Una borsa merci telematica potrebbe garantire in Italia la trasparenza ed equità nella catena del valore che molti evocano a parole ma nessuno sembra davvero volere, nella filiera agroalimentare. Alcuni spunti di riflessione.
Contesto. Squilibri di potere nella filiera agroalimentare
Le rappresentanze a Bruxelles dei vari comparti produttivi avevano lavorato con impegno, fin dall’inizio del nuovo Millennio, per mitigare gli squilibri di potere all’interno della filiera agroalimentare. La Commissione europea – a esito di ripetute istanze, solleciti e consultazioni delle parti – aveva quindi proposto di rafforzare le posizioni di agricoltori e imprese di trasformazione sui tre fronti di:
– pratiche commerciali sleali, poi infatti disciplinate mediante direttiva UE 2019/633, (1,2)
– organizzazioni dei produttori (OP) e interprofessionali, da promuovere e sostenere,
– trasparenza nella catena del valore, from farm to fork. (3)
Trasparenza ed equità nella catena del valore, obiettivi UE
La scarsa trasparenza sui mercati e l’asimmetria d’informazione sono causa di inefficienza dei mercati stessi e potere sproporzionato a favore di chi ha accesso ai dati più accurati. L’Unione europea ha perciò introdotto un sistema di informazione sul mercato relativa a una serie di prodotti agricoli.
‘Aumentare la trasparenza del mercato significa fornire più informazioni, su più prodotti, più spesso. Così facendo, daremo un maggiore equilibrio alla catena e garantiremo un processo decisionale più efficiente. La trasparenza è anche una questione di equità: stiamo permettendo un accesso equo alle informazioni sui prezzi che porterà maggiore chiarezza su come funziona la catena di approvvigionamento alimentare’ (Phil Hogan, ex-Commissario per l’Agricoltura e lo Sviluppo Rurale, 11.7.19). (4)
Le informazioni sui prezzi agricoli risultano carenti, in particolare, nelle fasi intermedie della filiera alimentare. E l’accesso ai dati aggiornati sull’andamento dei mercati è cruciale, in particolare a PMI e microimprese che non dispongono di altre fonti d’informazione. La Commissione europea ha perciò proposto nuove misure regolamentari, per migliorare la trasparenza del mercato agroalimentare (5,6).
Trasparenza sui mercati, il sistema UE
Il sistema europeo offre informazioni sul portale dei dati agroalimentari e gli osservatori del mercato dell’UE, in relazione a:
– carni delle varie specie,
– uova,
– settore lattiero-caseario,
– ortofrutta,
– cereali e seminativi,
– zuccheri e melasse,
– oli di oliva.
Gli Stati membri UE hanno la responsabilità di inserire nel sistema informazioni accurate e tempestive. Ma essi possono continuare a utilizzare ‘sistemi e procedure esistenti per la raccolta dei dati’, scegliere ‘l’approccio più efficace in termini di costi’ e addirittura ‘non rivolgersi alle piccole e medie imprese’. La Commissione in ogni caso raccoglie i soli dati relativi a Stati membri e derrate che esprimano, in relazione alle singole produzioni, almeno il 2% del totale UE (produzione o consumo). La raccolta dati può venire coordinata anche da organismi non pubblici come le camere di commercio, le organizzazioni di produttori o altre associazioni di imprese, a condizione di garantire:
– trasparenza in organizzazione e procedure di raccolta dati,
– continuità delle serie di dati e coerenza metodologica,
– rispetto delle norme sulla concorrenza, incluse quelle stabilite nella OCM unica (reg. UE 1308/2013). (7)
Sistema UE, trasparenza opaca
Le lobby industriali hanno ovviamente prevalso su quelle agricole, a Bruxelles, quando si è proceduto a definire il sistema che perciò vale a ottenere un’idea di massima circa gli andamenti dei mercati internazionali ma non offre i dati necessari agli operatori. Le carenze del sistema UE sono macroscopiche:
– poche categorie di prodotti agroalimentari, pochissime sotto-categorie che ne esprimano i diversi valori. In antitesi con le politiche quarantennali di promozione della qualità (indicazioni geografiche, biologico) in Europa. Così i prodotti certificati DOP e IGP hanno prezzi al consumo doppi rispetto agli equivalenti, in media, ma le materie prime usate per produrli sono parimenti remunerate, salvo rare eccezioni, (8)
– l’esclusione delle PMI dalla raccolta dati significa non considerare la quota maggioritaria dell’offerta di derrate agroalimentari in UE. Sono proprio le PMI, oltretutto, ad avere più bisogno di dati,
– l’estrema flessibilità riconosciuta agli Stati membri comporta l’acquisizione di dati spesso inattendibili, come dimostra il caso della CUN suini in Italia ove le quotazioni risultano sistematicamente alterate. (9)
Italia, borsa merci telematica
L’Italia – nel vantare la leadership europea nel valore aggiunto in agricoltura (al 2° posto per fatturato di settore, dopo la Francia), il primato globale per indicazioni geografiche registrate e il terzo posto in UE per il fatturato dell’industria alimentare (dopo Germania e Francia) – si distingue da ogni altro Paese del Vecchio Continente per l’estrema frammentazione della filiera produttiva. Una borsa merci telematica potrebbe raccogliere su un unico sito web i dati relativi a una pluralità di categorie di prodotti sotto la sistematica vigilanza dell’Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato (AGCM), per evitare il ripetersi di turbative fraudolente o dati comunque inaffidabili. (9). In relazione a ogni categoria di prodotto si dovrebbero perciò definire i cluster di riferimento (sottocategorie), per armonizzare e aggiornare le quotazioni minime-massime, franco partenza (Ex Works, EXW).
