La Regione Lazio riconosce 5 nuovi biodistretti. Si rafforza così la conversione al biologico di un’ampia porzione del territorio regionale, sostenendone gli sforzi anche economici con un bando di promozione da 400mila euro.
I 5 nuovi biodistretti del Lazio
La Regione Lazio ha approvato a febbraio 2021 il regolamento sui biodistretti e tra il 5 e l’8.10.21 ha approvato 5 delibere di riconoscimento:
1) Castelli Romani, con ambito territoriale nei Comuni di Colonna, Grottaferrata, Frascati, Marino, Monte Porzio Catone e Rocca di Papa;
2) Lago di Bolsena, ricadente nei Comuni di Acquapendente, Latera, Gradoli, San Lorenzo Nuovo, Bolsena, Grotte di Castro, Cellere, Celleno, Montefiascone, Canino, Farnese, Piansano, Bagnoregio, Ischia di Castro, Capodimonte, Marta, Valentano;
3) Etrusco romano; afferente ai Comuni di Fiumicino, Cerveteri e l’intera Riserva Naturale Statale del Litorale Romano.
4) Valle di Comino; con già circa 80 aziende agricole, pastorali e zootecniche convertite al biologico,
5) Via Amerina e delle Forre. Un territorio che si snoda, procedendo da sud verso nord, fra tre distinti domini geomorfologici: i distretti vulcanici del Lazio centro settentrionale, la valle Tiberina, i primi rilievi del preappennino quando si giunge nel territorio umbro. Qui già 6 comuni hanno vietato l’uso di glifosato, nonostante le pressioni e i ricorsi alla giustizia amministrativa di Assofrutti, Coltivatori diretti e altre associazioni agricole. E si lamentano i danni della monoltura intensiva dei noccioleti (di Ferrero), che impiegano molta chimica e consumano troppa acqua.
I requisiti dei biodistretti
I biodistretti sono ‘territori per cui agricoltori biologici, trasformatori, associazioni di consumatori ed enti locali abbiano stipulato e sottoscritto protocolli per la diffusione del metodo biologico di coltivazione, per la sua divulgazione e per il sostegno e la valorizzazione della gestione sostenibile anche di attività diverse dall’agricoltura‘, spiega l’Assessora Agricoltura, Foreste, Promozione della Filiera e della Cultura del Cibo, Pari Opportunità della Regione Lazio, Enrica Onorati.
Il riconoscimento dalla Regione Lazio è considerato dal Comitato promotore del Biodistretto Lago di Bolsena ‘una svolta epocale per l’esteso comprensorio di oltre 1000 km2 e circa 60.000 abitanti attorno al grande lago vulcanico‘, contaminato anche da microplastiche, come già riferito.
‘Un territorio che vedrà rilanciata e valorizzata la sua identità storica e produttiva, con l’obiettivo primario di diffondere la cultura dell’agroecologia e dell’agricoltura biologica; strumenti irrinunciabili, questi, per salvaguardare la biodiversità, un valore che fortunatamente ancora caratterizza l’area dell’alta Tuscia‘.
I contributi regionali
Tutti i biodistretti, anche se appena riconosciuti, possono partecipare entro il 10.11.21 al bando pubblicato dalla Regione Lazio il 27.9.21, che destina 400.000 euro di risorse del bilancio regionale.
I fondi regionali sono stanziati per la promozione di progetti volti allo sviluppo dell’agricoltura biologica, all’uso razionale delle materie prime e delle risorse energetiche, alla riduzione dell’uso di fitofarmaci e fertilizzanti di sintesi, alla promozione della filiera agroalimentare nella sua interezza. E a sostenere le attività di informazione e sviluppo attraverso studi di mercato, azioni di educazione alimentare, partecipazione a fiere, pubblicazione di materiale o realizzazione di siti web.
Immagine di copertina da foto di Chiara Ernandes, Biodistretto della via Amerina e delle Forre
Giornalista professionista dal gennaio 1995, ha lavorato per quotidiani (Il Messaggero, Paese Sera, La Stampa) e periodici (NumeroUno, Il Salvagente). Autrice di inchieste giornalistiche sul food, ha pubblicato il volume "Leggere le etichette per sapere cosa mangiamo".