HomeImballaggi e MOCALe lobby di McDonald’s & CO. contro il regolamento imballaggi. Inchiesta DeSmog

Le lobby di McDonald’s & CO. contro il regolamento imballaggi. Inchiesta DeSmog

Il colosso del fast-food McDonald’s è capofila tra i lobbisti duramente impegnati a demolire la proposta di regolamento sugli imballaggi e rifiuti di imballaggi (Packaging and Packaging Waste Regulation, PPWR), che prevede entro il 2030 il divieto dei contenitori monouso nei ristoranti e i pubblici esercizi, oltre e un aumento del 10% di quelli riutilizzabili per il cibo da asporto. (1)

McDonald’s, studi ‘su misura’ contro il regolamento imballaggi

L’agenzia investigativa indipendente DeSmog ricostruisce dettagliatamente la furiosa attività di lobby che tenta di affossare la transizione verso imballaggi sostenibili, anche finanziando studi giudicati poco chiari da accademici ed esperti di settore. (2)

McDonald’s – responsabile di immettere nell’ambiente rifiuti per ‘oltre un miliardo di chili di imballaggi ogni anno, pari al peso di oltre 100 torri Eiffel’, assieme a produttori di imballaggi e associazioni di categoria – a fine aprile ha chiesto ai presidenti UE di Parlamento, Consiglio e Commissione una pausa al processo legislativo del regolamento imballaggi.

L’ennesima mossa, dopo una pressione senza tregua. In un anno, questi lobbisti hanno tenuto oltre 290 riunioni ufficiali con gli europarlamentari, contro le 21 delle ONG.

Dal giugno 2022, McDonald’s e altri gruppi industriali acquisiti hanno finanziato tre studi, lanciato due siti web e sponsorizzato numerosi articoli che attaccano la legislazione sulla base del fatto che minerebbe le ambizioni zero waste dell’Europa.

Il riutilizzo è la via d’uscita

La transizione da un modello di consumo di imballaggi monouso all’impiego di contenitori riutilizzabili viene indicata – dai promotori del PPWR, la comunità scientifica indipendente e la società civile – come la soluzione indispensabile ad affrontare i guai per l’ambiente legati a produzione e dispersione di plastica è microplastiche.

L’imballaggio è uno dei principali utilizzatori di materiali vergini poiché il 40% della plastica e il 50% della carta utilizzati nell’UE sono destinati all’imballaggio. Senza azione, l’UE vedrebbe un ulteriore aumento del 19% dei rifiuti di imballaggio entro il 2030, e per i rifiuti di imballaggi in plastica addirittura un aumento del 46%’, ricorda la Commissione europea. (3)

Questo cambiamento richiede peraltro investimenti di rilievo e modifiche operative per gli esercizi commerciali come McDonald’s. E una conversione produttiva per le industrie di imballaggi monouso.

Dati oscuri sulla convenienza del riutilizzo

Le lobby di Mc Donald’s e delle industrie indicate – in barba alle evidenze scientifiche sull’impatto ambientale del loro ‘business-as-usual’, anche in relazione alla produzione di plastica (Zheng et al., 2019) – insistono nell’affermare che gli imballaggi riutilizzabili causerebbero un aumento del 50% delle emissioni di gas serra per i pasti in loco e del 260% per quelli da asporto.

L’esatto opposto di quanto rilevato negli studi della Commissione europea, che invece prevedono una sostanziale riduzione delle emissioni di gas serra, 23 mln tonnellate/anno, proprio grazie alle misure proposte nel PPWR.

I lobbisti del packaging monouso, peraltro, investono ingenti risorse per divulgare i loro teoremi attraverso studi ‘su misura’ dei loro interessi e articoli (a pagamento) diffusi anche sul sito di informazione Politico EU. (4,5)

Confronto impossibile

Tra i materiali proposti dai sostenitori del monouso (cioè l’imballaggio-rifiuto) è molto dibattuto lo studio finanziato da McDonald’s e condotto dalla società di consulenza di ricerca Kearney. (6)

Lo studio propone uno scenario molto negativo, in caso di approvazione dell’obbligo di riutilizzare i contenitori. Adducendo una serie di teorie che appaiono del tutto infondate. Alcuni esempi:

– l’impatto ambientale ipoteticamente negativo dell’adozione dei contenutori riutilizzabili viene riferito agli effetti in 10 anni della completa eliminazione dei contenitori monouso per il cibo da asporto. Il regolamento prevede invece una conversione ai contenitori riutilizzabili solo per il 10% del cibo da asporto e del 20% per le bevande, entro il 2030,

– il maggiore consumo di acqua (per sanificare i contenitori) viene calcolato senza tenere conto del contestuale risparmio dell’acqua oggi consumata per produrre gli imballaggi monouso,

– il tasso di restituzione per il riutilizzo viene indicato in appena tre volte per piatti e posate, prima che vengano rotti o buttati nei rifiuti. Un’ipotesi inverosimile, secondo attivisti e accademici, che indicano inoltre la standardizzazione dei contenitori e la raccolta diffusa (com’è ora per la differenziata) quali strumenti per aumentare il tasso di raccolta.

