HomeInnovazioneAlghe e microalghe per uso alimentare in Europa, l’ABC

Alghe e microalghe per uso alimentare in Europa, l’ABC

Una recente pubblicazione scientifica (Mendes et al., 2022) offre una panoramica di dettaglio sulla biodiversità e le applicazioni relative ad alghe e microalghe, in Europa, con focus sul loro impiego nel settore alimentare. (1)

Oltre 150 specie di alghe risultano essere consumate con regolarità nel Vecchio Continente ma solo il 20% delle stesse ha ricevuto un via libera ufficiale, ai sensi del regolamento (UE) n. 2015/2283 in tema di Novel Foods (2,3).

Il potenziale di crescita del mercato europeo di alghe e microalghe appare del resto significativo, grazie alle loro virtù nutrizionali e salutistiche. E i progressi sui fronti di ricerca e innovazione dovrebbero favorirne lo sviluppo.

1) Alghe e microalghe, storia di consumo

L’analisi storica e bibliografica ha permesso al nutrito gruppo dei ricercatori (Mendes et al., 2022) di identificare una storia di consumo di alghe e microalghe radicata nei secoli e nei millenni. (1)

1.1) Alghe

Il consumo alimentare delle alghe, o macroalghe, è generalmente associato ai Paesi del Far-East (es. Cina, Vietnam, Thailandia, Giappone). I reperti archeologici raccolti hanno peraltro dimostrato gli utilizzi per finalità alimentare e medicinale delle alghe, in alcuni Paesi del Sudamerica (es. Cile), già a partire da 14.000 anni fa.

In Europa, le alghe hanno contribuito all’alimentazione di sussistenza per molte popolazioni costiere, in Portogallo come in Norvegia. In Italia (Sicilia) si registra il consumo storico di alghe – Ulva lactuca (o lattuga di mare) e Chondracanthus teedei (nota come ‘Mauru’), condite con limone e sale, come l’insalata – da parte di pescatori e villeggianti.

1.2) Microalghe

Spirulina, la specie più nota tra le microalghe (se pur si tratti di un cianobatterio) risulta essere stata coltivata e consumata dagli Aztechi già nel XIV secolo, in Africa dal IX secolo d.C. Ed è altrettanto risalente in Asia il consumo della microalga Nostoc.

Gli europei hanno invece appreso i vantaggi legati al consumo di microalghe solo negli ultimi decenni, grazie all’importazione di alimenti e integratori alimentari a base di Spirulina e Chlorella dall’Asia e il Nord America.

2) Alghe e microalghe in Europa

La produzione di alghe in Europa è principalmente rivolta al settore alimentare. Le specie di microalghe coltivate sono ancora poche, anche a causa degli ostacoli normativi all’accesso al mercato. I costi di produzione sono tuttora elevati e non competitivi con quelli asiatici. Sebbene la ricerca in UE sia oggi orientata anche verso l’impiego dell’energia solare, proprio per ridurre i costi dei processi (energivori) di essiccazione.

I ricercatori prevedono comunque una crescita positiva del mercato di alghe e microalghe in Europa nei prossimi anni, a partire dalla Spagna. Aumentano i numeri delle referenze alimentari con l’halo seaweed, così come i food supplements con microalgae. E l’innovazione è all’orizzonte nella macro-categoria dei prodotti vegan, dalle creme vegetali ai prodotti alternativi ai latticini, con il valore aggiunto di proteine e sostanze bioattive ad alto valore salutistico.

3) Novel Foods?

Uno dei principali ostacoli allo sviluppo di produzione e mercato di alghe e microalghe in Unione Europea è la disciplina europea dei Novel Foods (reg. UE 2015/2283). A cui si è aggiunta, da ultimo, una discutibile sentenza della European Court of Justice (ECJ).

3.1) Novel Food, i requisiti

Gli operatori che intendano immettere sul mercato UE alghe e microalghe, ivi compresi gli importatori, devono assicurare la conformità alla disciplina europea sui Novel Foods. Vale a dire che i prodotti devono poter venire qualificati come:

– alimenti tradizionali, in quanto provvisti di un’esperienza di consumo sicuro e consolidato in UE anteriore al 15.5.97. Il loro impiego può proseguire senza bisogno di autorizzazioni (senza trascurare possibili incertezze, legate ad esempio alla forma d’uso di un estratto),

– novel food autorizzati. Nel rispetto dei requisiti e delle condizioni di utilizzo, da verificare in modo preciso e puntuale. Con attenzione alle autorizzazioni fornite in esclusiva (es. Euglena gracilis). (3)

Qualora una specie di alga sia in corso di autorizzazione o non autorizzata, è invece necessario attendere il completamento dell’iter di valutazione e approvazione a livello UE, ovvero presentare apposita domanda di autorizzazione. (4)

3.1) QPS, Qualified Presumption of Safety

Lo status di QPS (Qualified Presumption of Safety) può agevolare EFSA riguardo la valutazione sulla sicurezza delle microalghe, a condizione che sia garantita l’assenza di cellule vive e vitali nel nuovo alimento. (5) Le microalghe finora attribuite di questo status sono:

Tetraselmis chuii,

Euglena gracilis,

Haematococcus pluvialis (Haematococcus lacustris),

– Schizochytrium limacinum (Aurantiochytrium limacinum). (6)

4) PROALGA List

PROALGAAssociação Portuguesa Dos Produtores De Algas, ha pubblicato un elenco completo delle alghe e microalghe consumate in Europa. (2) Uno strumento prezioso anche per valutare lo status delle diverse specie, a integrazione del Novel Food Catalogue gestito dalla Commissione europea e della Union Novel Food List (UNFL) allegata al reg. UE 2017/2470.

