HomeProgressoRicambio generazionale in agricoltura, la svolta necessaria per la transizione ecologica

Ricambio generazionale in agricoltura, la svolta necessaria per la transizione ecologica

Il ricambio generazionale in agricoltura è tra le priorità dell’agenda politica dell’UE per il raggiungimento della transizione ecologica (1). Attualmente il fenomeno incontra diverse barriere di natura economica, formativa e sociale. Fornire un’analisi sulle cause e le conseguenze di un ridotto accesso dei giovani alla professione agricola può aiutare nel definire i requisiti necessari per una possibile riforma delle politiche pubbliche utili per invertire la rotta verso un’agricoltura più solida e sostenibile (2).

Introduzione

Nel 2021 le imprese agricole rappresentavano una parte significativa del tessuto produttivo nazionale con il 12% sul totale delle aziende (circa 733 mila aziende) (3).

Negli ultimi anni, tuttavia, si sta assistendo ad un progressivo ridimensionamento del tessuto produttivo agricolo: la consistenza delle imprese agricole è diminuita, dal 2016 al 2021 del 31% ovvero sono state perse quasi 4.000 imprese.

Anche la SAU (superficie agricola utilizzabile) è diminuita del 2,5% (4), e parallelamente le aziende italiane hanno aumentato la quota di terreno diventando sempre più grandi su modello di quelle EU.

Il dato che emerge però come più interessante è la presenza di uno squilibrio generazionale nel settore, i valori medi nell’UE indicano che la maggior parte degli agricoltori (il 56%) ha un’età superiore a 55 anni, circa il 30% ha superato l’età pensionabile e meno del 6% è sotto i 35 anni (5).

Perché è importante il ricambio generazionale in agricoltura?

L’insediamento di giovani in agricoltura svolge un ruolo fondamentale nello sviluppo di catene di valore più solide e alternative a quelle convenzionali, poiché più aperti a nuovi stimoli e alle nuove conoscenze in ambito agrario come l’agroecologia.

I giovani inoltre concepiscono l’azienda agricola non soltanto come centro di generazione di prodotti della terra, ma come luogo in cui il valore può essere generato in una molteplicità di modi.

Problematiche attuali sul ricambio generazionale

È emersa una generale difficoltà per i giovani imprenditori agricoli ad avviare le imprese agricole. Coesistono, infatti, alcuni fattori che bloccano il ricambio generazionale in agricoltura e sono attribuibili a vari ambiti primo fra tutti quello economico con la difficoltà di accesso al credito per l’avvio di un’azienda ma anche di stampo burocratico fino a quello formativo.

I principali problemi che i giovani devono affrontare per il primo accesso nell’agricoltura italiana ad oggi sono principalmente i seguenti.

1) Accesso alla terra

I costi di affitto e di acquisto di un terreno arabile in Italia si classificano tra i più alti dell’EU.

Il costo medio di un ettaro di terra in affitto ammonta a 837 € (al primo posto in EU) mentre l’acquisto si aggira di media sui 21mila € (al terzo posto in EU) (6).

V. nota (6)

Una possibile risorsa è rappresentata dalle terre pubbliche di demanio statale, messe in vendita poiché in stato di abbandono e/o inutilizzo. D’altra parte, gli strumenti per accedere a questi terreni sono pochi e inadeguati.

Uno di questi è la Banca della Terra gestita da Ismea (7), la banca di accesso alle terre pubbliche contiene alcune terre dell’Istituto e delle regioni e degli enti locali che ISMEA rende disponibili per l’acquisto all’asta.

Nelle ultime cinque edizioni del bando delle terre pubbliche sono state assegnati 320 terreni per un totale di circa 12.000 ettari ad aziende, ogni azienda ha una superficie media di 37 ettari e il costo si aggira a circa 10.000 €/ha.  Si tratta quindi di terreni troppo estesi e dal prezzo inaccessibile per un primo insediamento.

2) Costi di avviamento

A sommarsi al costo da affrontare per l’acquisto o l’affitto del terreno, ci sono i costi per l’avviamento dell’attività.

Si tratta di costi particolarmente elevati e che in molti casi richiedono finanziamenti o prestiti che però sono erogati con estrema difficoltà a causa della volatilità dei prezzi e l’impossibilità di fare previsioni concrete sul lungo periodo caratteristici del settore primario.

3) Politiche a supporto del ricambio generazionale

Le attuali politiche a supporto del ricambio generazionale trovano in parte spazio nella Politica agricola comune (PAC) ed in particolare del secondo Pilastro sullo Sviluppo rurale.

Azioni intraprese dalla PAC

La PAC stanzia nella programmazione 2023-27 circa 1 miliardo di euro, ossia il 3% totale dei pagamenti diretti ed è in aumento, fino alla scorsa programmazione, infatti, ammontava al 2%.

Le misure della PAC più rilevanti per ricambio generazionale sono rappresentate dal sostegno

  • complementare al reddito per i giovani agricoltori,
  • agli investimenti,
  • per il primo insediamento.

Tuttavia, le prime due misure tendono ad aumentare la sostenibilità socioeconomica delle aziende agricole dopo che i giovani agricoltori hanno avviato la loro attività, piuttosto che contribuire alla successione delle aziende agricole mentre la terza non è sufficiente a coprire i costi di avviamento. Inoltre, le misure di ricambio generazionale della PAC non sono ben adattate ai veri subentri per giovani che provengono da contesti extra agricoli.

