HomeProgressoMiiMOSA, crowdfunding in Francia per la conversione al bio

MiiMOSA, crowdfunding in Francia per la conversione al bio

MiiMOSA è la piattaforma francese di crowdfunding dedicata all’agricoltura biologica e sostenibile. Con l’obiettivo di una transizione agricola, alimentare ed energetica in linea con le richieste dei consumatori e il rispetto dell’ecosistema. Aderisce anche Carrefour.

MiiMOSA, crowdfunding per il bio

La conversione a biologico di una fattoria è una delle tante iniziative proposte sulla homepage di MiiMOSA, una piattaforma di crowdfunding dedicata al finanziamento della ‘transizione agricola, alimentare ed energetica’. Un progetto promuove il benessere delle galline, un altro le prove agronomiche su larga scala per produrre patate da agroecologia, un altro ancora la permacultura. Poi c’è il modello di consegna a domicilio di cesti di ortofrutta bio – per affermare un modello di consumo ‘sano, ecologico e socialmente responsabile’ – e tante altre preziose iniziative. Alcuni progetti sono ancora in corso, altri già conclusi con successo. Denominatore comune, il progresso.

MiiMOSA identifica i temi su cui bisogna investire per accelerare la transizione. Agroecologia, riduzione delle emissioni, agricoltura biologica, energie rinnovabili, innovazione, benessere animale. Un passaggio di agricoltura e una transizione alimentare che si avvale di partner di tutto rispetto. Oltre alle cooperative alimentari francesi d’Aucye Les Paysans de Rougeline e al gruppo alimentare Herta, si è unito anche un colosso della GDO (Grande Distribuzione Organizzata) come Carrefour. Il quale, assieme ad altri gruppi fra cui Danone, ha deciso di sostenere MiiMOSA per favorire la conversione della filiera agroalimentare verso il metodo biologico. In risposta, tra l’altro, alla spiccata domanda dei consumatori.

Biologico, che passione

Il biologico è senza dubbio uscito dalla nicchia per entrare con vivacità nel ‘mass market. Gli ultimi dati mostrano come il biologico faccia ormai parte del carrello della spesa degli italiani. (1) Otto consumatori su dieci, nell’ultimo anno, hanno comprato bio, soprattutto frutta e verdura, latte e derivati, uova. Il 42% dei consumatori italiani si qualifica come ‘frequent user’, acquista cioè alimenti bio ogni settimana. E il 44% dei consumatori di prodotti biologici li acquista al supermercato. La Grande Distribuzione Organizzata, l’operatore di filiera più vicino al consumatore, ha infatti saputo intercettare lo spirito del tempo e le opportunità che ne derivano. Come mostra l’esempio di Carrefour, di qui a seguire.

La transizione alimentare secondo Carrefour

Carrefour ambisce a divenire il capofila nel promuovere, a livello globale, la sostenibilità delle produzioni alimentari. Con l’idea di assumere un ruolo protagonista, nel trasferire le istanze dei consumatori alla filiera di produzione. Non a caso Carrefour è stato il primo gruppo ad abbracciare il progetto della Marca del Consumatore, in Francia. Il colosso francese ha presentato anche in Italia, a settembre 2018, il programma ‘transizione alimentare 2022. Una strategia che si basa su tre pilastri,

– ‘concretizzare la consapevolezza verso un consumo sostenibile e responsabile,

– favorire la democratizzazione del biologico,

– valorizzare la filiera in un’ottica di maggiore sicurezza e trasparenza‘. (1)

Il futuro dell’alimentazione deve essere sostenibile e progettato in un’ottica olistica’, spiega Stéphane Coum, Amministratore Delegato di Carrefour Italia. ’Si devono tenere in considerazione tutti gli aspetti che hanno impatto sul nostro Pianeta. Grazie al ruolo di osservatore privilegiato dei trend di consumo, Carrefour Italia, come tutta la GDO, deve assumere la responsabilità sociale di guidare tutti gli attori coinvolti lungo l’intera filiera, dal produttore al consumatore, in questo percorso di cambiamento.’

La tecnologia blockchain – adottata da Carrefour per tracciare il pollo allevato all’aperto e senza antibiotici, le arance tarocco e i limoni di Sicilia – si inserisce in questo programma, con l’idea di consolidare la fiducia dei consumatori verso l’integrità della filiera. In questa direzione muove anche la democratizzazione del biologico, che significa al contempo ampliare la disponibilità e l’accessibilità dei prodotti bio.

Sabrina Bergamini

Note

(1) Fonte Osservatorio Sana, settembre 2018

Articoli correlati

Articoli recenti

Commenti recenti