Gli elettrodomestici da cucina, gli apparecchi elettronici e i cavi di alimentazione possono contenere sostanze chimiche tossiche, vietate e comunque pericolose per la salute umana.
Il rapporto pubblicato l’8.3.21 dall’Agenzia svedese per le sostanze chimiche (KEMI) rileva la diffusa presenza in questi prodotti largamente presenti nelle nostre abitazioni. Un carico venefico ‘invisibile’.
Chimica proibita negli elettrodomestici
Il rapporto della KEMI (Kemikalieinspektionen o Swedish Chemicals Agency) riepiloga i risultati delle analisi condotte nel 2020 su elettrodomestici da cucina, apparecchi elettronici e cavi.
In totale, l’Agenzia ha controllato 263 prodotti, trovandone 33 (il 13%) irregolari perché contenenti sostanze chimiche pericolose in quantità superiore ai limiti di legge.
Le sostanze proibite trovate sono principalmente piombo nelle saldature e ftalati e paraffine clorurate a catena corta nella plastica.
Convivenza tossica
L’esposizione alle sostanze tossiche rinvenute nei citati oggetti di uso quotidiano è fonte di grave pericolo per la salute umana. (1) Ricordiamone l’impatto in estrema sintesi.
– Piombo. È una sostanza molto tossica. Può danneggiare il sistema nervoso e influenzare la capacità di apprendere. I feti e i bambini sono particolarmente sensibili.
– Cadmio. Tossico per l’ambiente, può causare osteoporosi, danni ai reni e cancro.
– PBB (bifenili polibromurati) e PBDE (eteri bifenili polibromurati), due ritardanti di fiamma bromurati (BFR), sono difficili da degradare e hanno proprietà di interferenza endocrina.
– Paraffine clorurate a catena corta (SCCP). Tossiche per gli organismi acquatici. Sono persistenti, non si degradano in natura e sono sospettate di provocare il cancro.
– Ftalati (es. DEHP, DIBP, DBP, BBP). Nel gruppo ve sono alcuni nocivi per i testicoli (rischio infertilità) e sospetti interferenti endocrini.
La tossicità di tali sostanze permea l’intero ciclo di vita dei prodotti: sia nella fase di produzione e smaltimento come rifiuti, sia durante la permanenza nelle case, con effetti tossici su chi le abita.
Etichettatura non conforme
La KEMI ha controllato anche l’etichettatura dei prodotti campionati, trovando diversi casi di non conformità:
- 33 (13%) per mancanza della marcatura CE (sigla che attesta la conformità del prodotto alle normative europee),
- 47 (18%) per l’assenza o incompletezza di nome e indirizzo del produttore e/o distributore e/o importatore in UE.
Alcuni articoli sono risultati non conformi sia per la marcatura CE che per le indicazioni di contatto.
Dati in miglioramento
In confronto alle ispezioni degli anni precedenti, avverte la KEMI, l’elettronica si conferma particolarmente soggetta a non conformità per la presenza di sostanze chimiche proibite e potenzialmente nocive.
La tendenza sembra tuttavia in leggero miglioramento. Nelle ispezioni condotte tra il 2014 e il 2019, la quota di prodotti non conformi è stata in media del 31% (contro il 33% del 2020). Le irregolarità sono analoghe a quelle rilevate nel 2020, presenza di ftalati e paraffine clorurate a catena corta nella plastica dei cavi e piombo nelle saldature all’interno dei prodotti elettrici.
Trasparenza, l’esempio svedese
Le ispezioni condotte nel 2020 hanno coinvolto 109 imprese, tra fabbricanti e importatori di oggetti elettrici o elettronici per uso domestico e in cucina, e di cavi per l’alimentazione di tali oggetti.
In linea con la trasparenza che contraddistingue la cultura nordica, l’esito dei controlli è pubblicato in una tabella con indicazione del prodotto (nome e modello) e del nome dell’impresa responsabile (figurano ad esempio marchi globali come De Longhi o Apple). Nell’elenco degli irregolari non sembra vi siano prodotti commercializzati anche in Italia. Le non conformità riguardano piccoli operatori basati in Svezia e prodotti economici, di livello medio-basso.
Il piano d’azione governativo
Il rapporto 2020 sui prodotti elettrici ed elettronici fa parte delle iniziative realizzate nell’ambito del ‘Piano d’Azione per una vita quotidiana non tossica 2015-2020’ attuato dalla KEMI su incarico del governo.
Il testo integrale del rapporto è disponibile in lingua svedese nel sito della KEMI.
Al progetto hanno lavorato Marcus Hagberg e Charlotte Rahm in qualità di project manager e Robert Ljunggren, Susan Strömbom e Mariana Pilenvik.
Marta Strinati
Note
(1) Dario Dongo, Luca Foltran. Sostanze chimiche tossiche in oggetti di uso quotidiano, il rapporto inglese. GIFT (Great Italian Food Trade). 20.7.19, https://www.greatitalianfoodtrade.it/salute/sostanze-chimiche-tossiche-in-oggetti-di-uso-quotidiano-il-rapporto-inglese
Giornalista professionista dal gennaio 1995, ha lavorato per quotidiani (Il Messaggero, Paese Sera, La Stampa) e periodici (NumeroUno, Il Salvagente). Autrice di inchieste giornalistiche sul food, ha pubblicato il volume "Leggere le etichette per sapere cosa mangiamo".