Il Nutri-Score – sistema d’informazione nutrizionale di sintesi, mediante colori (dal verde all’arancio) e lettere (A-E) da apporre sul fronte delle etichette alimentari – vince la sfida europea. Il 26.6.19 Nestlé, primo gruppo industriale alimentare del pianeta, annuncerà infatti la sua adozione in Europa continentale. Il re è nudo, e deve rimettersi in forma.
Etichette nutrizionali e codici cromatici
Il ‘Food Information Regulation’ ha introdotto l’obbligo di esporre una dichiarazione nutrizionale a 7 elementi sulle etichette della quasi totalità dei prodotti alimentari, a decorrere dal 14.12.16. (1) I valori di energia, grassi, grassi saturi, carboidrati, zuccheri, proteine e sale (sodio-equivalente) devono sempre venire espressi in relazione a 100 g/ml di prodotto. Ed eventualmente, su base volontaria, anche per porzione. (2)
I consumatori europei sono però raramente in grado di comprendere il significato dei valori esposti nella tabella nutrizionale. La stragrande maggioranza dei consumatori non ha neppure un’idea di massima dei propri fabbisogni di energia (kcal) e nutrienti e così, quand’anche legga i valori, non è in grado di trarne alcuna utilità. Né per distinguere i prodotti con i profili nutrizionali più equilibrati, né per inserirli con ragionevolezza nella propria dieta.
Gli schemi nutrizionali di sintesi sono stati introdotti dalle autorità sanitarie di diversi Paesi, su base volontaria, con la duplice finalità di aiutare i consumatori a:
– distinguere in un colpo d’occhio i profili nutrizionali dei diversi prodotti a scaffale. Un aiuto prezioso quando ci si riferisca ad alimenti ultraprocessati, i cui valori di grassi saturi, zuccheri e sale possono variare anche sensibilmente da un prodotto all’altro,
– comprendere la posizione del singolo prodotto nell’ambito di una dieta equilibrata. I colori nei traffic-lights britannici e nei keyhole scandinavi, colori e lettere nel Nutri-Score franco-belga e ispanico, gli smile dell’healthy logo in Olanda convergono infatti nel mostrare come i cibi HFSS (High Fats, Sugar and Sodium) non siano indicati a consumi ingenti né frequenti.
L’obiettivo di questi schemi è proteggere la salute pubblica dalla Global Syndemic, l’epidemia globale di obesità e malnutrizione. La quale deriva da diete squilibrate e costituisce la prima causa di morti premature e malattie invalidanti. Come tumori, diabete, steatosi epatica. In una logica di prevenzione, raccomandata dall’OMS e fortemente avversata da quei colossi industriali, anche al di là dell’Atlantico, che si ostinano a macinare profitti sul cibo-spazzatura promosso con pratiche di marketing gravemente scorrette.
Big Food si è finora occupata solo marginalmente della riformulazione dei cibi ultraprocessati per migliorarne le caratteristiche nutrizionali. Come doveroso, in ottica di CSR (Corporate Social Responsibility), per diventare ‘parte della soluzione’ anziché continuare a essere ‘causa del problema’.
Europa, prevenzione delle malattie e Nutri-Score
L’Europa ha fallito i dichiarati obiettivi di tutela della salute pubblica mediante prevenzione delle malattie legate a una cattiva alimentazione. Alle molte chiacchiere non sono seguiti atti idonei a invertire la rotta della Global Syndemic. L’obesità infantile continua ad aumentare, anche e soprattutto nei Paesi che un tempo furono culla della dieta mediterranea. Come l’Italia, ove il diabete ha ormai raggiunto una prevalenza del 6% (3,5 milioni di persone), raddoppiata negli ultimi 10 anni nella fascia di età 20-30.
Big Food ha sviluppato le GDA (Guideline Daily Amount), uno schema di informazione nutrizionale di sintesi che riferisce alla percentuale di energia e nutrienti contenuti in una porzione di prodotto rispetto ai fabbisogni medi giornalieri (Reference Intake, o ‘Assunzioni di Riferiento’). Ma questo schema non aiuta a comparare i diversi prodotti poiché le porzioni di ciascuno di essi sono liberamente stabilite – e ‘calibrate su misura del marketing’ – dai singoli produttori. Con effetti paradossali, in termini di disinformazione, quando le porzioni siano riferite ai grammi di creme da spalmare. Le GDA, o ‘Assunzioni di Riferimento’, non permettono perciò di comparare i valori nutrizionali dei cibi (in assenza di un’unità di misura coerente, come i 100 g/ml), né di distinguerli in un colpo d’occhio. Come invece i codici cromatici permettono.
