Si avvicina l’operazione trasparenza sulla provenienza del latte impiegato per produrre molti prodotti come latte, burro, yogurt, mozzarella, formaggi e latticini. L’iter che terminerà con l’introduzione dell’indicazione obbligatoria procede sul doppio binario, nazionale e comunitario.
Il 12 maggio 2016, il Parlamento europeo ha approvato una Risoluzione sul tema, che invita la Commissione a dare applicazione all’indicazione obbligatoria del paese d’origine o del luogo di provenienza per tutti i tipi di latte destinati al consumo diretto, nonché ai prodotti lattiero-caseari.
Pochi giorni dopo, il 31 maggio 2016, il ministero per le Politiche agricole (MiPAAF) ha ultimato – e inviato a Bruxelles per il controllo di rito, il decreto interministeriale che detta le nuove regole di etichettatura dei prodotti lattiero-caseari in Italia.
Il testo italiano prevede l’indicazione del paese di origine del latte, con la precisazione del luogo di svolgimento delle tre fasi: mungitura, confezionamento e trasformazione.
Il decreto ha sollevato critiche. Lo schema normativo, secondo i detrattori, non garantisce il raggiungimento degli obiettivi che persegue.
Food and Agriculture Requirements pubblica un approfondimento tecnico sui contenuti dei due provvedimenti: la risoluzione del Parlamento europeo e il decreto interministeriale italiano.
Redazione