La PROALGA List fornisce un’ampia serie di informazioni:

– gruppo di alghe. Verdi, rosse, brune per le macroalghe e microalghe in sensu stricto, cianobatteri per le microalghe,
– nome scientifico dell’alga,
– nome comune. In diverse lingue, ove disponibili,
– Paese di principale consumo,
– status e modalità di consumo. Es. novel food, alimento tradizionale, additivo alimentare, integratore alimentare (in quest’ultimo caso si complementa anche alla lista BELFRIT),
– riferimenti bibliografici, prima e dopo il 1997. (7)

I sistemi di coltivazione di microalghe (aperti o chiusi) e macroalghe (spontanee o acquacoltura) vengono altresì riportati, con note sui relativi vantaggi e svantaggi.

5) Progetti di ricerca europei

La Commissione europea ha finanziato oltre 100 progetti di ricerca e innovazione, nella quasi totalità dedicati alle microalghe, per un importo complessivo che supera i 220 milioni di euro. Con applicazioni in diversi settori, oltre a quello alimentare (es. mangimi e biostimolanti bio, farmaci, cosmetici, energie rinnovabili).

La sintesi dei progetti finanziati in ambito del programma Horizon 2020 (incluso ProFuture, a cui la nostra squadra di Wiise S.r.l. benefit partecipa) mostra un impegno preponderante di enti di ricerca e imprese basati in Spagna, Francia, Italia, Portogallo, Norvegia e Olanda.

6) Conclusioni provvisorie

Alghe e microalghe – sebbene ancor poco diffuse in Europa, al di fuori di alcune comunità costiere e della cultura macrobiotica – hanno una storia di consumo secolare e millenaria nelle varie aree del pianeta. Bisogna ora adottare strategie utili a ridurre i loro costi di produzione e favorire l’inserimento di questi ingredienti con elevata qualità nutrizionale in un’ampia varietà di alimenti.

Alcuni progetti di ricerca cofinanziati dalla Commissione europea nei programmi Horizon (es. ProFuture, SeaFoodTomorrow) mirano a offrire risultati utili a ottimizzare la disponibilità di queste fonti di proteine e nutrienti e micronutrienti di pregio, oltreché sostenibili e funzionali. (8)

7) Phycogastronomy, ficogastronomia

Phycogastronomy – la crasi tra la parola alga, in greco antico ‘phýkos’ (φύκος), e gastronomia – è il neologismo ideato per promuovere la ricerca degli impieghi di alghe e microalghe in cucina. Questi alimenti, un tempo a base della sussistenza delle popolazioni costiere e di sapienza medicale, vengono ora così rivalutati anche nella dimensione sensoriale.

Taste the Ocean è l’iniziativa UE che ha visto grandi chef di fama internazionale confrontarsi nella preparazione di piatti gourmet ‘ficogastronomici’. (9)

#SDG2, Zero Hunger. #SDG3, Ensure Health and Well-being. #SDG12, Sustainable Consumption and Production.

Dario Dongo e Andrea Adelmo Della Penna

Immagine di copertina da Mendes et al. (2022). V. nota 1.

Note

(1) Mendes et al. (2022). Algae as Food in Europe: An Overview of Species Diversity and Their Application. Foods 11:1871, https://doi.org/10.3390/foods11131871

(2) Mendes et al. (2022). Algae as Food in Europe: An Overview of Species Diversity and Their Application. Foods 11:1871, Supplementary Material, https://www.mdpi.com/2304-8158/11/13/1871/s1?version=1656554923

(3) Dario Dongo, Giulia Torre. Microalghe per uso alimentare e disciplina dei Novel Foods, lo stato dell’arte in UE. GIFT (Great Italian Food Trade), 29.1.22

(4) Dario Dongo, Giulia Torre. Notifica di alimenti tradizionali di Paesi terzi come Novel Foods in UE. GIFT (Great Italian Food Trade), 4.3.22

(5) Dario Dongo, Giulia Torre. Microalghe, novel food e presunzione qualificata di sicurezza dei microrganismi. GIFT (Great Italian Food Trade), 4.5.22

(6) Nonostante rientri tra i protisti molti di essi, allo stesso modo dei cianobatteri (es. Spirulina) vengono considerati come microalghe (altri esempi sono le diatomee o l’alga Euglena)

(7) La disciplina di autorizzazione dei Novel Foods (reg. UE 2015/2283) si applica a tutti gli alimenti privi di dimostrata esperienza di consumo sicuro in UE anteriore al 15.5.97 (data di entrata in vigore del primo Novel Food Regulation, reg. CE 258/1997)

(8) Dario Dongo, Andrea Adelmo Della Penna. Inserire le alghe nella dieta, uno scenario promettente per la salute e il pianeta. #SEAFOODTOMORROW. GIFT (Great Italian Food Trade), 18.1.22

(9) Ole G. Mouritsen, O. G. Mouritsen, Prannie Rhatigan, P. Rhatigan, & José Lucas Pérez-Lloréns, J. Lucas Pérez-Lloréns. (2019). The rise of seaweed gastronomy: phycogastronomy. Botanica marina, 62, 195-209. doi: 10.1515/bot-2018-0041

Andrea Adelmo Della Penna

Laureato in Tecnologie e Biotecnologie degli Alimenti, tecnologo alimentare abilitato, segue l’area di ricerca e sviluppo. Con particolare riguardo ai progetti di ricerca europei (in Horizon 2020, PRIMA) ove la divisione FARE di WIISE S.r.l. società benefit partecipa.

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