Il colosso Ferrero ha celebrato il 60° anniversario di Nutella lanciando la sua versione con soli ingredienti di origine vegetale (‘plant-based’), a settembre 2024, certificata come ‘vegan’.
Ma è davvero così? E il cambio di ricetta della versione ‘100% vegetale’, rispetto alla versione tradizionale, giustifica il significativo aumento di prezzo? Brevi note a seguire.
1) Nutella classica e vegetale a confronto
Nutella è il marchio iconico di una crema spalmabile dolce, con aggiunta di nocciole. Gli ingredienti di base, che complessivamente rappresentano il 70% circa della Nutella, sono zucchero e olio di palma. Gli ingredienti a seguire, nelle due versioni:
– classica. Nocciole (13%), latte scremato in polvere (7,4%), siero di latte in polvere, cacao in polvere, emulsionante lecitina di soia, aromi;
– Plant-Based. Nocciole (13%), ceci, cacao magro (7,4%), sciroppo di riso in polvere, lecitina di soia, sale, aromi. ‘Può contenere LATTE poiché questo prodotto è fabbricato in uno stabilimento che utilizza latte’.
2) Profili nutrizionali
I profili nutrizionali di entrambe le versioni di Nutella sono del tutto squilibrati, a causa di:
– valori energetici significativi. 539 kcal per 100g il prodotto classico, 534 kcal la Nutella Plant-Based;
– zuccheri in eccesso. 56,3% la Nutella classica, 45,4% quella vegetale;
– grassi e grassi saturi saturi. 30,9 e 10,6 g, rispettivamente, la Nutella originale. 31,8 e 11 g quella ‘vegan’.
Entrambi i prodotti si qualificano come alimenti ultraprocessati, nella classificazione NOVA 4. (1) E hanno il peggior punteggio Nutri-Score, lettera E (color arancio vivo), come la (quasi?) totalità dei prodotti Ferrero.
Ferrero, non a caso, è da anni impegnata in una furiosa battaglia senza confini – UE, WHO, Codex Alimentarius (2,3,4) – contro le politiche nutrizionali e i sistemi di FOPNL (Front-of-Pack Nutrition Labelling).
3) Nutella, la certificazione ‘vegan’
Vegetarian Society (UK) ha certificato la Nutella 100% vegetale come ‘vegan’, in quanto essa non contiene ingredienti di origine animale. In conformità con lo standard ISO 23622:2021 che peraltro, come si è visto, ha raccolto le proteste di Vegan World Alliance (VWA) per non avere considerato i diritti degli animali rispetto a:
– sfruttamento in agricoltura, anche allo scopo di ottenere sottoprodotti (es. letame e altri fertilizzanti di origine animale);
– produzione di packaging alimentare con componenti di origine animale;
– destinazione del materiale genetico all’industria biotech, o di altri materiali all’industria cosmetica;
– sperimentazioni di laboratorio (invero più diffuse nei settori cosmetici e farmaceutico, i quali possono peraltro costituire parte delle attività e degli investimenti di Corporations che operano altresì nei settori alimentare e retail). (5)
La questione Nutella ‘100% vegetale’ è a ben vedere più complessa e merita l’attenzione di tutti i consumatori, vegani e non.
4) Veganismo
‘Veganism is a way of life and philosophy that when practiced will result in the end of the exploitation of all animals, including human animals’ (Vegan World Alliance). (6)
I vegani più attenti considerano perciò aspetti etici che comprendono:
– la morte e i danni procurati agli animali (es. insetti impollinatori e non, fauna selvatica) mediante impiego di pesticidi;
– l’uccisione degli animali, quand’anche involontaria ma prevedibile (ed evitabile), con macchine agricole;
– la sottrazione degli animali dai loro habitat naturali, anche attraverso il cambiamento d’uso delle terre;
– e soprattutto, lo sfruttamento dei lavoratori e le violazioni dei diritti umani.
5) Nutella Plant-based, un prodotto vegan?
L’olio di palma – secondo ingrediente della Nutella – è la prima causa di rapina delle terre e deforestazioni a livello globale. Ciò comporta:
– violazione dei diritti umani fondamentali di popolazioni indigene deportate con violenza e minacce dalle loro terre (land-grabbing). Come documentato anche da BBC; (7)
– uccisione di milioni di animali (es. orangutan, elefanti, tigri di Sumatra) anche tramite enormi incendi, per lasciare spazio alle monocolture intensive; (8,9)
– abuso di pesticidi anche neurotossici, quali il paraquat, dannosi per i lavoratori quanto per gli animali di ogni specie. (10)
Lo sfruttamento minorile è stato altresì documentato, da Associated Press e BBC rispettivamente, nelle filiere Ferrero della palma da olio in Indonesia e delle nocciole in Turchia (11,12).
