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Additivi alimentari in UE, quasi un terzo in attesa di rivalutazione da EFSA

Il 30% degli additivi alimentari autorizzati in Unione Europea è ancora in attesa di una rivalutazione dei rischi di sicurezza alimentare da parte di EFSA (European Food Safety Authority). La revisione della valutazione scientifica è in grave ritardo, denuncia l’associazione di consumatori Foodwatch. (1)

1) UE, 330 additivi alimentari autorizzati

Gli additivi alimentari autorizzati in Europa sono circa 330. Possono venire aggiunti in determinati alimenti e talvolta in quantità limitate, per ovviare al rischio di sovraesposizione della popolazione.

A eccezione di quelli impiegati per garantire la sicurezza alimentare (conservanti, antiossidanti), gli additivi svolgono in prevalenza le funzioni ‘cosmetiche’ tipiche degli alimenti ultraprocessati. (2) Vale a dire:

– modificare l’aspetto o il sapore del cibo (coloranti, esaltatori di sapidità, dolcificanti) (3,4)

– fornire una consistenza specifica (addensanti, gelificanti)

– assicurare la stabilità della ricetta (emulsionanti, antiagglomeranti, stabilizzanti). (5)

2) Additivi ‘naturali’ e sintetici

Gli additivi autorizzati possono derivare da fonti naturali o sintesi chimica. L’origine ‘naturale’ dell’additivo non significa peraltro che esso sia di per sé sicuro, bensì soltanto che esso è stato ricavato da:

– piante (i.e. E100 curcumina dalla pianta erbacea Curcuma longa)

– microrganismi (e.g. E160a(iii) beta-carotene, ottenuto tramite fermentazione)

– insetti (i.e. E120 acido carminico, carmini di cocciniglia)

– alghe (e.g. E400 acido alginico da alghe brune).

Le tecniche di estrazione possono tuttavia prevedere l’impiego di solventi, tutti autorizzati ma talora tossici. Foodwatch ricorda ‘il caso dell’esano, un solvente petrolchimico autorizzato per l’estrazione di molti coloranti, che è tossico per la salute umana (sospetta tossicità riproduttiva) e per l’ambiente’.

3) Alimenti bio, additivi sotto controllo

Gli alimenti biologici possono invece contenere una ristretta varietà di additivi, 52 in tutto. I quali sono stati ammessi, a condizioni restrittive, a esito di verifica di sostanziale assenza di rischi per la salute dei consumatori.

Ancor più rigorosa è la certificazione biodinamica Demeter, la quale ammette pochissimi additivi. Vietando tra l’altro i nitriti E250-252, gli alginati E400,401,402, la carragenina E407 e la gomma di xantano E415, che sono invece ammessi nei prodotti bio.

4) Additivi alimentari in UE, valutazione della sicurezza

Food Additives Regulation (EC) No 1332/2008 dispone che gli additivi non devono, ‘sulla base delle prove scientifiche disponibili, rappresentare un problema di sicurezza per la salute del consumatore al livello di utilizzo proposto. (art. 6).

ùLa valutazione della sicurezza è affidata a EFSA. Sulla base dei pareri EFSA la Commissione europea, in accordo con gli Stati membri, decide l’autorizzazione degli additivi e le loro condizioni di utilizzo.

4.1) Un sistema fallace

Il sistema sopra descritto è tuttavia indebolito da diverse criticità:

– eccessiva dipendenza dai dati dell’industria. Per molti degli additivi da valutare, i dati disponibili al pubblico (pubblicazioni scientifiche e studi indipendenti) sono molto limitati, come ammette la stessa EFSA. L’Autorità rivolge perciò all’industria le richieste di dati e su di essi basa principalmente le sue valutazioni

– valutazioni del rischio incomplete. Le richieste dei dati necessari alla valutazione del rischio sono spesso infruttuose in termini sia di identificazione del pericolo (su criteri importanti come l’interferenza endocrina o l’influenza sul DNA), sia di stima delle conseguenze dell’esposizione, in particolare per i bambini piccoli. La valutazione del rischio non può quindi venire effettuata su aspetti cruciali per la salute pubblica

– test limitati soltanto su alcune possibili tossicità. I test sottostimano gli effetti cumulativi a lungo termine, così come l’effetto cocktail derivante dall’esposizione a più additivi. Anche le tossicità complesse come gli effetti di interferenza endocrina o gli effetti sul microbiota non sono presi in considerazione o lo sono in misura inadeguata. Stessa carenza riguarda l’integrazione nel processo di valutazione degli studi epidemiologici, essenziali per evidenziare le associazioni tra esposizione a più additivi e patologie in combinazione con studi tossicologici.

