Le proteine alternative a quelle di origine animale possono contribuire alla food security ma non bastano a garantire la sostenibilità dei sistemi alimentari.
IPES Food, nel rapporto ‘The Politics on Protein’, sottolinea la necessità di una visione e una strategia più ampia. (1) Un raggio di sole non fa primavera.
1) Premessa. Proteine alternative, una parte del tutto
#SDG2 – Zero Hunger, il secondo tra gli obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals) in Agenda ONU 2030 – può venire raggiunto solo attraverso una riforma radicale dei sistemi alimentari attuali e delle politiche sociali. La sola produzione di proteine alternative alla carne (e agli altri alimenti di origine animale) non è sufficiente.
Il Comitato di esperti di IPES Food evidenzia il rischio di liquidare un problema di ampia portata – la crisi di povertà e food security – nella sola carenza di un nutriente, le proteine appunto. È infatti necessario considerare una serie di aspetti che comprendono numerose variabili, nei sistemi alimentari e sociali delle diverse aree del pianeta.
2) Zootecnia
2.1) Allevamenti intensivi e Lab Meat, curiose coincidenze (di interessi)
L’allevamento industriale – a cui si attribuisce la responsabilità del 30% delle emissioni di gas serra – rappresenta circa il 50% del PIL agricolo globale. Ed è un settore concentrato nelle mani di poche Corporation.
Le stesse Corporation, negli ultimi anni, hanno investito anche sull’innovazione legata alle proteine alternative, il cui valore è cresciuto dai 6 milioni di US$ nel 2016 ai 366 milioni nel 2020. (2)
2.2) Allevamenti contadini
Gli allevamenti di animali su piccola scala, familiare e contadina, sono radicati nelle tradizioni e non hanno nulla a che vedere con quelli industriali.
Gli animali forniscono cibo, lana e pelle, lavoro fisico (trasporto), fertilizzanti naturali. Oltre a valere come garanzia finanziaria e consentire la valorizzazione di terreni marginali.
La zootecnia contadina è di fatto un mezzo di sostentamento, reddito e food security. Tanto più in regioni aride con poche alternative. (3)
3) Sviluppo sostenibile
3.1) 1% vs. 99%
Il dibattito politico su dove condurre i sistemi alimentari del pianeta oggi si basa su aspetti che coincidono con gli interessi dell’élite finanziaria (1%) ma trascurano l’esigenza delle popolazioni (99%).
La sfida della food security non attiene invero alla sola produzione di proteine sostenibili, ma all’equa distribuzione delle risorse per produrre cibo e la lotta alla povertà.
Per cambiare i sistemi alimentari bisogna quindi focalizzare gli sforzi su obiettivi condivisi e compartecipati di sostenibilità, senza trascurare le tradizioni contadine e l’agroecologia. (4)
3.2) Dinamiche
Alcune proposte per produrre proteine alternative si basano su soluzioni tecnologiche dai costi milionari, talora anche su ingredienti a elevato impatto ambientale. Una dinamica che rafforza le relazioni di potere in essere e ostacola la sovranità alimentare dei popoli, anche nei Paesi a Basso e Medio Reddito, affidando la food security globale a un ristretto gruppo di Corporation.
‘Sostenere che bisogna sostituire carne, pesce e latte con proteine alternative porta a un’industrializzazione del sistema alimentare che potrebbe mettere a rischio il sostentamento di milioni di persone, ecosistemi come nel caso dell’acquacoltura che, per soddisfare la produzione, richiedono input che possono avere effetti negativi sull’ambiente’.
3.2) Sustainable Development Goals (SDGs)
#SDG1 – End Poverty, il primo tra i Sustainable Development Goals, è la condizione per realizzare gli obiettivi di food security (SDG2) e di salute e benessere degli individui (#SDG3, Ensure Health and Well-being). Le emissioni di gas serra associate ai processi produttivi sono spesso presentate quale unico parametro di sostenibilità dei sistemi alimentari. In una visione miope e non disinteressata che trascura alcuni elementi cruciali. Non solo i diritti dei contadini e le comunità rurali invano proclamati dall’ONU (2018) ma anche, tra l’altro:
– deforestazioni e perdita di biodiversità associate a monocolture di commodities agricole, (5)
– inquinamento di suoli, (6) acque (7) e aria con pesticidi e altri agrotossici.
4) Conclusioni provvisorie
La sostenibilità dei sistemi alimentari deve venire sviluppata nelle tre dimensioni economica, sociale e ambientale. Con l’obiettivo primario di garantire l’accesso a metodi di produzione efficaci e così ad alimenti sani e sostenibili, nel rispetto delle culture e le risorse naturali dei luoghi.
I finanziamenti pubblici alla ricerca e sviluppo devono venire indirizzati verso la c.d. open innovation. Vale a dire che i progetti su proteine alternative o altri tipi di innovazione – quand’anche coinvolgano operatori privati – devono poter venire replicati senza vincoli brevettuali, per il bene comune.
Dario Dongo e Isis Consuelo Sanlucar Chirinos
Note
(1) Phill Howard, The politics of protein. iPES Food. 01.04.222. http://www.ipes-food.org/pages/politicsofprotein
(2) Dario Dongo. ‘Carne vegana’, meat sounding. Grande spettacolo al Parlamento europeo. GIFT (Great Italian Food Trade). 23.10.20, https://www.greatitalianfoodtrade.it/idee/carne-vegana-meat-sounding-grande-spettacolo-al-parlamento-europeo
(3) Dario Dongo. Latte di camelidi, prospettiva mediterranea. GIFT (Great Italian Food Trade). 8.9.21, https://www.greatitalianfoodtrade.it/latte-di-camelidi-prospettiva-mediterranea
(4) Dario Dongo, Giulia Orsi. Lo stato della natura in UE. Rivoluzione bio. Égalité. 4.1.21, https://www.egalite.org/lo-stato-della-natura-in-ue-rivoluzione-bio/
(5) Dario Dongo. Biodiversità ed emergenza climatica. Égalité. 13.2.20, https://www.egalite.org/biodiversita-ed-emergenza-climatica-il-filo-comune/
(6) Dario Dongo. Protezione del suolo, strategia UE 2030. GIFT (Great Italian Food Trade). 6.12.21, https://www.greatitalianfoodtrade.it/en/protezione-del-suolo-strategia-2030-labc
(7) Dario Dongo. ISPRA, rapporto 2020 sui pesticidi nelle acque. GIFT (Great Italian Food Trade). 24.12.20, https://www.greatitalianfoodtrade.it/de/ispra-rapporto-2020-sui-pesticidi-nelle-acque