Una dieta basata sui prodotti confezionati comporta il consumo di piccole e reiterate dosi di additivi alimentari. Alla fine dell’anno, un adulto francese ne ingerisce in media fino a 10 kg. Il calcolo è elaborato dai ricercatori francesi in uno studio pubblicato su Scientific Reports. (1)
Consumo di additivi alimentari, lo studio
I ricercatori hanno stimato per la prima volta l’esposizione alle miscele di additivi alimentari di circa 100mila cittadini francesi, analizzandone i consumi alimentari per un totale di 3.500 categorie di alimenti e bevande.
I partecipanti sono stati ingaggiati mediante NutriNet-Santé, uno studio di coorte web istituito nel 2009 e coordinato da EREN (Equipe de Recherche en Epidémiologie Nutritionnelle) – il team autore anche del NutriScore – per indagare le relazioni tra nutrizione e salute, mediante il coinvolgimento diretto via web della popolazione.
Caccia a 50 additivi
Gli additivi esaminati sono i 50 più utilizzati dall’industria alimentare. Tra questi, come vedremo, alcuni sono considerati problematici dalla comunità scientifica.
La quantità degli additivi dichiarati nell’etichetta degli alimenti è stata determinata con 2.677 di analisi di laboratorio, integrate dai dati EFSA (European Authority Food Safety) e GSFA (General Standard for Food Additives), il database online sugli additivi alimentari che raccoglie tutte le disposizioni in materia adottate dalla Commissione del Codex Alimentarius.
La dose quotidiana
La dose quotidiana media di additivi alimentari è stata calcolata incrociando i consumi alimentari dichiarati dai partecipanti (con dettaglio di marca del prodotto) con le quantità di additivi rilevate (o stimate) in ciascun alimento.
I risultati ‘fanno venire i brividi lungo la schiena’, commenta la rivista dei consumatori francesi Que Choisir.
Il consumo medio di additivi alimentari risulta di 155,5 mg al giorno per kg di peso corporeo. Un adulto che pesi 72,4 kg (peso medio in Francia) ingerisce quindi 11,3 g di additivi al giorno, vale a dire 4 kg l’anno.
Va peggio al 5% dei francesi più esposti (i maggiori consumatori di alimenti ultraprocessati), che ne ingeriscono in media 25 g al giorno, ovvero quasi 10 kg all’anno.
Gli additivi alimentari pericolosi
Per diversi additivi alimentari, ampiamente consumati, ‘sono stati suggeriti potenziali effetti negativi sulla salute da recenti studi in-vivo/in-vitro e, raramente, epidemiologici’, evidenziano i ricercatori. Studi che con molto ritardo vengono recepiti da EFSA, come è emerso nel caso del biossido titanio.
Nell’elenco delle molecole pericolose (sintetizzate in tabella) tornano sostanze di cui abbiamo già riferito: emulsionanti, edulcoranti, coloranti, conservanti etc. Oltre a nitriti e nitrati, per i quali i fondatori della app Yuka sono sotto l’attacco dei salumieri francesi, come abbiamo visto.
L’effetto cocktail di additivi alimentari
Il consumo di miscele di additivi alimentari è assicurato. Oltre all’effetto sommatoria derivante dal consumo di diversi alimenti contenenti additivi, la compresenza di diverse molecole nello stesso prodotto è quasi sempre la regola. Sul mercato francese, il 50% degli alimenti contiene almeno un additivo e l’11,3% ne contiene più di cinque.
I ricercatori hanno identificato 5 diverse miscele di additivi (vedi tabella) alle quali si viene esposti in funzione delle preferenze alimentari. I consumatori abituali di torte e biscotti confezionati, per esempio, risultano particolarmente esposti a stabilizzanti ed emulsionanti.
L’effetto cocktail sulla salute non è valutato negli studi di tossicità di EFSA, non esistono soglie per l’esposizione alle miscele. Tuttavia, come per i pesticidi, diversi studi hanno iniziato a suggerire potenziali interazioni e sinergie.
Il caso più noto riguarda lo studio di Southampton, nel quale miscele di coloranti con benzoato di sodio sono stati associati con aumento dell’iperattività nei bambini. Ma ve ne sono altri. I ricercatori francesi richiamano per esempio l’osservazione di effetti neurotossici tra combinazioni di blu brillante con acido L-glutammico e chinolina gialla con aspartame in vitro e aumento dello stress ossidativo nei ratti esposti a una miscela di coloranti alimentari.
Come evitare gli additivi pericolosi
Evitare del tutto gli additivi mangiando alimenti confezionati è difficile, visto che in molti casi queste molecole hanno una funzione necessaria per garantire il sapore e la consistenza attesi, oltre che per assicurare la sicurezza dell’alimento e la sua conservazione.
Scartare quelli problematici è invece più facile. Basta leggere le etichette e utilizzare strumenti come la app Yuka, che evidenzia la presenza di additivi problematici in un attimo.
La via più sicura è ridurre al minimo il consumo di alimenti ultraprocessati. Un’attenzione che permette anche di ridurre il consumo eccessivo di sale, zucchero e grassi.
Marta Strinati
Note
(1) Chazelas, E., Druesne-Pecollo, N., Esseddik, Y. et al. Exposure to food additive mixtures in 106,000 French adults from the NutriNet-Santé cohort. Sci Rep 11, 19680 (2021). https://doi.org/10.1038/s41598-021-98496-6
Giornalista professionista dal gennaio 1995, ha lavorato per quotidiani (Il Messaggero, Paese Sera, La Stampa) e periodici (NumeroUno, Il Salvagente). Autrice di inchieste giornalistiche sul food, ha pubblicato il volume "Leggere le etichette per sapere cosa mangiamo".