Codacons rende omaggio ai palmocrati, orribile ma vero. Non si può altrimenti intendere il significato delle lettere minatorie (qui in allegato) che la storica associazione sta inviando a industrie dolciarie virtuose. Le quali hanno sostituito l’olio di palma con grassi di maggior pregio, in risposta alla domanda dei consumAttori italiani.
Le associazioni che davvero intendono tutelare i consumatori, in relazione al palma, dovrebbero anzitutto preoccuparsi della sicurezza alimentare. (1) L’esposizione di bambini e adolescenti a contaminanti cancerogeni e mutageni che il palma contiene in misura 6-10 volte superiore ad altri oli è preoccupante.
Gravi pericoli per la salute – evidenziati dall’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare – che la Commissione europea ha dolosamente omesso di gestire. Nell’acquiescenza di politica e amministrazioni evidentemente asservite alle lobby dei colossi industriali. E Big Food, come abbiamo mostrato nei Palma-Leaks, da almeno 12 anni aveva ben chiari i pericoli in questione.
L’etichettatura degli alimenti dovrebbe fare insorgere le associazioni di consumatori degne di tale nome. Poiché in Italia, a sei anni di distanza dalla pubblicazione del reg. UE 1169/11, non è ancora stato pubblicato il fatidico ‘decreto sanzioni’. La diffusa violazione delle regole europee sull’informazione al consumatore, oltretutto, espone i consumatori allergici e i celiaci a gravi pericoli. Ma ancora non s’è udita voce di lagnanza.
Le priorità di Codacons muovono però altrove. L’associazione attiva procedimenti temerari nei confronti degli operatori che impiegano la dicitura ‘senza olio di palma’. In etichetta e pubblicità di alimenti che potrebbero contenere – anzi, spesso, in precedenza contenevano – lo scadente grasso tropicale, e ne sono invece liberi. Una notizia lecita, purché utile a distinguere il prodotto ‘senza olio di palma’ rispetto ad altri che, nella stessa categoria merceologica, invece lo contengono.
È curioso annotare come i teoremi usati da Codacons contro la dicitura ‘senza olio di palma’ ricordino quelli dedotti dai produttori malesi di palma in Expo 2015. Scrivemmo allora al Commissario di Expo, ora Sindaco di Milano Giuseppe Sala, per ottenerne la rimozione.
Curiosa pure la prossimità di stile tra Codacons e Aidepi. L’associazione delle industrie dolciarie, probabilmente animata da quell’unico gigante che rivendica l’impiego del palma, aveva a sua volta usato toni intimidatori verso imprese che vantavano il ‘senza olio di palma’.
Sotto alcuni aspetti non v’è da stupirsi, abbiamo già smascherato i lobbisti che si nascondevano dietro la false flag di una ipotetica ‘associazione di cittadini‘. È pure nota la permeabilità di alcune associazioni di consumatori agli sponsor di grandi industrie, in occasione di loro eventi istituzionali. Ma Codacons, quel dommage…
DD
ALLEGATO La lettera inviata dal Codacons
Note
(1) Così Altroconsumo, ad esempio, ha eseguito analisi su vari alimenti destinati ai bambini. Oltreché sul latte in polvere per neonati
Dario Dongo, avvocato e giornalista, PhD in diritto alimentare internazionale, fondatore di WIISE (FARE - GIFT – Food Times) ed Égalité.