Il Messico non è solo una “delle gemme nascoste” per l’export di vino, è un’economia che in tempi di crisi è cresciuta con un ritmo tale da superare i giganti del suo emisfero, come Canada e Stati Uniti. E da paese simbolo dell’emigrazione, sta diventando un luogo di approdo per chi, per scelta o necessità, cerca fortuna lontano dal paese di origine. Lo scrive il New York Times in un lungo articolo dedicato al paese centroamericano.
In dieci anni, dal 2000 al 2010, la popolazione residente in Messico ma nata all’estero è raddoppiata fino a raggiungere quota 850.000. Questo grazie alla maggiore capacità dell’economia nazionale di attrarre capitali e risorse, non solo finanziarie ma anche umane. Le richieste di residenza sono aumentate del 10% dal novembre scorso e la legislazione sull’apertura del mercato alle imprese straniere si avvia a diventare meno restrittiva.
Un mercato dalle grandi potenzialità, insomma, che già importa generi alimentari per una percentuale intorno al 7% annuo sul totale dei beni importati. L’evoluzione demografica fa presagire che possa essere uno sbocco florido per gli alimenti ad alto valore aggiunto, come i vini europei o i prodotti a indicazione geografica.