Lo schema di etichettatura ambientale Planet-score debutta in Francia, in via sperimentale, su 1.000 prodotti in vendita sul canale ecommerce. Con l’obiettivo di dimostrare l’efficacia di questo schema che i consumatori francesi hanno già dimostrato di favorire, in un ampio sondaggio dell’associazione UFC-Que Choisir.
Planet-score, il primo candidato per l’etichettatura ambientale in Francia
Planet-score è il sistema di etichettatura ambientale sostenuto a viva voce da UFC-Que Choisir insieme ad altre organizzazioni indipendenti – come CIWF France, France Nature Environnement, Synadis Bio Fédération Forébi – che a loro volta esprimono gli interessi diffusi legati a benessere animale, protezione dell’ambiente e agroecologia.
La legge ‘Clima’ – introdotta in Francia per promuovere l’economia circolare e combattere lo spreco alimentare – prevede infatti che il governo decida, entro il 31.12.21, quale sistema adottare per l’etichettatura ambientale degli alimenti. L’Agenzia per la transizione ecologica (ADEME) e il ministero dell’Ambiente sono perciò invitati a scegliere Planet-score quale sistema ufficiale.
Planet-score. Impronta carbonica ma anche pesticidi, biodiversità, benessere animale
Il Planet-score è stato progettato dall’istituto francese di ricerca ITAB (Institut de Agriculture et de l’Aimentation biologiques) con l’obiettivo di offrire ai consumatori la possibilità di cogliere, in un colpo d’occhio, il livello di sostenibilità dei prodotti alimentari. In una prospettiva più ampia rispetto alla sola ‘impronta carbonica’ poiché essa – quand’anche riferita all’intero ciclo di vita del prodotto (Life-Cycle Assessment, LCA), che deve pure considerare il costo climatico dei fertilizzanti azotati – non considera gli altrettanto essenziali aspetti che seguono:
– pesticidi. L’utilizzo di pesticidi, erbicidi, fungicidi di sintesi chimica contribuisce in misura drammatica alla sterilità dei suoli, l’inquinamento di terreni e bacini idrici (ivi comprese le acque sotterranee, come ISPRA ci ricorda), la perdita di biodiversità (insetti, anche impollinatori, e volatili in particolare). Con gravi impatti sulla salute umana delle generazioni attuali e future,
– biodiversità. Proteggere la vita sulla terra è il primo obiettivo dell’agroecologia, che la FAO (Food and Agriculture Organization) ha infatti raccomandato di incentivare, a tutti i suoi Stati membri. Sul fronte opposto si stagliano le produzioni – di olio di palma e soia OGM, oltreché delle carni in Sud-America, in primis – realizzate a spese delle foreste e la fauna selvatica,
– benessere animale. La Commissione europea, come si è visto, ha posticipato ulteriormente l’adozione di una strategia complessiva sul benessere animale. I consumAttori d’altra parte vogliono poter riconoscere – e valorizzare, con le loro scelte d’acquisto, i livelli di benessere animale racchiusi dietro ogni prodotto. Uova senza sessazione da galline allevate a terra, animali allevati senza antibiotici e magari anche in spazi più ampi (es. allevamenti bio).
Eco-score, lo schema a rischio greenwashing
Eco-score è uno schema di etichettatura ambientale alternativo che tuttavia, come si è visto, raccoglie feroci critiche da parte di consumatori, ambientalisti ed eco-agricoltori. Tale sistema – progettato dalla ECO2, la società che ha lanciato la app di cucina sostenibile etiquettabile – si limita infatti a considerare l’impronta carbonica dei prodotti. È stato applicato nella versione francese della nostra app favorita Yuka che infatti lo integra con un punteggio extra da attribuire ai prodotti biologici. Per l’ambiente e per la salute.
Il rischio di greenwashing nel sistema Eco-score è evidente ove si consideri come la lavorazione di materie prime coltivate con fertilizzanti sintetici e agrotossici devastanti possa consentire a grandi industrie di ottenere – grazie a investimenti in energie rinnovabili e altre amenità – un punteggio analogo a quello di realtà locali che invece favoriscano la biodiversità e nutrano i suoli (anziché impoverirli), secondo modelli di agroecologia e filiera corta.
Planet-score, il plebiscito dei consumatori francesi
UFC-Que Choisir ha sottoposto 5 modelli alternativi di etichettatura ambientale a un campione di 1.000 consumatori, nei punti vendita Lidl e Biocoop. Raccogliendo il voto plebiscitario, 87%, a favore del Planet-score.
I consumatori favoriscono lo strumento ideato da ITAB perché esso – nell’offrire una notizia di estrema sintesi – mostra al contempo i punteggi relativi ai quattro fattori chiave. Clima, impatto sulla fauna selvatica (biodiversità), tossicità dei pesticidi, metodo di allevamento.
Prove generali
Le prove generali di efficacia del Planet-score coinvolgono 40 marchi di 35 operatori – di cui 8 nella grande distribuzione organizzata (Biocoop, Lidl, Naturalia, Franprix, La Vie Claire, Monoprix, Naturéo e Greenweez) – i quali riporteranno questa etichetta ambientale su ben 1.000 prodotti alimentari.
A esito della selezione governativa i consumatori francesi disporranno così di un ulteriore strumento, in aggiunta al Nutri-Score, per scegliere alimenti sani, buoni e giusti. Mentre in Italia prosegue l’oscurantismo, a esclusivo vantaggio dei soliti noti che tirano le redini dei ministeri e le loro agenzie.
Dario Dongo e Marta Strinati