Un mercato strutturato con quotazioni telematiche – assistito da ‘notaio digitale’, vale a dire la blockchain pubblica che la stessa FAO raccomanda per riportare equilibrio nelle filiere agroalimentari (10) – potrebbe fornire dati autentici, ad esempio, su:
– volumi raccolti,
– vendite,
– scorte,
– appezzamenti coltivati,
– andamento degli accrescimenti
– previsioni dei raccolti,
– quotazioni,
– futures.
Mercato telematico e trasparenza sulla catena del valore
Un mercato telematico nazionale – ove i costi ‘from seed to fork’ e ‘from feed to fork’ siano definiti con chiarezza – potrebbe favorire la scomparsa di quelle sacche di inefficienza e i parassiti che continuano a drenare risorse su un mercato polverizzato e volatile, esposto agli umori quotidiani del meteo e dei grossisti. Sarà cosi possibile dare certezze di sostenibilità al contadino, al produttore e alla distribuzione, per offrire al consumatore prodotti italiani a costi equi e calmierati nel lungo periodo. L’adeguata struttura della borsa merci telematica italiana potrà quindi offrire:
– la chance di definire linee produttive e commerciali in grado di ravvivare l’offerta in un settore tradizionalmente statico (un eufemismo),
– il confronto con le quotazioni di altri Paesi produttori,
– la misura reale dei costi e valori reale del Made in Italy agroalimentare.
Dario Dongo
Note
(1) Dario Dongo. Pratiche commerciali sleali, la direttiva UE 2019/633. GIFT (Great Italian Food Trade). 4.5.18, https://www.greatitalianfoodtrade.it/mercati/pratiche-commerciali-sleali-la-direttiva-ue-2019-633
(2) Dario Dongo. Pratiche commerciali sleali, accordo di filiera al doppio ribasso. GIFT (Great Italian Food Trade). 7.3.21, https://www.greatitalianfoodtrade.it/idee/pratiche-commerciali-sleali-accordo-di-filiera-al-doppio-ribasso
(3) Dario Dongo. Trasparenza nella catena del valore, lavori in corso. GIFT (Great Italian Food Trade). 22.3.19, https://www.greatitalianfoodtrade.it/mercati/trasparenza-nella-catena-del-valore-lavori-in-corso
(4) Commissione europea, Agricoltura e Sviluppo Rurale. Fairness in the Food Supply Chain: Commission welcomes Member States’ support for greater price transparency. 11.9.19, https://ec.europa.eu/info/news/fairness-food-supply-chain-commission-welcomes-member-states-support-greater-price-transparency-2019-sep-11-0_en
(5) Reg. UE 2019/1746 che modifica il regolamento (UE) n. 2017/1185 recante modalità di applicazione dei regolamenti (UE) n. 1307/2013 e (UE) n. 1308/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda le notifiche alla Commissione di informazioni e documenti, https://eur-lex.europa.eu/eli/reg_impl/2019/1746/oj
(6) Commissione europea. Documento di lavoro ‘Market transparency in the EU’s food supply chain’, in accompagnamento al reg. UE 2019/1746 [SWD/2019/0360 final]. https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?uri=CELEX%3A52019SC0360
(7) Commissione europea, domande e risposte. Improving market transparency in the agricultural and food supply chain. 29.11.19, https://ec.europa.eu/info/sites/info/files/food-farming-fisheries/key_policies/documents/market-transparency-faqs_en.pdf
(8) Dario Dongo. Indicazioni geografiche, 75 miliardi di euro in UE. Il database e le tutele che mancano. 21.2.21, https://www.greatitalianfoodtrade.it/mercati/indicazioni-geografiche-75-miliardi-di-euro-in-ue-il-database-e-le-tutele-che-mancano
Marta Strinati, Dario Dongo. Mercato suinicolo, gravi anomalie sui prezzi stabiliti dalla CUN. GIFT (Great Italian Food Trade). 13.2.21, https://www.greatitalianfoodtrade.it/mercati/mercato-suinicolo-gravi-anomalie-sui-prezzi-stabiliti-dalla-cun
(9) Dario Dongo, Marta Strinati. CUN suini, il prezzo non è (ancora) giusto. GIFT (Great Italian Food Trade). 24.2.21, https://www.greatitalianfoodtrade.it/mercati/cun-suini-il-prezzo-non-è-ancora-giusto
(10) Dario Dongo, Andrea Adelmo Della Penna. Blockchain, le opportunità per la filiera agroalimentare e quella biologica. GIFT (Great Italian Food Trade). 1.11.20, https://www.greatitalianfoodtrade.it/innovazione/blockchain-le-opportunità-per-la-filiera-agroalimentare-e-quella-biologica
Dario Dongo, avvocato e giornalista, PhD in diritto alimentare internazionale, fondatore di WIISE (FARE - GIFT – Food Times) ed Égalité.