Le etichette alimentari guidano sempre più le scelte d’acquisto dei consumatori italiani, come mostra un’indagine realizzata da Ipsos per GS1 Italy e pubblicata in apposito dossier, allegato alla 14a edizione dell’Osservatorio Immagino. (1)
La rilevazione è basata su 2mila interviste su un campione di individui che nell 95% dei casi è responsabile degli acquisti della famiglia per almeno la metà della spesa ordinaria.
4 su 10 leggono sempre l’etichetta
La quasi totalità dei consumatori dichiara di leggere le etichette:
– 4 su 10 (42%) consultano sempre le informazioni disponibili su tutte o quasi le categoria di prodotti,
– oltre la metà (53%) lo fa soltanto per alcune categorie di alimenti.
I motivi dichiarati da chi non legge mai o quasi l’etichetta dei prodotti alimentari sono tre:
– conoscenza del prodotto, per via del suo consumo abituale (38% del campione)
– mancanza di tempo (20%)
– convinzione di saperne abbastanza e non avere ulteriore interesse (16%).
Una app per ‘leggere’ l’etichetta con un clic
A quanti non si informano sulla qualità degli alimenti è forse utile ricordare che a parità di prezzo è spesso possibile acquistare prodotti con profili nutrizionali più equilibrati e privi di additivi poco raccomandabili. (2)
La scarsità di tempo può venire colmata con l’uso della app Yuka. Basta scaricarla gratuitamente sullo smartphone e ottenere all’istante un giudizio obiettivo sul prodotto, con la semplice scansione del codice a barre sulla confezione. (3)
Lettura sul punto vendita o a casa
La consultazione dell’etichetta avviene anche in momenti diversi dalla scelta d’acquisto:
– da 4 a 7 su 10 consumatori, a seconda della categoria, vi provvede sempre nel punto vendita,
– il 15% legge l’etichetta a casa,
– il 10% circa la legge dopo il consumo del prodotto,
– tra il 10 e il 18%, a seconda della categoria, approfondisce e cerca informazioni sul web. Laddove, come abbiamo visto, è talora impossibile persino trovare la lista degli ingredienti e la tabella nutrizionale. (4)
Gli alimenti più studiati
La lettura dell’etichetta riguarda più spesso i piatti pronti, i salumi e i formaggi confezionati, il cibo in scatola e i freschi confezionati.
Meno spesso, i consumatori consultano l’etichetta anche su alimenti dalla ricetta semplice. Accade al 60% degli acquirenti di passate/polpe e prodotti a base di pomodoro e al 44% di quelli di tè/caffè/tisane. Le motivazioni, in questi casi, sono diverse dalla semplice ricerca di lista degli ingredienti o tabella nutrizionale.
A cosa serve l’etichetta
Nell’esperienza dei consumatori intervistati, gli elementi riferiti come più interessanti tra le varie informazioni in etichetta sono:
– data di scadenza (63%), (5)
– luogo di origine e produzione (44%)
– contenuto di grassi e zuccheri (31%). In questo ambito, seguono a breve distanza i valori nutrizionali in generale (27%), la presenza di coloranti e il tenore di sale (23%),
– informazioni utili a verificare l’impatto sulla salute in generale (27%),
– indicazioni che escludano la presenza di sostanze inquinanti (17%). Nel capitolo relativo alla sostenibilità del prodotto figurano, a seguire, le notizie coerenti a determinate scelte valoriali e la presenza di certificazioni di sostenibilità sociale (Faitrade, commercio equo e solidale etc.), rispettivamente ricercate dal 14% e 13% del campione.
I margini di miglioramento delle etichette
L’indagine svela anche l’inadeguatezza delle etichette. Ben 7 consumatori su 10 riferiscono infatti almeno un’esperienza di difficoltà nel trovare le informazioni desiderate e poco meno del 67% del campione segnala problemi di decodifica delle informazioni.
Tra le notizie in etichetta meno comprensibili si concentrano quelle relative alla sostenibilità intesa come presenza di inquinanti, adesione valoriale, filiera, salubrità e smaltimento del packaging.
La frontiera del QR code
La familiarità con il codice a barre è ormai consolidata, in quanto conosciuta dall’82% degli intervistati.
Il QR code, ormai largamente usato anche nei rapporti con la pubblica amministrazione (i.e. bollettini di pagamento), è a sua volta ben noto. Il 67% del campione lo conosce e lo usa, un ulteriore 24% lo conosce ma non lo usa.
L’inserimento del QR code in etichetta è un jolly straordinario. Permette di rendere immediatamente disponibili numerose informazioni (anche video) che non trovano spazio ed espressione (anche audiovisiva e interattiva) sul packaging.
Interpellati sulla propensione a scansionare il QR code in etichetta per leggere con calma e in modo preciso e leggibile tutte le informazioni relative al prodotto, il 77% dei consumatori hanno risposto positivamente.
Marta Strinati
Note
(1) Marta Strinati. Prezzi alti, consumi alimentari ridotti. La 14a edizione di Osservatorio Immagino. GIFT (Great Italian Food Trade). 25.1.24
(2) Marta Strinati. Identikit degli alimenti ultraprocessati, eccesso di nutrienti critici e additivi ‘cosmetici’. GIFT (Great Italian Food Trade). 2.9.23
(3) Marta Strinati, Dario Dongo. Yuka, se la conosci la diffondi. La app conquista 2 milioni di italiani in un solo anno. GIFT (Great Italian Food Trade). 30.9.21
(4) Marta Strinati. Le omissioni delle piattaforme per la spesa online. Indagine di Altroconsumo. GIFT (Great Italian Food Trade). 22.10.23
(5) Data di scadenza o TMC? Risponde l’avvocato Dario Dongo. FARE (Food and Agriculture Requirements). 21.9.17.
Giornalista professionista dal gennaio 1995, ha lavorato per quotidiani (Il Messaggero, Paese Sera, La Stampa) e periodici (NumeroUno, Il Salvagente). Autrice di inchieste giornalistiche sul food, ha pubblicato il volume "Leggere le etichette per sapere cosa mangiamo".