Il Nutri-Score è stato sviluppato dall’amministrazione sanitaria francese, sulla base di studi scientifici che ne hanno dimostrato l’effettiva capacità di offrire al consumatore medio una notizia semplice quanto utile. Grazie al colore – in 5 toni, dal verde al giallo fino all’arancione – e alle lettere (dalla A alla E, di aiuto per i daltonici), i consumAttori possono farsi un’idea sulla preferibilità di uno snack, un biscotto o una merendina rispetto a un altro. Innescando una competizione virtuosa tra i loro produttori, così stimolati a migliorare le ricette – riducendo grassi saturi, zuccheri e sale – per favorirne la scelta.
Una recente iniziativa dei cittadini europei, ampiamente sostenuta dalle associazioni dei consumatori, mira perciò a stabilire l’obbligatorietà del sistema Nutri-Score. Che ha già ottenuto favorevoli riscontri in Francia e Spagna – Paesi con abitudini alimentari simili al nostro, per quanto attiene a varietà e cultura – senza arrecare alcun pregiudizio a vendite e consumi degli alimenti tradizionali e tipici. Questo sistema è applicato anche in Belgio, e un recente studio scientifico ne ha dimostrato l’utilità anche per i consumatori tedeschi. Proprio per favorire la scelta di alimenti equilibrati e migliorare la dieta, così la salute, delle popolazioni.
Nutri-Score, la scelta di Nestlé
Il 26.6.19 Nestlé – leader planetario dell’industria food & drink, con 82,295 miliardi di euro di fatturato nel 2018 – annuncia la propria scelta epocale. Introdurrà il Nutri-Score sulle numerose etichette delle tante linee di prodotti alimentari con i suoi vari marchi in Europa continentale. Vale a dire, al di fuori dell’Inghilterra ove invece sono in voga i c.d. semafori (traffic lights) in etichetta. Inizierà in quei Paesi – Francia, Belgio e Spagna – ove lo schema è già stato ufficialmente introdotto, approvato dalle amministrazioni sanitarie e applicato diffusamente dalla GDO. In linea con le legittime aspettative dei consumAttori che, si ricorda, sono i veri padroni del mercato. La variabile indipendente davvero in grado di imporre l’evoluzione dell’offerta.
Danone aveva anticipato la scelta del colosso svizzero, iniziando proprio quest’anno a introdurre gradualmente il Nutri-Score su tutti i suoi prodotti. Per esigenze di reputazione, dopo aspre critiche delle associazioni dei consumatori a causa dell’alto tenore di zuccheri e grassi nei suoi yogurt alla frutta destinati ai bambini (che sono stati frattanto ‘messi a dieta’, -37% zucchero e -68% grassi). Anche Iglo – il detentore del marchio Findus – e Bofrost hanno intrapreso questa strada, e così tanti piccoli produttori. Per una volta a rimanere indietro è stata la Grande Distribuzione Organizzata (GDO), l’operatore più vicino ai consumatori, a ritardare questa innovazione ispirata alla trasparenza. Un’occasione mancata, per adesso.
Il re è nudo, ed è ora che si rimetta in forma. Basta consultare la preziosa piattaforma Openfoodfacts.org, che registra i punteggi Nutri-Score di una moltitudine di prodotti, per dare atto di come tante delle più celebri referenze a marchi Nestlé abbiano tuttora profili nutrizionali scadenti (v. Allegato). Troppi zuccheri, troppi grassi e grassi saturi, in generale. Il peso insopportabile dell’olio di palma si fa sentire sovente. Ma il colosso svizzero – che non si è mai distinto per la responsabilità sociale, da ultimo con l’ecocidio associato a Nespresso – ha ora occasione di sublimare il proprio ruolo, da ‘causa del problema’ a ‘parte della soluzione’. Riformulare i prodotti, clean label. La svolta è necessaria!
Dario Dongo
Note
(1) Cfr. reg. UE 1169/11, . L’ABC della dichiarazione nutrizionale, su https://www.foodagriculturerequirements.com/approfondimenti_1/dichiarazione-nutrizionale-obbligatoria-al-via-il-14-12-16-l-abc-delle-norme-da-applicare_1
(2) A condizione di specificare la quantità della singola porzione e il numero di porzioni contenute nell’unità di vendita
Allegato
Brevi esempi del Nutri-Score applicato ad alcune referenze a marchio Nestlé
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