Petizione contro l’uso di olio di palma nei combustibili per aerei. Ecco perché firmare
Un incubo ricorrente, l’olio di palma. Si ripresenta ora quale materia prima per i carburanti aerei. Il palma ci fa volare?
L’ICAO, ‘International Civil Aviation Organization‘, agenzia ONU per il trasporto aereo, ha pubblicato un progetto che prevede l’impiego su larga scala dei c.d. biocarburanti negli aeromobili. (1) Con previsioni da capogiro, 128 milioni di tonnellate di biocarburanti a uso aereo entro il 2040, 285 milioni entro il 2050. Al punto da pareggiare i consumi di combustibili fossili. Tutto bene, un eufemismo.
La produzione globale di olio di palma attualmente si aggira attorno ai 65 milioni di ton. La resistenza dei consumatori europei al suo impiego nei cibi sta offuscando le sue previsioni di crescita. Ed è perciò che gli insaziabili palmocrati hanno identificato un nuovo mercato, così lucroso da stimolare nuove coltivazioni. Sotto l’egida pseudo-ambientalista dei ‘bio’-carburanti, oltretutto, che potrebbe pure far piovere contributi pubblici sotto varia forma.
L’impatto ambientale del palma – secondo studi della Commissione europea e dell’EPA (Environment Protection Agency, USA) – è paragonabile a quello dei combustibili fossili. Il Parlamento di Strasburgo aveva adottato una blanda risoluzione al proposito, senza peraltro raccogliere alcun seguito della Commissione europea. L‘influenza dei palmocrati sulla politica non è una novità. (2)
Alle emissioni di gas-serra proprie dell’aviotrasporto, già ora il 5% del totale, si aggiungerebbero così quelle di ulteriori deforestazioni tropicali. Lo scriteriato presupposto dei nuovi palmeti, che segue alla deportazione violenta delle popolazioni indigene. Le monocolture dedicate alla produzione di biocarburanti hanno coperto oltre 30 milioni di ettari di terreni. Causando danni ulteriori all’impatto ambientale.
Alle politiche di supporto e sussidio ai biocombustibili si ascrive l’aggravamento dei fenomeni di land-grabbing (3) e deforestazioni, la distruzione di ecosistemi a elevata biodiversità. L’impiego massivo di agrotossici in agricoltura, con conseguenti pericoli per la salute dei lavoratori e delle comunità locali. Ma anche la maggiore volatilità dei prezzi alimentari e così la food security. (4) Tanti i danni per produrre carburanti il cui impatto complessivo sull’ambiente, (5) espresso per tonnellata di carburante, non ha nulla da invidiare ai derivati del petrolio.
L’ICAO indica gli obiettivi ma nasconde gli strumenti per raggiungerli. E come mai realizzare straordinarie quantità di ‘bio’-combustibili? Si accenna alle alghe (e magari fosse!), agli scarti e i rifiuti, in un futuro futuribile. Ma i soli biocarburanti per l’aviazione che ora possono venire prodotti su larga scala sono quelli di prima generazione derivati da oli vegetali. E dunque, olio di palma. Tutto torna anzi proprio no.
Firmiamo la petizione all’ICAO, su https://www.salviamolaforesta.org/petizione/1063/volare-a-olio-di-palma-pessima-idea?mtu=274764121&t=2581 . No all’olio di palma nei carburanti per aerei!
Dario Dongo
Note
(1) V. https://www.icao.int/Meetings/CAAF2/Documents/CAAF.2.WP.013.4.es.pdf
(2) Vale la pena ricordare la dolosa omissione della gestione del rischio di sicurezza alimentare legato al palma. Da ascriversi sia al Commissario a Andriukaitis, sia alla ministra Beatrice Lorenzin
(3) Si intende per land-grabbing la rapina delle terre. Per aggiornamenti settimanali, si veda www.farmlandgrab.org
(4) Il concetto di food security esprime la sicurezza degli approvvigionamenti alimentari. Vale a dire la disponibilità di cibo presso le popolazioni
(5) C.d. life cycle assessment
Dario Dongo, avvocato e giornalista, PhD in diritto alimentare internazionale, fondatore di WIISE (FARE - GIFT – Food Times) ed Égalité.