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Amaro Camatti, liquore tipico genovese

L’amaro Camatti è un liquore tipico genovese. È ottenuto dalla infusione e distillazione di fiori, erbe, radici aromatiche e toniche mediante un procedimento ancora oggi scrupolosamente rispettato senza variazioni di sorta. È moderatamente alcolico (20°) e ha un sapore amaro gradevole e delicato di genziana e china, con toni mentolati e un persistente finale di amaretto. Perfetto a fine pasto, come per ogni amaro italiano.

Amaro Camatti, un pezzo di storia ligure

La nascita dell’amaro Camatti risale alla prima metà del Novecento. A inventarlo è il chimico farmacista ed erborista Umberto Briganti assieme alla moglie Teresa Camatti, da cui prende il nome l’amaro.

La coppia in realtà non è ligure. Lui è nato nel 1872 a Cecina, in provincia di Livorno, lei è di Montecreto, sull’appennino modenese. Si trasferiscono nel 1923 a Recco (Genova), zona ricca d’acqua, e vi aprono una distilleria.

La guerra e la crisi del liquore

Il liquore viene proposto come ‘grande specialità genovese utile per stimolare l’appetito e per il mal di mare’ (dichiarazioni che oggi sarebbero vietate) e riscuote un buon successo in Liguria e oltre, nel Basso Piemonte e in Toscana. L’arrivo della guerra è devastante anche per l’amaro Camatti.

La produzione è sospesa e la fabbrica usata come caserma. Lo zucchero, merce rara per l’epoca, presente nella distilleria viene usato come merce di scambio per avere cibo. Finita la guerra gli affari ritornano ad andare molto bene.

La riscossa dell’amaro Camatti

Dopo la morte dell’inventore, nel 1964, l’amaro Camatti perde quota. Nel 1989 viene ceduto alla Sangallo, Distilleria delle Cinque Terre di San Salvatore di Cogorno, che ancora oggi ne continua la produzione sulla base della ricetta originale.

Tra i locali in cui si può degustare questo liquore tipico genovese si segnala quello della nipote dell’inventore, in via David Chiossone, nel centro storico di Genova. Sulle pareti sono esposte le foto della vecchia fabbrica, quella dell’inventore con la consorte, una vecchissima pubblicità cartonata e una locandina degli anni ’60.

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