Cucina Italiana patrimonio immateriale dell’Umanità. Dopo la celebrazione della Dieta Mediterranea, inserita nel 2010 nella lista delle tradizioni da tutelare, l’Italia avanza all’Unesco la domanda di tutela per lo stile culinario del Belpaese. Noto in tutto il mondo, ma spesso vittima di pessime imitazioni.
Cucina Italiana troppe imitazioni
La petizione per la Cucina Italiana all’estero è promossa dall’Associazione Icw – Italian Cuisine in the World – un network con oltre 2500 iscritti tra chef, ristoratori e altri professionisti della ristorazione e della gastronomia italiana nel mondo.
L’obiettivo è tutelare la supremazia enogastronomica italiana oltre i confini nazionali. Dove purtroppo la tradizionale cucina italiana – sia tramandata da italiani migrati all’estero, sia adottata da ristoratori senza alcun legame con il made in Italy – è distorta da usi locali senza più aderenza ai principi basilari.
La rivincita sui francesi
Tra le nomination presentate dall’Italia all’esame dell’Unesco è già presente “L’arte del pizzaiolo napoletano”, che porterebbe a 8 gli elementi iscritti nell’elenco del Patrimonio immateriale.
Ma la richiesta di tutela per la Cucina Italiana ha anche un altro valore. La rivincita sulla Francia, che dal 2010 vede il “Pasto grastronomico francese” già sotto l’ala Unesco, in quanto “una pratica sociale consueta per celebrare momenti importanti nella vita di individui e gruppi, come nascite, matrimoni, compleanni, anniversari, successi e riunioni”.
I patrimoni immateriali italiani
Attualmente gli elementi italiani iscritti nella Lista per la Tutela del Patrimonio Immateriale sono 7:
– Falconeria, elemento “transnazionale” (che accomuna 18 paesi, sotto la guida degli Emirati Arabi Uniti),
– L’Opera dei Pupi siciliani,
– I Canti a Tenores sardi,
– La dieta mediterranea, elemento “transnazionale” (comprendente oltre all’Italia anche Cipro, Croazia, Grecia, Marocco, Spagna e Portogallo),
– Il Saper fare liutario di Cremona,
– Le Feste delle Grandi Macchine a Spalla (La Festa dei Gigli di Nola, la Varia di Palmi, la Faradda dei Candelieri di Sassari, il trasporto della Macchina di Santa Rosa a Viterbo),
– La vite ad alberello di Pantelleria.