HomeIdeePesticidi illegali nell’Agro Pontino, è l’ora di Giuseppe Conte

Pesticidi illegali nell’Agro Pontino, è l’ora di Giuseppe Conte

Nell’Agro-pontino, prosegue l’avvelenamento di ambiente, popolazioni e ortofrutta. Pesticidi illegali sui campi e discariche abusive. È ora che il premier Giuseppe Conte intervenga sullo schema di decreto ‘controlli pubblici ufficiali’, da rifare ex novo.

L’Agro Pontino dei veleni

Marco Omizzolo, giornalista e sociologo impegnato nella tutela dell’ambiente, ha presentato a settembre 2019 un esposto alla Procura della Repubblica. A seguito di un’accurata inchiesta – pubblicata insieme ad Angelo Mastrandrea, sul Venerdì de La Repubblica – che evidenzia una grave e diffusa situazione di illegalità nelle filiere agricola dell’Agro Pontino. Grazie all’aiuto di un bracciante che da anni lavora nei campi, si disvela il catalogo degli agrotossici proibiti bensì ampiamente diffusi in quest’area della Regione Lazio.

Si va dall’Afalon, un erbicida revocato dal Ministero della Salute il 3 giugno 2017, al Cycocel, un regolatore della crescita vietato dal 2012, all’Adrop, un fitoregolatore che anticipa i tempi di maturazione di frutta e ortaggi proibito addirittura dal 2009.’

Operai e braccianti sono continuamente esposti agli effetti venefici delle sostanze che inevitabilmente residuano nell’ortofrutta distribuita in tutta Italia. In prevalenza sui canali dei mercati rionali e della distribuzione tradizionale, che sfuggono ai controlli – in genere rigorosi – della GDO (Grande Distribuzione Organizzata).

L’illegalità è sistematica. Sono stati registrati diversi casi di intossicazione dei lavoratori, da esalazioni di fumi tossici, e addirittura segnalazioni dei consumatori su prodotti che contenevano pasticche di sostanze vietate ancora solide e non completamente disciolte. All’abuso di pesticidi e altri agrotossici vietati si aggiunge il mancato rispetto dei c.d. tempi di carenza, o intervalli di sicurezza. Vale a dire, i periodi minimi che devono intercorrere tra il giorno del trattamento e la data di raccolta dei prodotti agricoli. La sicurezza chimica degli alimentari è a rischio, in una filiera agricola criminale che nutre bene il solo business delle agromafie.

Le agromafie nelle terre dei fuochi

L’ecatombe si consuma con i roghi dei bidoni e flaconi utilizzati. I suoli già inquinati da pesticidi ed erbicidi vietati – che percolano nelle acque di superficie, fino a raggiungere le falde – vengono così ‘ammendati’ coi rifiuti tossici. Discariche abusive nelle terre dei fuochi che come la peste dilagano, dalla Campania al Lazio fino al Nord della Penisola. E il volume d’affari delle agromafie cresce di anno in anno, +12,4% nel 2018, per un totale stimato in difetto 24,5 miliardi di euro. (1)

Il traffico illecito di agrotossici è sotto gli occhi di tutti. Amazon, come a nostra volta abbiamo denunciato, li contrabbanda senza badare ai requisiti di legge (autorizzazione delle sostanze nei Paesi di destino, certificati di abilitazione alla vendita e all’acquisto). Il crimine organizzato prospera online e offline, grazie anche alla vendita di agrotossici illegali.

Si tratta di armi chimiche vere e proprie, realizzate con principi attivi vietati nei Paesi del Nord del mondo ma ancora diffusi in quelli ove la legislazione è carente. Come il paraquat Made in Europe, o la miriade di agrotossici autorizzati nel Brasile di Jair Bolsonaro.

Gli agrotossici illegali sono uno tra i dieci business più redditizi per la criminalità organizzata, secondo l’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE). (2) Così diffuso da riguardare circa un quarto dei pesticidi impiegati nell’intero pianeta. Una minaccia globale – per la salute umana e animale, oltre agli ecosistemi- totalmente fuori controllo. (3)

Agro Pontino, le prime reazioni

L’indagine di Marco Omizzolo e Angelo Mastrandrea ha stimolato due interrogazioni al Parlamento. Alla Camera dei Deputati dall’On.le Stefania Cenni, vice presidente della Commissione Agricoltura. E al Senato, dal suo ex presidente Pietro Grasso. Legambiente, a sua volta, ha chiesto alla neo Ministra dell’Agricoltura Teresa Bellanova di attivare un’indagine sui traffici illegali di fitofarmaci illegali nel Bel Paese.

È doveroso attivare un programma straordinario di controlli rafforzati sulla filiera ortofrutticola, a partire dall’Agro Pontino. Giova al proposito sottolineare che le competenze ai controlli sui c.d. agrofarmaci ricadono sotto l’amministrazione sanitaria. Ed è deplorevole annotare il silenzio della Regione Lazio, la quale pure ha giurisdizione concorrente ma è governata da un politico distratto altrove. Si devono invece eseguire ispezioni, carotaggi dei suoli e analisi, ‘per individuare i responsabili di queste gravissime pratiche criminali, con cui si accumulano profitti illeciti e si minaccia la salute dei cittadini’.

