L’OMS è stata presa di mira la settimana scorsa dal gruppo Ferrero. Il cui presidente ha provato a fare ‘di tutta la Nutella un fascio’, adducendo che l’Organizzazione Mondiale della Sanità vorrebbe introdurre tasse su olio extravergine d’oliva e Parmigiano Reggiano. Un falso allarme, smentito dalla stessa OMS nell’arco di poche ore. Appare utile fare chiarezza.
Malattie non trasmissibili, il ruolo dell’OMS-WHO
Le malattie non trasmissibili (Non-Communicable Diseases, NCDs) dilagano a livello epidemico, nei cinque continenti, quali cause primarie di mortalità prematura e di peggioramento della qualità della vita.
Malattie cardiovascolari e diabete di tipo 2, obesità e altre disgrazie. Patologie gravi, spesso croniche, che possono venire evitate o quantomeno mitigate. La prevenzione è anzi doverosa, considerato anche che la sanità pubblica non è in grado di sopportare i costi dell’epidemia in corso. (1)
Gli squilibri alimentari sono considerati la prima causa del dilagare epidemico di tali malattie a livello planetario. L’OMS-WHO (World Health Organization) ha quindi raccomandato agli Stati membri l’adozione di politiche sanitarie volte a riportare equilibrio nella dieta delle popolazioni. Scoraggiando in primis il consumo di cibo-spazzatura (junk-food).
I profili nutrizionali sono stati elaborati dal WHO, in apposite linee guida, con l’obiettivo di distinguere gli alimenti e bevande HFSS (High Fats, Sugars and Sodium). Quali ad esempio le bevande zuccherate, i dolciumi e gli snack squilibrati per eccesso di zuccheri, grassi, sale.
La Commissione europea a sua volta avrebbe dovuto adottare i profili nutrizionali entro un termine scaduto dieci anni fa (!), secondo quanto prescritto dal regolamento su Nutrition & Health Claims. (2) Al preciso scopo di impedire che il cibo-spazzatura possa venire reclamizzato come ‘nutriente’ o ‘salutare’ (es. Nesquik Opti-Star).
Le lobby di Big Food sono però riuscite a impedire che la Commissione europea adempiesse ai suoi doveri. E le associazioni dei consumatori, nei dieci anni trascorsi, non hanno neppure inviato a Bruxelles una lettera di messa in mora. (3)
Olio extravergine d’oliva e Parmigiano Reggiano. Di tutta la Nutella un fascio?
Il gruppo Ferrero combatte da anni le politiche di sanità pubblica che ambiscono a mitigare l’emergenza planetaria delle malattie non trasmissibili. A livello nazionale, europeo e globale.
I campioni delle vendite – Nutella, Kinder, Estathé – si distinguono infatti per tenori eccessivi di zuccheri e/o grassi saturi (da olio di palma). Del tutto inadeguati alle esigenze di nutrizione equilibrata e salute, dei bambini soprattutto.
L’industria alimentare e la GDO in Europa hanno assunto diversi impegni sulla riformulazione dei prodotti, nell’ambito della EU Platform for Action on Diet, Physical Activity and Health.
Ferrero invece, anziché rivedere le proprie ricette, ha dato vita a una campagna di disinformazione. Un inganno virale, Viral Deception, (4) volto ad attribuire alle politiche sanitarie europee e internazionali l’ipotetica velleità di danneggiare il Parmigiano Reggiano, piuttosto che il Prosciutto di Parma o l’olio extravergine d’oliva.
La Viral Deception ha preso il via con uno studio Nomisma – finanziato da Ferrero bensì formalmente attribuito a Federalimentare e Coldiretti – nel quale sono stati ipotizzati gli effetti dei ‘semafori in etichetta’ sulle vendite di Parmigiano e Prosciutto di Parma DOP nel mercato britannico.
A ben vedere tuttavia, le politiche sanitarie internazionali non sono rivolte ai prodotti alimentari tradizionali. Poiché essi si inquadrano nella dieta di sempre delle rispettive popolazioni. Oltre a offrire nutrienti (es. proteine, acidi grassi monoinsaturi) e micronutrienti (sali minerali, vitamine) comunque indispensabili.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità – e così, gli Stati membri interessati a migliorare la salute dei loro cittadini – hanno invece soltanto a cuore la riduzione del consumo dei prodotti squilibrati dal punto di vista nutrizionale.(5) Come la Coca-Cola e la Nutella. Senza pretendere il loro divieto, né tantomeno il fallimento delle rispettive Corporation.
Più semplicemente, l’interesse collettivo è orientato verso la salute della popolazione globale. Se possibile, anche grazie all’aiuto dei citati colossi industriali. I quali potrebbero mettere fine alla Viral Deception e rivedere le ricette dei loro prodotti. Per il bene di tutti.
Peccato solo che nel tranello di Ferrero siano cascati in tanti, dal Sole 24 Ore, che ha lanciato la notizia, al direttore del Consorzio del Parmigiano Reggiano, Riccardo Deserti, e addirittura il ministro delle Politiche agricole Gian Marco Centinaio.
Dario Dongo
Note
(1) Le sole malattie associate a obesità e sovrappeso incidono mediamente in quota 25-30% sulle spese generali della sanità pubblica
(2) Cfr. reg. CE 1924/06, articolo 4
(3) Basterebbe una lettera di messa in mora, cioè una diffida formale affinché la Commissione adempia ai propri doveri. Per poi adire il Tribunale UE, mediante c.d. ‘ricorso per carenza’, laddove l’istituzione non adempia nei due mesi successivi. Ma i consumatori europei non hanno ancora provveduto
(4) L’acronimo VD, nel sottendere entrambi i concetti di Viral Deception e Veneral Disease, ben esprime la pericolosità degli inganni diffusi su ampia portata
(5) Per aggiornamenti sui lavori in corso a livello di Oms-Who, si veda http://www.who.int/ncds/governance/third-un-meeting/en/
Dario Dongo, avvocato e giornalista, PhD in diritto alimentare internazionale, fondatore di WIISE (FARE - GIFT – Food Times) ed Égalité.