I fondi della PAC analizzati non si configurano quindi come uno strumento di ricambio generazionale ma di sostegno all’agricoltura giovane (8).

Sostegno alla cooperazione per il rinnovo generazionale

Un nuovo strumento introdotto dalla PAC 2023-27 che fa ben sperare è invece il sostegno alla cooperazione per il rinnovo generazionale.

L’intervento è finalizzato a favorire lo sviluppo dell’imprenditoria giovanile in agricoltura attraverso forme di affiancamento e cooperazione tra agricoltori ultrasessantacinquenni o pensionati e giovani, non proprietari di terreni agricoli, allo scopo del graduale passaggio della gestione dell’attività di impresa agricola ai giovani.

Il sostegno è concesso agli agricoltori che hanno raggiunto l’età pensionabile e che stipulano un contratto di affiancamento con giovani under-40, anche in forma associata.

Il contratto di affiancamento impegna l’imprenditore agricolo anziano a trasferire al giovane le proprie competenze, dall’altro il giovane a contribuire direttamente alla gestione anche manuale dell’impresa, d’intento con il titolare e secondo quanto accordato al piano aziendale presentato congiuntamente al contratto di affiancamento all’atto della presentazione della domanda.

4) Barriere burocratiche

Una forte barriera burocratica è rappresentata dai requisiti richiesti per fare domanda ai fondi della PAC.

I fondi previsti, nella maggior parte delle regioni italiane, sono stanziati infatti solo se il beneficiario è già qualificato come IAP (Imprenditore agricolo professionale) fatto che impone l’esercizio della professione a tempo pieno.

L’altro aspetto burocratico critico è la necessità di presentare un piano aziendale al momento della richiesta in cui deve essere redatta una proiezione sull’attività che si avvierà e sui guadagni previsti.

La proiezione si basa su parametro di produzione standard, di conseguenza costringe il richiedente a fare una stima in eccesso del guadagno futuro.

5) Scarso accesso alle conoscenze

Sebbene il livello di formazione dei giovani imprenditori agricoli under-35 sia aumentato nel tempo in tutta Europa, l’accesso alla conoscenza e alla consulenza è ancora considerata insufficiente. Nel 2016, solo il 43% dei giovani dirigenti di aziende agricole a livello UE aveva un’esperienza che andava oltre la pratica, rispetto ad un valore medio complessivo del 32% (9).

La maggior parte degli under-40 che vuole entrare nel settore agricolo, del resto, ha un background di studio differente da quello agrario.

Conclusione

Aprire un’attività agricola in Italia è oggi facilmente concesso solo per gli under-40 figli di agricoltori con un ricambio di tipo intergenerazionale cioè da familiare a familiare che non necessita di alcuno strumento di agevolazione.

I problemi che invece si presentano per tutti i non figli di agricoltori sono molti ma devono essere letti come fabbisogni per poter favorire il cambiamento in favore del ricambio generazionale in agricoltura.

Garantire l’ingresso di giovani in agricoltura è di primaria importanza per favorire l’introduzione di nuovi metodi e pratiche di produzione come quella agroecologica, che impattano meno sull’ambiente e supportano lo sviluppo di un’economia sana nel settore primario (10).

Giulia Pietrollini

Vignetta di copertina di François Frapar, 12 febbraio 2007 http://frapardessindepresse.blogspot.com/2007/02/le-bonheur-est-dans-le-pr-d-ct_8176.html?m=1

Note

(1) Alessandra Mei. Transizione ecologica e innovazione, quali opportunità in Italia? GIFT (Great Italian Food Trade). 26.1.23

(2) Dario Dongo. Piano di azione nazionale pesticidi, agricoltura sostenibile e PNRR. #VanghePulite. GIFT (Great Italian Food Trade). 4.2.22

(3) Le aziende agricole in Italia risultati economici e produttivi, caratteristiche strutturali, sociali ed ambientali. Rapporto Rica 2021 | periodo 2016-2019 https://rica.crea.gov.it/le-aziende-agricole-in-italia-rapporto-rica-2021-803.php

(4) Istat. 7°Censimento generale dell’agricoltura: primi risultati https://www.istat.it/it/files//2022/06/REPORT-CENSIAGRI_2021-def.pdfENSIAGRI_2021-def.pdf (istat.it) 28.11.22

(5) European network for rural development, I giovani e il ricambio generazionale, https://enrd.ec.europa.eu/sites/default/files/enrd_publications/publi-eafrd-brochure-08-it_2019.pdf

(6) Eurostat-Agricultural land prices: huge variation across the EU – Products Eurostat News. Eurostat https://ec.europa.eu/eurostat/web/products-eurostat-news/-/ddn-20211130-2

(7) https://www.ismea.it/banca-delle-terre

(8) Dario Dongo. Politica Agricola Comune, quali controlli sulla gestione degli Stati membri? Interrogazione. GIFT (Great Italian Food Trade). 26.4.23

(9) Pianeta PSR – Giovani, il ruolo della PAC nel ricambio generazionale http://www.pianetapsr.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/2552

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