Tra tutti i prodotti da forno per la prima colazione, i frollini sembrano la scelta più leggera. Soprattutto se integrali. Abbiamo confrontato 12 biscotti di marca, nelle versioni classica e integrale. Colussi, Galbusera, Saiwa, Gentilini, Mulino Bianco, Doria.
Frollini da colazione, i profili nutrizionali
I profili nutrizionali dei frollini – calorie, zuccheri, grassi e grassi saturi in particolare – tendono a venire sottovalutati, con l’idea che la prima colazione venga comunque ‘bruciata’ in fretta. E tuttavia, alcuni elementi meritano attenzione.
I frollini esaminati sono stati scelti sulla base di due criteri, la diffusione del marchio e la disponibilità di una versione con farina integrale, accanto a quella con farina fine (es. tipo 00).
Grassi saturi, con attenzione
I due elementi più interessanti nel profilo nutrizionale dei biscotti secchi o frollini (categorie adiacenti) sono la quantità di grassi saturi e le fibre alimentari. I primi dovrebbero venire assunti con parsimonia, le seconde con generosità. (1)
I 12 biscotti esaminati hanno un tenore in grassi saturi che varia sensibilmente, da 0,9 a 7,8%, come mostra la tabella:
– tra i ‘classici’ con farine fini (o ‘raffinate’), la quantità minima di grassi saturi si trova negli Oro Saiwa Classico (0,9%). In cima alla lista gli Osvego di Gentilini (7,8%) e i Bucaneve della Doria (7,4%), con una sostanziale differenza di qualità poiché i primi sono realizzati con il burro, la tradizione in pasticceria, e i secondi invece con un economico grasso tropicale (olio di cocco),
– nei biscotti integrali, il tenore minimo di grassi saturi è negli Oro Saiwa Fibrattiva (1,4%), il massimo negli Osvego 5 Cereali (6,5%), seguiti dai Colussi Più con farina integrale e gocce di cioccolato (4,6%).
Il valore delle fibre alimentari
I cereali – assieme a legumi, frutta e verdura – sono le fonti primarie di fibre alimentari. Veri e propri ingredienti di salute, come la ricerca scientifica ha scoperto negli ultimi anni. Il loro regolare apporto è associato addirittura alla riduzione della mortalità prematura per diverse cause, oltreché alla prevenzione di alcune forme di tumore. Grazie anche alla loro capacità di favorire l’eubiosi (cioè l’equilibrio) del microbiota intestinale. Il loro apporto raccomandato è pari a 25 grammi/die, nell’adulto di 70 kg.
Tra i 12 biscotti in esame, gli integrali com’è ovvio sono i più ricchi in fibre:
– i ‘classici’ con farina fine contengono infatti da 1,4 a 3,4 grammi di fibra per 100g di prodotto, mentre
– gli integrali o multicereali registrano le quantità maggiori di fibre. A partire dagli Osvego ai 5 cereali dì Gentilini (6,5g/100g), seguiti dai Colussi Più (7,1g/100g), fino al valore massimo di 14g/100g negli Oro Saiwa Fibrattiva (14g/100g).
Integrale, vero o falso?
L’acquisto di biscotti integrali richiede un po’ di attenzione. I claim sul genere ‘ricco di fibre’ non bastano infatti a distinguere il vero integrale dal ‘falso’. Una distinzione di cui abbiamo già riferito, che è utile ricordare:
– vero integrale è il prodotto realizzato con la sola farina integrale, cioè a partire dal grano macinato per intero che include il germe del grano, fonte di vitamine, grassi insaturi e fitocomposti benefici per la salute,
– ‘falso’ integrale è invece il mix di farine fini (es. tipo 00) con aggiunta di crusca e cruschello. Sebbene la quantità di fibra sia comparabile, questa soluzione ha un valore nutrizionale diverso, essendo priva del germe.
Solo i biscotti Galbusera, Più integrali e Mulino Bianco Buongrano (la cui etichetta precisa infatti ‘Buongrano è fatto solo con farina integrale, senza usare altri tipi di farine‘) possono venire qualificati come ‘vero integrale’ tra i sei esaminati in questa categoria.
Un’apprezzabile soluzione intermedia è quella adottata da …, nei frollini… che sono realizzati con una farina di tipo 2, nota in gergo come ‘semintegrale’.
L’informazione al consumatore
I 6 produttori considerati riferiscono correttamente nei siti web aziendali la lista degli ingredienti e la tabella nutrizionale.
Soltanto Doria, sul suo sito web, viola la regola di indicare gli ingredienti in ordine decrescente di quantità. (2).
Ulteriori spunti sono forniti attraverso informazioni volontarie in etichetta. Claim nutrizionali sulla quantità di fibre, ma anche evidenza all’origine del grano, la qualità delle uova, in alcuni casi italiane e allevate a terra, etc.
Marta Strinati
Note
(1) Le quantità giornaliere di nutrienti raccomandate sono riferite nei ‘Dietary Reference Values’ di EFSA https://www.efsa.europa.eu/en/topics/topic/dietary-reference-values
(2) Dario Dongo. Lista ingredienti, ABC. GIFT (Great Italian Food Trade). 6.3.18, https://www.greatitalianfoodtrade.it/etichette/lista-ingredienti-abc
Giornalista professionista dal gennaio 1995, ha lavorato per quotidiani (Il Messaggero, Paese Sera, La Stampa) e periodici (NumeroUno, Il Salvagente). Autrice di inchieste giornalistiche sul food, ha pubblicato il volume "Leggere le etichette per sapere cosa mangiamo".