6) Certificazioni?
La certificazione RSPO di cui Ferrero e altre Corporations si fregiano, si noti bene, riguarda solo le deforestazioni e non anche le rapine delle terre né lo sfruttamento minorile.
Greenpeace e numerose altre organizzazioni hanno peraltro dimostrato l’inattendibilità della certificazione RSPO (Roundtable for Sustainable Oil Production), come si è visto. (13)
Il gruppo Ferrero, tra l’altro, non ha mai replicato all’indagine condotta da GIFT (Great Italian Food Trade) in Indonesia sulla asserita sostenibilità del suo olio di palma. (14)
7) Nocciole
Le coltivazioni intensive di nocciole – che Ferrero promuove, in Italia, senza applicare protocolli agronomici ispirati all’agroecologia – sono a loro volta responsabili di gravi impatti ambientali.
La Commissione europea ha infatti avviato una procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia, come si è visto, per l’avvelenamento da pesticidi delle acque del lago di Vico. (15)
8) Nutella Plant-Based, a che prezzo?
Il prezzo della Nutella Plant-Based è ben più elevato rispetto alla sua versione classica. Questo maggior prezzo non appare giustificato dalla sostituzione di ingredienti quali il latte scremato e il siero di latte in polvere con altri quali ceci e sciroppo di riso.
Il veri costi di entrambi i tipi di Nutella sono quelli occulti, nella logica indicata dalla FAO. (16) Costi di salute pubblica, legati all’incremento di obesità anche infantile e malattie correlate – a partire dal diabete di tipo 2 – e di sostenibilità, per l’ambiente e le popolazioni.
Dario Dongo
Note
(1) Marta Strinati, Dario Dongo. NOVA classification, natural and ultra-processed foods. Friends and enemies of health. FT (Food Times). September 16, 2020
(2) Dario Dongo. Schizzi di Nutella sull’OMS. GIFT (Great Italian Food Trade). 22.8.18
(3) Dario Dongo. NutriScore, Ferrero e Coldiretti contro tutti. GIFT (Great Italian Food Trade). 16.7.21
(4) Dario Dongo. Codex Alimentarius, il NutriScore e le linee guida WHO. GIFT (Great Italian Food Trade). 29.9.21
(5) Dario Dongo, Andrea Adelmo Della Penna. ISO 23622:2021, Veg, vegetarian and vegan food labeling criteria. FT (Food Times). March 22, 2021
(6) Veganism. Vegan World Alliance https://tinyurl.com/yw777cdu
(7) Dario Dongo. BBC Indonesia. Voce agli indigeni derubati per produrre olio di palma. GIFT (Great Italian Food Trade). 4.6.22
(8) Dario Dongo, Giulia Caddeo. Indonesia, incendi e olio di palma certificato RSPO. Rapporto Greenpeace. GIFT (Great Italian Food Trade). 23.11.19
(9) Dario Dongo, Giulia Caddeo. Borneo in fiamme per l’olio di palma, il report CNN. Buycott! GIFT (Great Italian Food Trade). 11.12.19
(10) Dario Dongo. Paraquat, l’agrotossico Made in Europe. GIFT (Great Italian Food Trade). 26.8.17
(11) Marta Strinati, Dario Dongo. USA, Girl Scouts against Ferrero cookies. FT (Food Times). January 9, 2021
(12) Dario Dongo, Giulia Caddeo. Ferrero, hazelnuts and child labor. BBC investigation in Turkey. FT (Food Times). November 16, 2019
(13) Dario Dongo. Unsustainable palm oil, the charge of 101. FT (Food Times). December 3, 2022
(14) Dario Dongo, Giulia Torre. Olio di palma, Ferrero, sostenibilità. GIFT (Great Italian Food Trade). 9.7.18
(15) Dario Dongo, Caterina Peciola. Ti amo Italia. Il lato oscuro delle nocciole di Ferrero. GIFT (Great Italian Food Trade). 30.9.20
(16) Dario Dongo, Alessandra Mei. FAO, rapporto SOFI 2023. I costi occulti dei sistemi agroalimentari. GIFT (Great Italian Food Trade). 13.11.22
Dario Dongo, avvocato e giornalista, PhD in diritto alimentare internazionale, fondatore di WIISE (FARE - GIFT – Food Times) ed Égalité.