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Nestlé, allergeni nascosti

Prosegue l’indagine avviata da Great Italian Food Trade sul rispetto delle norme a tutela dell’informazione dei consumatori allergici. Dopo Mulino Bianco di Barilla, è il turno di Nestlé. Di male in peggio.

Nestlé, 13 allergeni nascosti in 3 etichette

Si è proceduto all’esame di tre etichette di prodotti distribuiti dal gruppo Nestlé in Italia:

– Nestlé Fitness original, ‘cereali integrali garantiti’. (1) Indicazione precauzionale relativa agli allergeni, (2) ‘può contenere arachidi, frutta a guscio, latte’,

– Nestlé cioccolato fondente, ‘dark chocolate’. Senza glutine. ‘Può contenere latte e frutta a guscio’.

dulcis in fundo (un eufemismo),

– Nestlé Galak, cioccolato bianco. ‘Può contenere cereali contenenti glutine e frutta a guscio’.

Le parole ‘frutta a guscio’ – che ricorrono sulle tre etichette – nascondono però 8 diversi ingredienti allergenici. Precisamente: mandorle, nocciole, noci, noci di acagiù, noci di pecan, noci del Brasile, pistacchi, noci macadamia o noci del Queensland. (3)

La dicitura ‘cereali contenenti glutine’ presente sul Galak, a sua volta nasconde 5 ingredienti allergenici: grano, segale, orzo, avena, farro, kamut (o khorasan) e i loro ceppi ibridati. (4)

Riflessi giuridici

L’obbligo di specificare in etichetta gli allergeni presenti nel prodotto è stato introdotto in Europa nell’ormai lontano 2003. Il Food Information Regulation ha rafforzato la tutela dei consumatori allergici, prescrivendo l’evidenza grafica degli allergeni in lista ingredienti, (5) e l’informazione sui cibi somministrati dalle collettività. (6)

La Commissione europea – Direzione Generale Salute e sicurezza alimentare – ha ribadito ancora una volta, a luglio 2017, come le suddette regole debbano venire applicate. Con apposite Linee Guida in cui si sottolinea, tra l’altro, che ‘l’ingrediente deve essere indicato con un riferimento chiaro alla denominazione specifica del tipo di frutta a guscio’. E altrettanto dicasi per i singoli cereali contenenti glutine.

È pericoloso per la salute pubblica l’alimento privo delle doverose informazioni atte a garantire la sicurezza del suo consumo, anche da parte di categorie vulnerabili di consumatori quali i soggetti allergici e celiaci. (7) Le https://www.greatitalianfoodtrade.it/etichette/controlli-il-ruolo-dellamministrazione-sanitaria/ dovrebbero perciò prescrivere, anche a Nestlé, la modifica delle etichette e l’adozione di misure correttive sui prodotti già distribuiti. Oltre ad applicare ogni sanzione del caso.

Legalità e rispetto verso i consumatori sono alla base del patto sociale che tutti devono onorare. Le PMI come Big Food e le autorità di controllo. Dalle quali ultime è lecito attendere una solerte attività di enforcement a oggi mancata, nei confronti di un gruppo che fattura 77 miliardi di euro, (8) a salvaguardia della sicurezza alimentare e lotta contro le frodi. (9)

Dario Dongo

Note

(1) Cereali integrali ‘garantiti’ in che senso? Cosa distingue i cereali utilizzati da Nestlé rispetto a quelli impiegati dalla concorrenza? La notizia sfugge al consumatore medio, in possibile violazione del reg. UE 1169/11, articolo 7.1.c

(2) C.d. Precautionary Allergen Labelling, PAL. V. articolo

(3) Cfr. reg. UE 1169/11, Allegato II, punto 8

(4) Idem c.s., punto 1. La Commissione europea, nelle Linee Guida di seguito citate, ha indicato anche la spelta, tra le specie ibridate da considerare

(5) Cfr. reg. UE 1169/11, articolo 21

(6) Ibidem, articolo 44.2

(7) Si veda al proposito la nozione di ‘alimento a rischio’ offerta dal reg. CE 178/02, art. 14

(8) Il fatturato del Gruppo Nestlé ammonta a circa 77 miliardi di euro (89,5 miliardi di CHF per l’esattezza, dati 2016)

(9) Si ricorda la frode in commercio perpetrata da San Pellegrino, gruppo Nestlé, sulla ‘cedrata senza cedro’. A tutt’oggi impunita, per quanto ci consti

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