-e-tumori-nuove-evidenze

(5) Chlorpyrifos è il pesticida più ricorrente nelle notifiche al RASFF (Rapid Alert System on Food and Feed) per LMR (Livelli Massimi di Residui) fuorilegge nel 2019. V. https://www.greatitalianfoodtrade.it/sicurezza/rapporto-annuale-rasff-2019-le-allerta-sulla-sicurezza-di-alimenti-mangimi-e-moca-in-ue

Marta Strinati

Giornalista professionista dal gennaio 1995, ha lavorato per quotidiani (Il Messaggero, Paese Sera, La Stampa) e periodici (NumeroUno, Il Salvagente). Autrice di inchieste giornalistiche sul food, ha pubblicato il volume "Leggere le etichette per sapere cosa mangiamo".

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