Cibus 2021 a Parma, dal 31 agosto al 3 settembre, è stato presentato come ‘la fiera della ripartenza’. Senza dubbio, sotto diversi aspetti. Impressioni di viaggio e brevi note a seguire.
1) Scenario
1.1) I numeri dell’industria
La fiera organizzata da Fiere Parma e Federalimentare, curiosamente, è stata preceduta dai proclama di Coldiretti anziché dell’industria alimentare italiana. A riprova, purtroppo, del dominio di Palazzo Rospigliosi sulla politica e l’informazione pubblica di settore.
L’agroalimentare – come è risaputo, da oltre vent’anni – è il settore che traina l’economia italiana, con un progresso lento ma continuativo. Il comparto industriale prevede di raggiungere i 154 miliardi di fatturato nel 2021, +6,5% in volume e +8% in valore (dati Federalimentare). L’export sembra volare, +10% nel primo semestre 2021, verso i 50 miliardi di euro entro fine anno. (1)
1.2) La tempesta in arrivo
I ricavi non bastano però a esprimere lo stato di salute della filiera agroalimentare italiana. I fattori di produzione registrano aumenti di costi straordinari. Dal +35% al +80% le materie prime, +25% l’energia elettrica, +200% i pallet triplicati, più che raddoppiati i trasporti navali e gli imballi. (2) Parola di Ivano Vacondio, presidente di Federalimentare.
La tempesta è in arrivo e la Repubblica italiana – anziché seguire l’esempio della vicina Francia, nell’applicare con efficacia la direttiva UE sulle pratiche commerciali sleali (3) – non ha ancora fatto nulla. Salvo anzi ipotizzare inaccettabili deroghe alla direttiva UTPs (Unfair Trading Practices, dir. UE 2019/633) su pressione congiunta di Coldiretti, Confindustria e Federdistribuzione. (4)
2) CIBUS 2021
2.1) Le dichiarazioni
Parma ha ospitato la prima fiera in presenza, a quasi un anno e mezzo di distanza dal primo lockdown. I numeri di Cibus 2021 hanno segnato la ripartenza con oltre 2 mila espositori e – a dire di Fiere di Parma – 40 mila visitatori. Sia pure in spazi ristretti rispetto alle edizioni precedenti (-25%).
Le misure di contenimento del contagio da Covid avrebbero invece impedito le visite di importatori e buyer da Cina, Giappone e Australia. Sebbene, secondo l’AD di Fiere di Parma, non siano mancati broker da Corea e Usa. E si sia registrata la ‘ottima presenza’ di visitatori da Germania, Francia, nord Europa, Russia, Medio Oriente e Sudafrica.
2.2) Gli espositori. Qualità in testa
Le industrie e le imprese italiane presenti a Cibus hanno sicuramente dato il meglio di sé. Stand di grande impatto visivo, ospitali e spaziosi, hanno mostrato le migliori qualità di un Made in Italy alimentare legato alla tradizione e al contempo attuale. In un colpo d’occhio si annota l’attenzione verso:
– progetti di filiera. Straordinari tra gli altri il succo 100% melograno siciliano di Oranfrizer e l’olio extra vergine ‘Umbro’ DOP di Costa d’oro in sinergia con Assoprol,
– biologico. Senza pari le uova dell’azienda agricola La Masera di Valmozzola (PR). E di grande interesse, nell’innovazione, l’ampia varietà di snack di Fiorentini,
– sostenibilità. Sola carta per le confezioni di pasta La Molisana a impatto zero, ‘senza antibiotici fin dalla nascita’ i suini italiani usati per il prosciutto cotto Martelli, etc.,
– health claims, free from. Il Parmigiano Reggiano DOP finalmente sottolinea l’assenza di conservanti, oltreché di lattosio. Ma anche la ricchezza in calcio e fosforo e la presenza di selenio,
– veg, plant-based. Anche Industrie Rolli Alimentari, storico protagonista dei surgelati di qualità, propone un’ampia varietà di piatti pronti con proteine vegetali. Da piselli gialli, senza residui di pesticidi.
3) QUALE FIERA?
Il grande impegno e gli investimenti profusi a Cibus 2021 non paiono avere trovato riscontri concreti – al di là del piacere di ‘ritrovarsi’ tra amici e colleghi – in una fiera letteralmente deserta. E le misure di contenimento obiettivamente non giustificano il deserto dei tartari. Gli importatori e i buyer, semplicemente, devono scegliere dove andare.
Milano – con Expo 2015, ma anche il Salone del Mobile e la Settimana della Moda – si direbbe aver seppellito le Fiere di Parma. Ed è tuttavia pressoché certo che Tuttofood 2021, a sua volta, perderà i visitatori ‘che contano’. Nell’imbecille tentativo di competere con Anuga, fuor di dubbio la prima fiera europea di settore.
Conclusioni provvisorie
Il sistema-Paese può ancora permettersi arroganti battaglie tra campanili o è invece il caso di organizzare una fiera alimentare italiana che si possa avvicinare al SIAL (Parigi) o ad Alimentaria (Barcellona) – se non addirittura all’Anuga di Colonia – con il buon senso di non contrapporvisi?
Dario Dongo
Note
(1) Cibus, agroalimentare riparte. Di Maio: “Ruolo di traino durante il covid”. Adnkronos. 31.8.21, https://www.adnkronos.com/cibus-agroalimentare-riparte-di-maio-ruolo-di-traino-durante-il-covid_2XsPXTPzwUmF6VnD0P7uPi
(2) Dario Dongo. Grano duro, crisi globale in vista? A rischio la produzione italiana di pasta. GIFT (Great Italian Food Trade). 12.8.21, https://www.greatitalianfoodtrade.it/mercati/grano-duro-crisi-globale-in-vista-a-rischio-la-produzione-italiana-di-pasta
(3) Dario Dongo. Pratiche commerciali sleali, la lezione di Parigi a Coldiretti e Confindustria. GIFT (Great Italian Food Trade). 9.5.21, https://www.greatitalianfoodtrade.it/idee/pratiche-commerciali-sleali-la-lezione-di-parigi-a-coldiretti-e-confindustria
(4) Dario Dongo. Pratiche commerciali sleali e legge di delegazione europea, analisi critica. GIFT (Great Italian Food Trade). 24.4.21, https://www.greatitalianfoodtrade.it/pratiche-commerciali-sleali-e-legge-di-delegazione-europea-analisi-critica

Dario Dongo, avvocato e giornalista, PhD in diritto alimentare internazionale, fondatore di WIISE (FARE - GIFT – Food Times) ed Égalité.