La protesta degli agricoltori in Europa e in UK non basta a frenare la corsa degli eurodeputati verso nuovi accordi internazionali di libero scambio, ora anche con il Cile e il Kenya.
Aumenteranno così le importazioni in UE di prodotti agricoli a basso costo da migliaia di chilometri di distanza, a discapito delle aziende agricole familiari e contadine di tutti i Paesi coinvolti.
1) Unione Europea, i nuovi accordi di libero scambio
Il 28 febbraio 2024 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea l’accordo di libero scambio con la Nuova Zelanda, già acclamato dal Parlamento Europeo. (1) E il 29 febbraio 2024 – indifferenti alle proteste degli agricoltori – gli eurodeputati ‘a breve scadenza’ sono andati avanti con nuovi accordi.
Il Parlamento Europeo ha approvato a larga maggioranza gli accordi di libero scambio con il Cile e il Kenya, rispettivamente, 376 deputati su 546 (69%) e 366 su 508 (72%). Come sempre:
– a favore dei ‘free trade agreements’ i gruppi politici popolari (People’s Party Europe, PPE), liberali (Renew Europe), conservatori (Fratelli d’Italia, cioè Coldiretti. European Conservatives and Reformists, ECR), socialisti e ‘democratici’ (S&D).
– contrari e astenuti i soli gruppi parlamentari di sinistra (The Left) e verdi (Verts/ALE). (2)
2) UE – Cile, il nuovo accordo
Solo sul fronte agricolo, l’accordo UE-Cile aumenta le quote di importazione a dazio zero per le carni di diverse specie. Pollame (18.000 t), carni suine (9.000 t), carni ovine (4.000 t), carni bovine (2.000 t), in aggiunta alle quote già esistenti e a quelle introdotte con l’accordo UE-Nuova Zelanda (38.000 t di carni ovine, 10.000 t di carni bovine). (3) Tanto basterà ad aggravare la crisi del comparto zootecnico e in particolare dei piccoli allevatori in Unione Europea.
L’accordo UE – Cile introduce altresì nuove quote per le preparazioni di frutta (10.000 t) e per l’olio d’oliva (11.000 t). Oltre a consentire l’importazione di mele, kiwi e miele senza limiti di quantità né dazi doganali, che attraverseranno il pianeta per finire sui nostri scaffali. E soprattutto – in barba alle (false) promesse della Commissione europea – non è prevista la reciprocità degli standard di produzione. Vale a dire che i prodotti agricoli cileni non dovranno rispondere ai requisiti (e così, ai maggiori costi) di produzione stabiliti in UE.
2.1) La corsa ai minerali e i metalli rari
Gli accordi di libero scambio, ça va sans dire, non riguardano solo il settore agricolo. O meglio, le quote di importazione di prodotti agricoli cileni a dazio zero sono servite a ottenere i minerali e le terre rare ambiti dalle grandi industrie europee (che frattanto chiudono, asfissiate dai costi del gas liquido USA).
‘L’accordo UE-Cile dovrebbe garantire un migliore accesso alle materie prime e ai combustibili puliti come litio, rame e idrogeno’, si legge sul comunicato stampa del Parlamento Europeo. (4) Salvo esacerbare la pressione mineraria e i già numerosi conflitti socio-ambientali in Sud-America.
Non può mancare, infine, un sistema di risoluzione arbitraria delle controversie tra investitori e Stati (Investor–State dispute settlement, ISDS). Vale a dire una ‘giustizia parallela’ che consente ai grandi investitori di contestare le normative UE e degli Stati membri che ‘ostacolino’ i loro interessi. Ad esempio, in materia di sostenibilità socio-ambientale.
3) Accordo UE – Kenya
‘Grazie’ all’accordo UE – Kenya, il Paese africano e i Paesi limitrofi con cui esso condivide un’unione doganale non potranno più attuare politiche a sostegno dei redditi dei propri produttori agricoli (es. prezzo minimo garantito) e protezione dei propri mercati.
I colossi del trading potranno invece fare crollare i listini europei di frutta, verdura e fiori, tramite importazioni di prodotti africani a basso costo.
Nessuna attenzione, anche in questo caso, agli obiettivi che l’Unione europea dichiara di perseguire. Con particolare riguardo alla riduzione delle disuguaglianza, il rispetto dei diritti umani e dei lavoratori, la tutela dell’ambiente e del benessere animale.
4) Mobilitazioni della società civile
In Francia e in America Latina decine di organizzazioni della società civile – tra le quali Confédération paysanne, la confederazione agricola contadina per antonomasia (5) – si sono mobilitate per chiedere agli eurodeputati di votare contro gli accordi UE-Cile e UE-Kenya. (6)
Prosegue inoltre la protesta contro la ratifica dell’accordo tra l’UE e i Paesi del Mercosur, che chi scrive ha più volte denunciato per la gravità degli impatti socio-ambientali e sulle produzioni agricole in Europa (7,8).
Confédération paysanne ha perciò affrontato a muso duro Emanuel Macron, la settimana scorsa al Salone dell’Agricoltura. E gli agricoltori francesi e belgi hanno assediato coi trattori il quartiere europeo di Bruxelles, proprio quando le attempate soubrette di Coldiretti celebravano il loro ‘ministro cognato’.
5) Un’altra Europa è possibile
Un’altra Europa è possibile, a condizione di cacciare dal Parlamento europeo i mangiapane a tradimento dei gruppi politici che hanno votato questi accordi deleteri per l’agricoltura familiare e contadina del Nord e del Sud del mondo.
La sola condizione per gli accordi di libero scambio deve essere la reciprocità delle condizioni di produzione, per quanto attiene a:
- diritti sociali, sindacali e dei lavoratori
- tutela dell’ambiente e della biodiversità
- sicurezza delle derrate agroalimentari
- prezzo equo per tutti gli agricoltori, ovunque. (9)
#fairtrade, #VanghePulite, #Égalité
Dario Dongo
Note
(1) Free Trade Agreement between the European Union and New Zealand https://tinyurl.com/2p9azv4w
(2) Dichiarazioni di voto degli accordi UE-Cile e UE-Kenya https://www.europarl.europa.eu/doceo/document/PV-9-2024-02-29-RCV_IT.html
(3) Proposta di decisione del Consiglio relativa alla conclusione, a nome dell’Unione europea, dell’accordo interinale sugli scambi tra l’Unione europea e la Repubblica del Cile https://tinyurl.com/2n8atra6
(4) Parliament backs deeper political and economic ties with Chile. European Parliament. Press release. 29.2.24 https://tinyurl.com/bdhxy56k
(5) Dario Dongo. Confédération paysanne e LiberiAgricoltori, le ragioni della protesta. GIFT (Great Italian Food Trade). 26.1.24
(6) STOP CETA Mercosur. Ecrivez aux députés européens : «Votez NON aux accords UE-Chili et UE-Kenya !» 24.2.24 https://tinyurl.com/mwj7kcmw
(7) Dario Dongo, Giulia Torre. UE – Mercosur, accordo tossico sul commercio. GIFT (Great Italian Food Trade). 14.7.19
(8) Dario Dongo. Brasile, alle deforestazioni si aggiunge l’ecatombe da pesticidi. Insostenibile accordo UE-Mercosur. GIFT (Great Italian Food Trade). 21.4.21
(9) Dario Dongo, Giulia Baldelli. Fair trade, ABC. Il Natale che vorremmo ogni santo giorno. GIFT (Great Italian Food Trade). 22.12.18
Dario Dongo, avvocato e giornalista, PhD in diritto alimentare internazionale, fondatore di WIISE (FARE - GIFT – Food Times) ed Égalité.