Il 13.5.19 la Corte Superiore della California, Contea di Alameda, ha emesso la terza condanna in pochi mesi nei confronti di Monsanto, per i danni causati a una coppia di utilizzatori abituali di glifosate che hanno contratto due forme di linfoma non-Hodgkin (NHL). 2 miliardi di dollari a titolo di ‘punitive damage’, che si aggiungono ai 55 milioni di US$ di risarcimento. (1)
Glifosate, la condanna esemplare
Anno nero per il gruppo Bayer. Risale all’agosto 2018 la prima condanna a causa del linfoma provocato dal glifosate a un giardiniere professionale. La pena inflitta, 289 milioni di dollari, venne poi ridotta in appello a ‘soli’ 78 milioni. A marzo 2019 è piovuta la seconda condanna di risarcimento a favore di altro utilizzatore professionale. E sono emerse nuove evidenze scientifiche sull’occorrenza di NHL negli utilizzatori di GBH (Glyphosate Based Herbicides).
La condanna esemplare è giunta proprio ora, grazie a una coppia di settantenni che vivono a Livermore (40 miglia a est di San Francisco), Alva e Alberta Pilliod. I quali hanno utilizzato il ‘Roundup’ per oltre tre decenni, nella manutenzione del giardino di casa. Nel 2011, Alva ha ricevuto diagnosi di tumore alle ossa, con diffusione al bacino e alla colonna vertebrale. Nel 2015, Alberta ha dovuto affrontare un tumore al cervello. Due forme di NHL (Non Hodgkin Lymphoma), tumore maligno che aggredisce i linfociti, cellule principali del sistema immunitario. Una recente meta-analisi, tra l’altro, associa l’esposizione al glifosato proprio al sottotipo specifico di NHL subito dai coniugi Pilliod. (2)
La giuria ha così assegnato alla coppia 2.055 miliardi di US$. 18 milioni di dollari in risarcimento e 1 miliardo di dollari di danni punitivi ad Alva Pilliod, altri 37 milioni di dollari in risarcimenti e 1 miliardo di dollari in ‘punitive damage’ a sua moglie Alberta. Una decisione drastica che consegue ad ampia istruttoria, nel corso della quale è emersa ampia prova di quanto segue.
Un mare di m… Monsanto e misfatti
Il 29.4.19 l’EPA, Agenzia USA per la Protezione Ambientale, aveva adottato una decisione inaspettata e prematura, nella quale si teorizza la sicurezza del glifosato senza neppure avere completato gli studi del suo impatto su salute e ambiente. (3) In particolare, l’Agenzia ha omesso di:
– completare la valutazione dell’impatto del glifosato sul sistema endocrino degli esseri umani,
– valutare i rischi per la salute umana degli antiparassitari in commercio che, pur essendo basati sul glifosate, contengono ingredienti aggiuntivi. I quali possono risultare tossici di per sé o incrementare gli effetti avversi del glifosato. (4)
Monsanto ha sfruttato la ‘proposta di decisione provvisoria’ dell’EPA nel maldestro tentativo fallito di persuadere i giurati che il glifosate non causa il cancro. Ma l’istruttoria giudiziale – nel caso ‘Pilliod v. Monsanto company’ – ha consentito alla Corte di accertare quanto segue:
– Monsanto non ha mai condotto studi epidemiologici su Roundup e varie altre formule di erbicidi a base di glifosato. Ed era a conoscenza dell’ancor maggiore tossicità del Roundup, rispetto al solo glifosate, a causa dei tensioattivi che vi sono aggiunti,
– la società aveva adottato raccomandazioni per la sicurezza dei propri lavoratori che prescrivevano di indossare una gamma completa di dispositivi di protezione individuale durante l’applicazione di erbicidi al glifosato. Senza tuttavia avvertire il grande pubblico di adottare analoghe precauzioni.