– scarsa trasparenza. Soltanto da marzo 2021 è possibile accedere ai dati utilizzati per la valutazione. Prima di allora, la riservatezza dei dati forniti dall’industria lo ha impedito. E proprio in quel periodo si è svolta la rivalutazione della maggior parte degli additivi da parte di EFSA (6)

– autorizzazioni senza scadenza. A differenza dei pesticidi, gli additivi vengono autorizzati senza l’indicazione di una data per la rivalutazione. Questa avviene soltanto quando la Commissione europea lo ritiene necessario e ne dà incarico a EFSA. Sulla base di quali interessi decida la Commissione lo suggerisce il caso del biossido di titanio. Il colorante bianco e antiagglomerante è stato indicato a lungo come pericoloso dalla letteratura scientifica. Soltanto quando la Francia lo ha bandito sul proprio territorio, la Commissione ha incaricato di EFSA di riesaminarlo. E, chiarita la sua genotossicità, di vietarlo. (7)

4.2) Ritardi nella rivalutazione dei rischi

Non tutti i 330 additivi attualmente in uso sono stati valutati dall’EFSA. Alcuni sono stati autorizzati prima della sua istituzione nel 2003 da un comitato che rispondeva alla Commissione europea (Scientific Committee for Food, sciolto in quello stesso anno).

Nel 2010 è stato quindi avviato un vasto programma per rivalutare tutti gli additivi autorizzati prima del 2009. La revisione doveva venire completata nel 2020, ma è in forte ritardo, con il 30% dei 315 additivi autorizzati prima del 2009 ancora da rivalutare a luglio 2024.

5) Sotto il tacco delle lobby

Tra le ragioni di questo ritardo, spiega Foodwatch, ‘EFSA sottolinea anche le difficoltà nell’accesso ai dati necessari per una valutazione rigorosa, nonostante le richieste di dati inviate ai professionisti. In assenza di buona volontà da parte dei professionisti, l’autorizzazione degli additivi dovrebbe quindi venire sospesa. Tuttavia, alcuni additivi sono stati nuovamente autorizzati dalla Commissione.

Anche la mancanza di risorse finanziarie per agenzie come l’EFSA è un fattore chiaro, che determina una preoccupante asimmetria rispetto alle risorse dei produttori che utilizzano le sostanze di cui sono responsabili della valutazione’.

Marta Strinati

Note

(1) Understanding Food Additives: Definitions, Usage, and Standards. Foodwatch. 30.10.24 https://www.foodwatch.org/en/campaigns/additives/understanding-food-additives-definitions-usage-and-standards

(2) Marta Strinati. Identikit degli alimenti ultraprocessati, eccesso di nutrienti critici e additivi ‘cosmetici’. GIFT (Great Italian Food Trade). 2.9.23

(3) Marta Strinati. Toxicity of synthetic food colors, scientific review. Food Times. 31.8.24

(4) Marta Strinati. ‘Sugar-free’? Synthetic sweeteners are unnecessary and harmful, warns WHO. Food Times. 15.5.23

(5) Marta Strinati. Gli emulsionanti aumentano il rischio cancro. Studio. GIFT (Great Italian Food Trade). 15.2.24

(6) Analoga opacità viene denunciata nei processi di valutazione dei pesticidi. V. Marta Strinati. UE, opacità delle decisioni sui pesticidi. La petizione di Pollinis. GIFT (Great Italian Food Trade). 22.10.24

(7) Dario Dongo. Biossido di titanio in alimenti e integratori, stop dal 7.2.22. GIFT (Great Italian Food Trade). 21.1.22

Marta Strinati

Giornalista professionista dal gennaio 1995, ha lavorato per quotidiani (Il Messaggero, Paese Sera, La Stampa) e periodici (NumeroUno, Il Salvagente). Autrice di inchieste giornalistiche sul food, ha pubblicato il volume "Leggere le etichette per sapere cosa mangiamo".

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