HomeSicurezzaBisfenolo A, EFSA propone di abbattere la dose giornaliera tollerabile

Bisfenolo A, EFSA propone di abbattere la dose giornaliera tollerabile

L’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) propone di ridurre in misura drastica la dose giornaliera tollerabile di bisfenolo A. La sostanza chimica – ampiamente impiegata negli oggetti in plastica e i rivestimenti delle lattine degli alimenti in conserva – pone rischi per il sistema immunitario. Il nuovo parere è aperto alla consultazione pubblica fino all’8.2.22.

Bisfenolo A, dove si trova

Il bisfenolo A (BPA) è onnipresente. Da 50 anni viene utilizzato per produrre materie plastiche ed è un componente di policarbonati, resine epossidiche, poliesteri e altri cloruri di polivinile.

Se ne impiega per produrre contenitori alimentari e non, vernici (a base di resina epossidica), dispositivi medici, sigillanti dentali, rivestimenti superficiali, inchiostri da stampa e ritardanti di fiamma, per esempio.

Le fonti di esposizione

L’esposizione umana si verifica mediante la dieta, a causa della migrazione di particelle dai materiali e oggetti a contatto con gli alimenti (MOCA) e la conseguente contaminazione di cibi e bevande. Oltreché attraverso l’inalazione/ingestione accidentale delle polveri domestiche.

Gli scontrini in carta termica sono un’ulteriore fonte di contatto molto frequente.

Allarmi reiterati e inascoltati

Le evidenze sui pericoli per la salute correlati all’esposizione al bisfenolo A si ripetono da anni. In Francia, la sostanza è considerata un interferente endocrino ed è già vietata da luglio 2015.

Nello stesso anno, EFSA, per la seconda e ultima volta, dopo quella del 2006 – ne ha valutato il rischio fissando una TDI (tolerable daily intake) temporanea di 4 microgrammi per kg di peso corporeo al giorno.

L’ultimo parere sul bisfenolo A

Nell’attuale bozza di rivalutazione del BPA, pubblicata il 15.12.21, il gruppo di esperti dell’EFSA sui materiali a contatto con gli alimenti, gli enzimi e i coadiuvanti tecnologici (CEP) ha stabilito una TDI di 0,04 nanogrammi per kg di peso corporeo al giorno.

La drastica riduzione del TDI deriva dalla valutazione di studi scientifici pubblicati tra il 2013 e il 2018, in particolare quelli che indicano effetti negativi del BPA sul sistema immunitario.

Negli studi sugli animali è stato osservato un aumento del numero di cellule “T-helper”, un tipo di globuli bianchi che svolgono un ruolo chiave nei meccanismi immunitari cellulari e che, se aumentati, possono portare allo sviluppo di infiammazione polmonare allergica‘ (EFSA).

Gli studi di ISS nel nuovo parere EFSA

‘La nuova TDI si basa principalmente su evidenza di effetti avversi sulla funzione immunitaria. Confrontando il nuovo TDI con le stime dell’esposizione dei consumatori al BPA nella dieta, l’EFSA conclude che i soggetti con un’esposizione sia media che elevata al BPA in tutte le fasce d’età superano il nuovo TDI, il che indica problemi di salute’, spiega Alberto Mantovani, tossicologo, dirigente di ricerca dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS).

Quando il parere sarà finalizzato, mi aspetto importanti conseguenze normative. La ricerca di sostituti del BPA più sicuri dovrebbe già iniziare.

Sono lieto di aggiungere che insieme ai colleghi dell’Istituto Superiore di Sanità abbiamo sostenuto una valutazione più rigorosa e cauta di questa diffusa sostanza (e inquinante). Alcuni nostri studi sono citati nella bozza di parere‘.

Prossime tappe

La bozza di parere EFSA è ora aperta al contributo di tutti, fino all’8.2.22, a questo link.

Il panel EFSA e il gruppo di esperti che si occupa di BPA presenteranno il lavoro alle parti sociali interessate in una riunione tecnica a calendario il 24.1.22.

Marta Strinati

Giornalista professionista dal gennaio 1995, ha lavorato per quotidiani (Il Messaggero, Paese Sera, La Stampa) e periodici (NumeroUno, Il Salvagente). Autrice di inchieste giornalistiche sul food, ha pubblicato il volume "Leggere le etichette per sapere cosa mangiamo".

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