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Cresce l’import di vino in Cina. L’Australia alza i prezzi e balza in avanti, l’Italia è il quinto fornitore

Nei primi nove mesi del 2015, le importazioni di vino in Cina hanno registrato un ulteriore balzo in avanti. Secondo i dati doganali cinesi, in confronto allo stesso periodo dell’anno precedente, l’importazione dei vini in bottiglia è cresciuta in volume del 38,7% (sfiorando i 298 milioni di litri), e in valore del 34,7%, raggiungendo 1,4 miliardi di dollari.

L’Italia quinta in classifica

L’Italia è il quinto tra i maggiori fornitori di vino in bottiglia alla Cina: in confronto al 2014, le vendite sono cresciute in volume del 23,20%, ma appena del 4,74% in valore, complice un taglio del prezzo medio del 15%, a quota 3,67 dollari. Uno sforzo ancora insufficiente a competere sia con i vini più cari (francesi e soprattutto australiani), sia con quelli meno costosi (Spagna e Cile).

L’anomalia australiana

La classifica dei fornitori vede i testa ancora la Francia, indisiata dall’Australia. I produttori australiani sembrano già beneficiare dell’accordo di libero scambio (ChAFTA) firmato con la Cina a maggio 2015. Segnano infatti un incremento delle vendite del 58,7% in volume e dell’83,6% in valore, sebbene i loro prezzi siano decisamente superiori alla media. Prospettive destinate molto probabilmente a migliorare, considerato che l’accordo ChAFTA prevede una graduale riduzione dei dazi cinesi sui vini australiani, fino al loro azzeramento nel 2019.

Fino al terzo trimestre del 2015 il vino australiano ha rappresentato il 14% di tutto il vino importato in Cina, ma il 23% del valore di tali importazioni. A caratterizzarlo è infatti soprattutto il prezzo, il più alto praticato dai fornitori di vino alla Cina, e pari a 7,71 dollari al litro in media, con un rincaro del 15,71% rispetto all’anno precedente.

La classifica 2015 dei principali fornitori

Nella classifica dei paesi che esportano vino in Cina continua a dominare la Francia, alla quale fa capo il 43% dei volumi e il 45% del valore. Il prezzo medio è di 4,91 dollari al litro, l’1,56% in meno in confronto al 2014.

Dopo Francia e Australia, al terzo posto tra i maggiori fornitori di vino alla Cina compare la Spagna, che segna un aumento dei volumi del 53,84%, ma in cambio di una decisa riduzione del prezzo medio, sceso a 2,07 dollari al litro, il 27,76% in meno in confronto al 2014.

Il Cile si piazza al quarto posto della classifica, con un incremento del 38,34% dei volumi e un taglio del prezzo a 3,51 dollari al litro, l’1,77% in meno sul 2014.

Perde lo spumante, cresce lo sfuso low cost

A fronte della buona crescita del vino in bottiglia, calano le importazioni cinesi di vino spumante del 7,2% in volume (attestandosi attorno ai 10 milioni di litri) e del 27,5% in valore, con una riduzione del prezzo medio del 21,9%, a quota 4,77 dollari al litro.

Raddoppia invece il flusso di vino sfuso, con poco meno di 100 milioni di litri segna un incremento del 100% in volumi e del 50,91% in valore: il prezzo è infatti sceso di un quarto, a 0,70 dollari al litro.

 

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