Pubblichiamo la ricerca sugli OGM, condotta da Giovanni Dongo e Vicet Romano, studenti di seconda media.
Cos’è un OGM?
Secondo la FAO (Food and Agriculture Organization), ‘A genetically modifed organism (GMO) is an organism in which one or more genes (called transgenes) have been introduced into its gene material from another organism using recombinant DNA technology. For example, the genes may be from a different kingdom (such as from a bacterium to a plant) or a different species within the same kingdom (e.g. from one plant species to another)’. Vale a dire, un Organismo Geneticamente Modificato (OGM) è un organismo nel quale uno o più geni (chiamati trans-genici) sono stati introdotti nel DNA di un altro organismo mediante una apposita tecnologia. Ad esempio, i geni di un batterio e di una pianta possono venire ‘ri-combinati’ con l’inserimento dei geni di una specie diversa.
Quali OGM esistono oggi sul pianeta?
Centinaia di milioni di ettari di terre sono oggi coltivati nel mondo con sementi OGM (es. soia, mais, colza, etc.) soltanto per rendere tali piante resistenti all’irrorazione con venefici erbicidi (come il glifosato, che distrugge tutte le piante, indesiderate e non).
Ciò premesso, l’ampiezza delle ricerche supera i limiti dell’immaginazione, ed è difficile costruire un’opinione su ciò che è ignoto, in tutto o quasi. Gli scopi sono innumerevoli e talora stravaganti, come pure gli strumenti impiegati. Tenendo a mente che al ‘mix’ genetico più facile a comprendersi poiché prossimo ai sistemi tradizionali di riproduzione – vegetale-vegetale – si aggiungono:
– vegetale-animale (batteri inclusi). Tra gli esperimenti più imprevedibili, si annoverano il ‘mix’ genetico tra pollo e grano per sviluppare la resistenza a un fungo (Nebraska), quello tra pollo e patate per rafforzare il sistema immunitario di queste ultime, l’inserimento di ormoni di carpa (pesce d’acqua dolce) nello zafferano per replicare proteine a uso farmaceutico (North Dakota e Nevada),
– vegetale-umano, di cui si ha notizia in relazione ai c.d. ‘pharma-crops’. ‘Last year, the California Rice Commission advised the state Food and Agriculture Department to allow Ventria Bioscience of Sacramento to grow 50 hectares of GM rice near San Diego. Ventria planned to grow two types of rice modified with synthetic human genes-one to make human lactoferrin to treat anemia and the second to produce lysozyme to treat diarrhea’ (Dalton, Rex: ‘California Edges towards Farming Drug-producing Rice’, Nature 428: 591, 2004),
– animale-umano. In nome della scienza e di nuovi orizzonti di cura, ad esempio, i ratti dotati di cromosomi umani. Del resto, una scuola americana di pensiero ‘genetista’ attribuisce all’uomo una natura ibrida, quasi a intendere l’opportunità di esplorare ulteriori ibridazioni tra mammiferi. Con la giustificazione di produrre organi umani senza bisogno di ricorrere alle donazioni individuali, si ha ragione di credere che siano in corso varie sperimentazioni, ignote al grande pubblico come ai decisori politici fino a quando le ricerche non avranno condotto a risultati ritenuti degni di notorietà e copertura legislativa. Che altro?
– Animale-animale. L’animale geneticamente modificato più vicino all’immissione in commercio è il c.d. Aquadvantage salmon, un salmone coi geni di un grosso pesce artico che ne permettono un rapido e colossale sviluppo. La pecora francese con proteine di medusa, per attribuire un colore verde alle sue carni (?), il cui primo esemplare si è perduto nella filiera alimentare per opera di un dipendente ribelle. Ma anche la capra-ragno e la capra-lampreda (pesce marino), dal Canada allo Utah, per estrarre una resistente seta sintetica dal suo latte.
Si è così sviluppato il concetto di biologia sintetica – che comprende la replica artificiale di tratti genetici esistenti, e la costruzione di nuovi tratti – in vista di applicazioni potenzialmente infinite, dai transistor alle carni sintetiche, fino agli organi umani… Uomo bionico in vista!
Quali OGM si trovano nei nostri piatti?
Le piantagioni biotech più diffuse riguardano soia (90,7 mln ha, l’82% della soia planetaria), cotone (25,1 mln ha, il 68% del cotone globale), mais (55,2 mln ha, 30%), colza (36 mln ha, 25%). Seguono patate e riso, in quote minori zucchine e pomodori, papaya e banane.
Soia, mais e colza OGM, le specie più diffuse nell’agricoltura industriale, sono coltivate in vari Paesi del mondo (tra cui USA, Brasile, Argentina, India e Canada, i primi produttori al mondo di tali piante) e impiegate anche in Italia per la produzione di farine – destinate alla produzione di mangimi per i c.d. ‘animali da reddito’ (es. bovini, suini, pollame) – e di oli che sono impiegati sia come bio-combustibili, sia come ingredienti alimentari.
La legislazione europea impone di indicare la presenza e/o la provenienza da OGM sulle etichette e i documenti commerciali di alimenti e mangimi, e tuttavia:
– l’impiego di mangimi OGM negli allevamenti non comporta l’obbligo di informare di ciò i consumatori dei prodotti derivati dagli animali nutriti con mangimi OGM (es. carni, latte, uova),
– l’utilizzo di oli OGM nelle cucine dei ‘fast-food’ non comporta l’obbligo per i relativi esercenti (es. Mc Donald’s, Burger King, e altri) di comunicare agli avventori che i loro piatti sono stati cucinati con oli vegetali geneticamente modificati.
Così è, se Vi pare, nell’Anno Domini 2016.
Fonte: ebook ‘OGM la Grande Truffa’, Dario Dongo, Great Italian Food Trade, 2015 (cfr. https://www.greatitalianfoodtrade.it/sostenibilità/ogm-la-grande-truffa)