La carica degli studi pro monouso

Queste tesi pro monouso vengono replicate in altri studi e iniziative di comunicazione finanziati dai gruppi industriali.

A fine aprile, McDonald’s e 12 membri del settore hanno lanciato la coalizione ‘Together for Sustainable Packaging, per smantellare la proposta di regolamento sugli imballaggi.

L’alleanza include Seda e Huhtamaki insieme alla European Paper Packaging Alliance (EPPA), un gruppo commerciale di cui McDonald’s fa parte’.

Il sito web della coalizione è stato creato dalla società di pubbliche relazioni Boldt (Bruxelles) e avverte che i responsabili politici dovrebbero ‘fare attenzione alle conseguenze indesiderate di una legislazione ben intenzionata’.

Studi fotocopia

Gli studi a favore degli imballaggi monouso replicano gli stessi concetti, volti a demonizzare la transizione verso i contenitori riutilizzabili.

Il colosso della consulenza McKinsey ha pubblicato uno studio simile al rapporto Kearney. (7) Ha rifiutato di rivelare i finanziatori del suo studio. Ma cinque gruppi che rappresentano il settore degli imballaggi in carta, cartoni e cartone ondulato hanno pubblicato il 6 aprile un rapporto (datato marzo), con risultati identici a quelli ancora non pubblicati di McKinsey, svela DeSmog. (8)

Prima ancora, a giugno 2022, le medesime tesi venivano diffuse in uno studio di European Paper Packaging Alliance (EPPA), di cui McDonald’s fa parte. (9)

Tanto impegno, anche finanziario, potrebbe venire dedicato alla riorganizzazione necessaria per ridurre la montagna di rifiuti da imballaggi. Ma il colosso del fast-food, storico campione di greenwashing, prosegue la sua corsa in direzione contraria ai criteri ESG (Environment, Social and Governance).

Marta Strinati

Note

(1) Dario Dongo, Alessandra Mei. Riduzione, riutilizzo e riciclo degli imballaggi in UE. La proposta di PPWR. GIFT (Great Italian Food Trade). 14.12.22

(2) Clare Carlile. McDonald’s Leads Lobbying Offensive Against Laws to Reduce Packaging Waste in Europe. DeSmog. 8.5.23 https://www.desmog.com/2023/05/08/mcdonalds-leads-lobbying-offensive-against-laws-to-reduce-packaging-waste-in-europe/

(3) European Green Deal: Putting an end to wasteful packaging, boosting reuse and recycling. European Commission. 30.11.22 https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/en/ip_22_7155

(4) Pause the proposal on PPWR (Sponsored content from Together for Sustainable Packaging). Politico. 24.4.23 https://www.politico.eu/sponsored-content/pause-the-proposal-on-ppwr/#_ftn1 

(5) Jon Banner, EVP and Global Chief impact officer,. McDonald’s. No silver bullet: Ensuring the right packaging solutions for Europe. (Sponsored content from McDonald’s). Politico. 1.3.23 https://www.politico.eu/sponsored-content/no-silver-bullet-ensuring-the-right-packaging-solutions-for-europe/

(6) No silver bullet. Why the right mix of solutions will achieve circularity in Europe’s informal eating out (IEO) sector. Kearney. Aprile 2023 https://nosilverbullet.eu/ 

(7) The potential impact of reusable packaging. McKinsey. 5.4.23 https://www.mckinsey.com/industries/paper-forest-products-and-packaging/our-insights/the-potential-impact-of-reusable-packaging 

(8) Impact Assessment of reuse targets in proposed PPWR. Final Report. Study commissioned by Cepi, ECMA, EPPA, FEFCO and Pro Carton. Marzo 2023. https://www.cepi.org/wp-content/uploads/2023/04/202303-Impact-Assessment-of-reuse-targets-in-proposed-PPWR_FINAL.pdf 

(9) New study shows that making reusable containers for takeaway obligatory will undermine the EU’s environmental goals. EPPA. 27.6.22 https://www.eppa-eu.org/general/new-study-shows-that-making-reusable-containers-for-takeaway-obligatory-will-undermine-the-eu%E2%80%99s-environmental-goals.html 

Marta Strinati

Giornalista professionista dal gennaio 1995, ha lavorato per quotidiani (Il Messaggero, Paese Sera, La Stampa) e periodici (NumeroUno, Il Salvagente). Autrice di inchieste giornalistiche sul food, ha pubblicato il volume "Leggere le etichette per sapere cosa mangiamo".

Articoli correlati

Articoli recenti

Commenti recenti