Le sostanze chimiche tossiche per la salute e l’ambiente – ubiquitarie in materiali e oggetti d’uso quotidiano – devono venire sottoposte a restrizioni d’impiego ed etichettatura di monito. Warning. Così conclude il rapporto ‘Toxic Chemicals in Everyday Life’, pubblicato il 10.7.19 dall’apposita Commissione parlamentare britannica.
Materiali e oggetti di uso comune, il rischio chimico irrisolto
L’Environmental Audit Committee ha eseguito una inchiesta approfondita in merito all’impatto sulla salute umana e l’ecosistema delle sostanze chimiche tossiche impiegate nei prodotti destinati all’uso quotidiano. Con particolare riguardo a materiali e oggetti a contatto con alimenti, giocattoli, mobili e complementi d’arredo, plastiche, cosmetici.
I bambini, come sempre, sono la fascia di popolazione più vulnerabile. Con livelli di esposizione a sostanze tossiche decisamente pericolosi già nella fase prenatale. Le concentrazioni di ritardanti di fiamma rilevate nel cordone ombelicale e nel latte delle donne inglesi, addirittura, risultano tra le più alte al mondo.
Le lacune della legislazione europea sui MOCA – imballaggi, contenitori, attrezzature da cucina, posate, utensili e stoviglie – vengono altresì messe a nudo. Evidenziando la carenza di normative specifiche a salvaguardia della salute umana con riguardo a numerosi materiali, quali ad esempio carta e cartoncini, rivestimenti, inchiostri e colle.
Analisi, sostanze e prodotti più pericolosi
L’analisi del rischio mostra il ricorrere di pericolo grave ed esposizione al contaminante su una serie di sostanze tossiche contenute in articoli di uso corrente. La mappa del rischio chimico, a seguire.
Bisfenoli (BPA, BPF, BPS). Utilizzati nei rivestimenti di materiali a contatto con gli alimenti, nelle plastiche,
e i giocattoli elettronici, gli scontrini, i vari tipi di bisfenolo sono in grado di alterare i sistemi riproduttivi e ormonali. Oltre ad aumentare il rischio di patologie tumorali.
Ftalati. Utilizzati come plastificanti, in imballaggi alimentari e giocattoli – come pure in complementi d’arredo e indumenti – anche gli ftalati possono agire sul sistema ormonale, lo sviluppo e la fertilità.
Ritardanti di fiamma. La proprietà ignifuga dei ritardanti di fiamma è molto richiesta e deve persistere a lungo su apparecchiature elettroniche e arredamento, oltreché sui materiali da costruzione. Alcuni ritardanti sono tuttavia classificati come cancerogeni nonché interferenti endocrini.
Parabeni. Usati in shampoo e bagnoschiuma, creme e lozioni, oli e filtri solari, dentifrici, salviette (anche quelle per neonati), i parabeni hanno effetti estrogeni sull’organismo umano.
Composti fluorurati. Altrettanto in voga nei prodotti igienici e di cosmesi per tutte le età, anche i composti fluorurati come i parabeni hanno effetti estrogeni.
Formaldeide. Tuttora impiegata in giocattoli, MOCA e deodoranti per ambiente, nonché in resine isolanti e materiali di rivestimento, la formaldeide è classificata come cancerogena. Oltre a irritare pelle e mucose.
Azioni necessarie, in UK e in UE
Brexit potrà forse aiutare a tutelare la salute pubblica e dell’ecosistema là dove la Commissione europea è venuta meno ai propri doveri. Bruxelles continua a favorire gli interessi particolari dell’industria chimica rispetto al bene comune, in barba tra l’altro al principio di precauzione. La Commissione parlamentare britannica viceversa afferma che è indispensabile agire con urgenza, su diversi fronti.
Nei MOCA (Materiali e Oggetti destinati a venire a Contatto con gli Alimenti), bisogna vietare le sostanze chimiche più pericolose. Riferendosi anzitutto a quelle che sono state classificate – nell’ambito del regolamento REACH (Registration and Authorization of Chemical Substances) – come ‘substances of very high concern’. Si deve poi ridurre in misura drastica l’impiego dei ritardanti di fiamma, nei mobili e complementi per l’arredo casa.
L’informazione sui pericoli associati al rischio chimico e gli strumenti per ridurre l’esposizione deve altresì venire promossa con strumenti efficaci. Sia attraverso campagne di sensibilizzazione dell’opinione pubblica, sia mediante apposite notizie da riportare sulle confezioni dei prodotti. Si prospetta così anche un richiamo alle industrie di produzione, affinché mettano in chiaro i rischi associati alla presenza di sostanze tossiche negli imballaggi e nei prodotti.
Il sondaggio che ha preceduto l’emissione del rapporto rivela come quasi il 75% degli intervistati si dichiari in effetti ‘molto preoccupato’ per la presenza di contaminanti potenzialmente pericolosi nei prodotti di consumo. Lamentando, in oltre la metà dei casi, l’indisponibilità di notizie che permettano al consumatore di farsi un’idea sui potenziali pericoli legati ai vari prodotti. E così di eseguire, ove del caso, scelte di consumo alternative.
Dario Dongo e Luca Foltran
Note
(1) House of Commons, Environmental Audit Committee. (2019). ‘Toxic Chemicals in Everyday Life’, https://publications.parliament.uk/pa/cm201719/cmselect/cmenvaud/1805/1805.pdf