HomeSaluteFave e favismo, non un'allergia ma una malattia genetica

Fave e favismo, non un’allergia ma una malattia genetica

Fave e favismo, un’antinomia che una volta tanto non riguarda né un’allergia né un’intolleranza alimentare bensì una malattia genetica, a trasmissione ereditaria.
Il favismo esprime la carenza di un enzima, il G6PD, (1) indispensabile per la sopravvivenza dei globuli rossi. I soggetti fabici sono esposti al rischio di crisi emolitica acuta, a seguito dell’ingestione di:
– fave (Vicia faba). In qualsiasi forma, anche derivata),
– chinino (impiegato come aroma in alcune bevande, quali a esempio l’acqua tonica), (2)
– vitamina C in quantità superiori a 1 g/die, (3)
– preparati erboristici con Verbena Hybrida, Acalypha indica, Coptis chinensis e altri,
– alcuni farmaci (es. sulfamidici, salicilici, chinidina, menadione, etc.), i quali inibiscono la già carente attività enzimatica. (4)
I coloranti henna o henné – utilizzati per le tinture dei capelli e le decorazioni della pelle – sono a loro volta controindicati ai favici anche per l’uso esterno. L’agenzia francese ANSM, Agence nationale de sécurité du médicament et des produits de santé ha poi registrato crisi emolitiche dovute all’esposizione a candeggina, solfato di rame (fitosanitario), clorato di sodio (diserbante), nitrobenzene (solvente), DDT.

Il favismo è diffuso tra le popolazioni del Mediterraneo, con picchi in alcune zone tra cui Grecia e Sardegna. Oltreché in Africa, Medio Oriente e Asia. È il deficit enzimatico più diffuso sul pianeta, interessando almeno 420 milioni di persone. Pari al 6% della popolazione mondiale. (5)

Il pericolo per la salute può essere grave, per i bambini soprattutto. E tuttavia le fave non sono previste nell’elenco degli ingredienti oggetto di informazione specifica obbligatoria in etichetta. Come invece accade per gli allergeni più comuni. (6) La questione è stata affrontata compiutamente dall’ANSES, l’agenzia francese per la sicurezza alimentare. La quale ha a suo tempo sottolineato i pericoli sottesi alla carenza di prescrizioni specifiche di etichettatura. (7)

Note

(1) Si veda il sito dell’Associazione Italiana Favismo,
(2) Il chinino, ove impiegato come aroma, deve venire espressamente citato in etichetta (al pari della caffeina. Cfr. reg. UE 1169/11, Allegato VII, Parte D, punto 4)
(3) Soglia di sicurezza definita per gli adulti affetti da favismo da parte dell’ANSES, Agence nationale de sécurité sanitaire de l’alimentation, de l’environnement et du travail (Francia). V. ultima nota
(4) La lista dei farmaci da evitare, su http://www.g6pd.org/it/G6PDDeficiency-it/SafeUnsafe-it/DaEvitare_ISS-it.aspx
(5) Dati indicati dall’Associazione Favisme in Suisse. Secondo precedente studio dell’ISS (Istituto Superiore di Sanità), il favismo colpisce il 7,5% della popolazione mondiale
(6) Cfr. Reg. UE 1169/11, Allegato II
(7) Relazione scientifica ANSES 25.8.06, su https://www.anses.fr/fr/system/files/NUT2006sa0033.pdf

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Dario Dongo, avvocato e giornalista, PhD in diritto alimentare internazionale, fondatore di WIISE (FARE - GIFT – Food Times) ed Égalité.

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