– la ‘Corporation’ investe milioni di dollari in attività di ‘lobbying’ che comprendono il finanziamento di studi, articoli di ‘ghostwriters’ e indagini (c.d. ‘dossieraggio’) volti a screditare gli scienziati indipendenti che abbiano identificato pericoli legati all’impiego dei propri prodotti,
– Monsanto ha ‘comprato’ l’assistenza di funzionari pubblici dell’EPA (Environmental Protection Agency), nel 2015, quanto l’agenzia è stata chiamata a rivalutare la tossicità del glifosato nel 2015. Al duplice scopo di ritardare la valutazione e vedere accogliere le proprie deduzioni,
L’amministrazione di Donald Trump è chiamata in causa alle più alte sfere. Un rapporto inviato a Monsanto da una società di ‘intelligence’ aziendale, Hakluyt, cita espressamente le rassicurazioni raccolte presso un consigliere di politica interna della Casa Bianca. (5) ‘Abbiamo la posizione della Monsanto sulla regolamentazione dei pesticidi (…) Monsanto non deve temere nessun regolamento aggiuntivo da parte di questa amministrazione’. I dubbi sulla sicurezza del glifosato, sollevati da alcuni funzionari di EPA, ‘non sono condivisi dai vertici dell’EPA’ di nomina politica, che ‘favorisce la deregolamentazione e respinge l’analisi del rischio da parte di esperti’.
L’irrorazione prosegue
Altre 13.400 cause di risarcimento pendono di fronte ai tribunali USA. Ogni mese emergono nuove ricerche che confermano i gravi pericoli associati all’esposizione al glifosate. I più recenti studi attestano l’impatto della sostanza sul microbioma e il DNA. Gli studi finora utilizzati dalle autorità regolatorie sono basati sui documenti parziali forniti dal richiedente, in ampie parti letteralmente copiati.
In Europa, lo zoo di Berlino ha prevalso e i veleni continuano a venire irrorati anche sui nostri campi, con il pericoloso ‘effetto deriva’ che colpisce l’intera popolazione. Ma dove non arriva la politica corrotta si muovono i consumAttori, sulla filiera ‘bio’ ma anche nella loro più grande cooperativa.
Coop Italia ha avviato la rivoluzione nell’agricoltura italiana, mettendo al bando glifosate e altri tre venefici pesticidi nelle filiere dell’ortofrutta dei prodotti a marchio Coop. Conad, che con l’acquisizione di Auchan Italia ambisce a divenire il leader nazionale della GDO, dovrebbe seguire questo lucido esempio, e così tutti gli altri operatori della distribuzione in Italia. Coldiretti a sua volta – dopo aver professato la lotta al rinnovo dell’autorizzazione del glifosato e addirittura l’impegno a promuovere le coltivazioni biologiche – deve pure assumere posizione. Le chiacchiere hanno fatto il loro tempo e la pressione dal basso continua a salire. Sveglia!
#Égalité!
Dario Dongo
Note
(1) Superior Court of the State of California, County of Alameda, causa Pilliod et al. V. Monsanto company et al., sentenza 13.5.19,
(2) Leon Me et al. (2019). ‘Pesticide use and risk of non-Hodgkin lymphoid malignancies in agricultural cohorts from France, Norway and the USA: a pooled analysis from the AGRICOH consortium’. Int J Epidemiol. 2019. doi: 10.1093/ije/dyz017
(3) EPA, ‘Glyphosate, Proposed Interim Registration Review Decision, Case No. 178, April 2019’,
(4) La valutazione dell’EPA si applica infatti al solo glifosate, non anche alle formulazioni di prodotti antiparassitari che le persone effettivamente acquistano e utilizzano. Ciò spiega anche, almeno in parte, la divergenza di valutazioni tra EPA e IARC. Cfr. Charles M. Benbrook (2019). ‘How did the US EPA and IARC reach diametrically opposed conclusions on the genotoxicity of glyphosate-based herbicides?’ Environmental Sciences Europe 2019 31:2 https://doi.org/10.1186/s12302-018-0184-7
Dario Dongo, avvocato e giornalista, PhD in diritto alimentare internazionale, fondatore di WIISE (FARE - GIFT – Food Times) ed Égalité.