La start up britannica Ivy Farm ha aperto il più grande impianto pilota di carne coltivata in Europa. E annuncia l’arrivo dei suoi prodotti a scaffale entro il 2023.
Ivy Farm, la carne di maiale coltivata
L’impresa nasce come spinoff dell’Università di Oxford e ha già raccolto 30 milioni di dollari. La mission del team di ricercatori in biotecnologie è inventare un modo per continuare a mangiare gustosa carne senza nuocere all’ambiente, agli animali e alla salute dei consumatori.
Il progetto mira infatti a produrre a livello industriale una carne ‘vera’ mediante la coltivazione di cellule staminali di suino. La carne macinata da ‘cellular agriculture’ sembra in effetti avere lo stesso sapore di quella autentica, rispetto alla quale si caratterizza in quanto ottenuta:
- in assenza di macellazione di suini. Indiscutibile,
- senza antibiotici. Ai quali gli allevatori possono rinunciare anche grazie a mangimi funzionali a base di alghe e microalghe (es. Algatan),
- con un profilo nutrizionale ottimale, grazie alla riduzione dei grassi saturi a favore di quelli salutari (omega 3), come è pur possibile offrendo ghiande ai suini.
Salsicce cellulari in arrivo
I fondatori di Ivy Farm annunciano che entro il prossimo anno sarà disponibile la classica salsiccia britannica di maiale. Seguiranno altri tipi di carne coltivata per riprodurre i prodotti a base di manzo (come l’israeliana Future Meat) e chissà cos’altro.
‘Qualunque sia il piatto, tutti i prodotti a base di carne coltivati da Ivy Farm saranno privi di antibiotici. E anche loro saranno freschi; poiché non abbiamo bisogno di tanti passaggi nel processo per portare salsicce e hamburger sugli scaffali dei supermercati e nei frigoriferi‘, promettono alla IvyFarm.
Impianto pilota
Il nuovo impianto pilota è una struttura di oltre 5mila mq, realizzata nel segno del rispamio energetico e ospita un bioreattore terminale da 600 litri che consentirà la produzione di oltre 2,8 tonnellate di carne coltivata all’anno.
Oltre ai laboratori e agli uffici, sono predisposte le cucine per sperimentare nuovi prodotti a base di carne macinata coltivata, con attenzione anche agli ingredienti aggiunti, sale in primis.
Tempistica, perplessità
La possibilità di immettere le lab meat sul mercato europeo ovviamente dipende dalla loro autorizzazione come Novel Food, ai sensi del reg. UE 2015/2283 e delle corrispondenti normative in UK.
Restiamo dunque in ‘vigile attesa’, richiamando alcune perplessità già espresse sull’argomento. E sollevate anche da iPES FOOD.
Giornalista professionista dal gennaio 1995, ha lavorato per quotidiani (Il Messaggero, Paese Sera, La Stampa) e periodici (NumeroUno, Il Salvagente). Autrice di inchieste giornalistiche sul food, ha pubblicato il volume "Leggere le etichette per sapere cosa mangiamo".