Legambiente, a ben vedere, aveva già denunciato la escalation dei crimini nelle filiere agroalimentari nel suo ultimo rapporto ‘Ecomafia’. Ove si è una stimata una crescita formidabile degli affari delle agromafie (+35,6%, 2018 su 2017). I pur numerosi a accertamenti di infrazioni – 44.795 nel 2018, pari a 123 al giorno – evidentemente non bastano a garantire la sicurezza delle filiere in aree controllate dalla malavita.

Controlli ufficiali in Italia, decreti da rifare

La disciplina dei controlli pubblici ufficiali sulle filiere agroalimentari e relative sanzioni è in attuale corso di riforma, in Italia. Per il doveroso aggiornamento rispetto alle nuove regole definite in Europa con il regolamento (UE) n. 2017/625. Lo schema di decreto legislativo ora in discussione presso i ministeri coinvolti (Salute, Agricoltura e Sviluppo Economico) è però del tutto inidoneo agli scopi, come si è già evidenziato.

La presidenza del Consiglio dei ministri deve intervenire, una volta per tutte, a sanare l’inaccettabile ‘invasione di campo’ del dicastero delle Politiche Agricole su aree di competenza dell’Amministrazione Sanitaria. Bisogna perciò attribuire espressamente al Ministero della Salute il ruolo e i poteri di coordinamento di ogni e qualsivoglia attività di controllo pubblico ufficiale sulle filiere agroalimentari e zootecniche. Nel rispetto di criteri che vennero a suo tempo stabiliti già quindici anni fa, nell’ambito del Pacchetto Igiene. (4)

Lo schema di decreto che dovrebbe riformare la disciplina nazionale su controlli e sanzioni, paradossalmente, ignora proprio le principali novità del reg. UE 2017/625. Si omette di introdurre le nuove nozioni di ‘pericolo’ e ‘rischio’, che sono cruciali proprio perché considerano la salute ‘animale o vegetale, sul benessere degli animali o sull’ambiente’, oltre alla sicurezza di alimenti e mangimi. (5) Ed è questa la chiave per adottare misure drastiche nei confronti di tutti coloro che irrorino i campi con agrotossici fuorilegge.

Il peccato originale della bozza di decreto legislativo – In palese contrasto con il regolamento europeo da attuare e gli obiettivi da raggiungere – è perciò duplice:

– si omette di riconoscere che il Ministero della Salute debba coordinare tutti i controlli pubblici ufficiali a eseguirsi in Italia, in linea con il suo ruolo di punto di contatto nazionale a Bruxelles. Vale la pena ricordare, al proposito, che i controlli pubblici ufficiali sull’impiego dei fitofarmaci già ricadono nelle competenze dell’amministrazione sanitaria,

– si indulge nel riferire ai soli rischi diretti per la salute umana quali condizioni per attivare le doverose procedure di allerta e le sanzioni che devono essere tanto gravi ed efficaci da disincentivare l’illegalità. (6)

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte deve dare ulteriore prova di coraggio per risolvere problemi che si trascinano da un paio di decenni ormai ma proprio ora rischiano di corrompere la credibilità della filiera alimentare italiana.

Dario Dongo e Giulia Torre

Note
(1) Cfr. Istituto Eurispes, 6° rapporto sulle Agromafie
(2) OSCE (Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa). Contrasto alla contraffazione e al contrabbando di pesticidi. V. anche https://www.cambialaterra.it/2017/10/pesticidi-taroccati/
(3) EUIPO (2017). Costo economico della violazione dei diritti di proprietà intellettuale nel settore dei pesticidi
(4) Cfr. reg. CE 882/04, relativo ai controlli ufficiali intesi a verificare la conformità alla normativa in materia di mangimi e di alimenti e alle norme sulla salute e sul benessere degli animali
Per approfondimenti si veda l’ebook gratuito Sicurezza alimentare, regole cogenti e norme volontarie, su https://www.greatitalianfoodtrade.it/libri/sicurezza-alimentare-regole-cogenti-e-norme-volontarie-il-nuovo-libro-di-dario-dongo
(5) Reg. UE 2017/625, relativo ai controlli ufficiali e alle altre attività ufficiali effettuati per garantire l’applicazione della legislazione sugli alimenti e sui mangimi, delle norme sulla salute e sul benessere degli animali, sulla sanità delle piante nonché sui prodotti fitosanitari, art. 3 comma 23 e 24
(6) V. reg. UE 2017/625, art. 139

 

Laureata in giurisprudenza, master in European Food Law, si occupa di legislazione agro-alimentare, veterinaria, agricola. Dottoranda alla Scuola per il Sistema Agroalimentare AGRISYSTEM, Università Cattolica del Sacro Cuore, con una tesi in materia di novel food.

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