HomeIdeeRicerca nutrizionale deviata dalle lobby di Big Food. Nuovo studio

Ricerca nutrizionale deviata dalle lobby di Big Food. Nuovo studio

Un nuovo studio scientifico dimostra come la ricerca nutrizionale sia sistematicamente deviata da Big Food. (1) Le Corporation industriali alimentari finanziano generosamente i ricercatori, allo scopo di contrastare le politiche sanitarie pubbliche e accrescere i profitti. (2) Talora anche con un controllo diretto sulle riviste scientifiche.

Gli sforzi delle aziende alimentari […] vanno dritti al cuore della nutrizione come professione. In effetti, la cooptazione di esperti, soprattutto accademici, è una strategia aziendale esplicita. Una guida a tali strategie spiega che questa particolare tattica “viene eseguita in modo più efficace identificando i massimi esperti … e assumendoli come consulenti o dando loro borse di ricerca e simili”. Questa attività richiede un minimo di finezza; non deve essere troppo sfacciata‘. (3)

Come Big Food paga la ricerca

Le manovre illecite di Big Food e Big Alcohol nella deviazione della ricerca scientifica sono già state ampiamente dimostrate, come si è visto (4,5). Gli autori dello studio australiano aggiungono dati altrettanto degni di nota sulle manovre ‘alla luce del sole’. Vale a dire nei casi di conflitti d’interessi dichiarati. Il materiale di studio raccoglie tutti gli articoli pubblicati nel 2018 sulle prime 10 riviste scientifiche di nutrizione e dietetica. Una mole di 1.461 lavori.

L’analisi del materiale mostra che il 13,4% degli articoli scientifici è sovvenzionato con varie modalità dall’industria alimentare. E nella maggior parte dei casi (55,6%) la ricerca produce risultati favorevoli a Big Food. Un dato eclatante, a raffronto con gli articoli (formalmente) non finanziati dall’industria, i quali portano a conclusioni affini agli interessi degli industriali di settore nel solo 9,7% degli studi.

Il controllo sulle riviste

Le modalità adottate dall’industria alimentare per condizionare la ricerca sono varie, nel formale rispetto delle norme vigenti. Finanziamento di studi e viaggi di lavoro, fornitura di prodotti da impiegare nella sperimentazione. Ovvero – in modo ancora più semplice ma non altrettanto noto – mediante creazione e controllo di riviste scientifiche.

Tra le 10 riviste valutate nessuna è esente dalla contaminazione. L’incidenza tuttavia varia sensibilmente nel campione. La maggiore percentuale di articoli sponsorizzati dall’industria è pubblicata su The Journal of Nutrition (28,3%), la più bassa su Pediatric Obesity (3,8%).

Conflitti d’interesse

I dati sommari diventano più comprensibili guardando alle dichiarazioni di conflitto di interessi dichiarati da autori degli studi ed editori delle riviste.

Quattro riviste (Advances in Nutrition, The Journal of Nutrition, Obesity, Pediatric Obesity) dichiarano conflitti di interesse del loro comitato editoriale. Gli editori delle altre sei riviste (The American Journal of Clinical Nutrition, Advances in Nutrition, International Journal of Obesity, Nutrition Reviews, The Journal of Nutrition, Obesity) sono invece pienamente coinvolti nell’alveo dell’industria alimentare.

Il caso più rappresentativo del fenomeno riguarda le riviste Journal of Nutrition e Nutrition Reviews, che hanno pubblicato la percentuale più alta di articoli con il coinvolgimento dell’industria. Entrambe sono collegate all’industria alimentare. Diversi membri del consiglio di amministrazione del Journal of Nutrition hanno dichiarato conflitti di interesse che coinvolgono le aziende alimentari.

American Society of Nutrition

Il fulcro attorno al quale ruotano le commistioni tra ricerca e industria alimentare è la American Society of Nutrition (ASN), che pubblica il Journal of Nutrition, The American Journal of Clinical Nutrition e Advances in Nutrition.

Nutrition Reviews è invece pubblicato dall’International Life Science Institute (ILSI), fondato e finanziato esclusivamente da grandi aziende dell’industria alimentare tra cui Mars, Nestlé, Coca-Cola e PepsiCo, molto generose nella elargizione di fondi, come mostra la tabella qui pubblicata. I produttori di alimenti trasformati, com’è evidente, sono protagonisti nella maggior parte (39,3%) degli articoli sovvenzionati da Big Food.

BIG FOOD E RICERCA

L’orgoglio della ricerca indipendente

Proteggere l’integrità della ricerca in ambito nutrizionale e la sua autorevolezza nelle politiche di sanità pubblica richiede alcuni interventi, secondo gli autori dello studio.

Tra le soluzioni si propone l’identificazione di un limite ai finanziamenti dell’industria, arginandoli in un sistema soggetto al controllo governativo e destinabili soltanto a un progetto sviluppato indipendentemente dall’industria. Gli istituti di ricerca e le università dovrebbero invece stilare linee guida rigorose sulla trasparenza dei finanziamenti, capaci anche di inibire ogni influenza dell’industria alimentare sui programmi di ricerca. E stabilire un limite al numero di articoli sponsorizzati.

Dati i potenziali interessi concorrenti dell’industria alimentare da un lato, e gli interessi scientifici e di salute della popolazione dall’altro, è importante esplorare i meccanismi che possono salvaguardare l’integrità e la rilevanza pubblica della ricerca nutrizionale e garantire che non siano minati dall’influenza dell’industria alimentare‘.

Marta Strinati

Note

(1) Sacks G, Riesenberg D, Mialon M, Dean S, Cameron AJ (2020) The characteristics and extent of food industry involvement in peer-reviewed research articles from 10 leading nutrition-related journals in 2018. PLoS ONE 15(12): e0243144. doi:10.1371/journal.pone.0243144 https://journals.plos.org/plosone/article?id=10.1371/journal.pone.0243144#references

(2) Marta Strinati, Dario Dongo. Nutrizione e salute, ecco come Big Food ostacola l’OMS. GIFT (Great Italian Food Trade) 3.9.20 https://www.greatitalianfoodtrade.it/idee/nutrizione-e-salute-ecco-come-big-food-ostacola-l-oms 

(3) NESTLE, MARION, and Michael Pollan. “CO-OPTING NUTRITION PROFESSIONALS.” In Food Politics: How the Food Industry Influences Nutrition and Health, 111-36. University of California Press, 2013. Accessed January 26, 2021. http://www.jstor.org/stable/10.1525/j.ctt7zw29z.13

(4) Dario Dongo, Andrea Adelmo Della Penna. Conflitti d’interesse nella ricerca scientifica. GIFT (Great Italian Food Trade). 26.9.20, https://www.greatitalianfoodtrade.it/idee/conflitti-d-interesse-nella-ricerca-scientifica

(5) Marta Strinati. Big Alcohol e un secolo di scienza a suo servizio. GIFT (Great Italian Food Trade). 5.11.20, https://www.greatitalianfoodtrade.it/idee/big-alcohol-e-un-secolo-di-scienza-a-suo-servizio

Marta Strinati

Giornalista professionista dal gennaio 1995, ha lavorato per quotidiani (Il Messaggero, Paese Sera, La Stampa) e periodici (NumeroUno, Il Salvagente). Autrice di inchieste giornalistiche sul food, ha pubblicato il volume "Leggere le etichette per sapere cosa mangiamo".

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